Theatre Research International, vol. 38, n. 2, july 2013
vol. 38, n. 2, july 2013, pp. 177, £ 59
ISSN 0307-8833
Data di pubblicazione su web 05/11/2013
![La copertina](../recensioni/img/cat4/1113_tri_big.jpg)
Il numero speciale di «Theatre Research International» raccoglie una serie di saggi, corredati da un apparato di foto di scena, dedicati ai riflessi nel teatro di quella che viene definita “primavera araba”. Come spiegano nell'introduzione Hazem Azmy e Marvin Carlson, l'espressione è stata concepita dai mass media occidentali per indicare le proteste delle giovani generazioni arabe contro i regimi totalitari, iniziate nell'inverno 2010. La copertina della rivista ha come immagine centrale la maschera di Guy Fawkes, resa celebre dal film V for vendetta del 2005 e indossata durante una dimostrazione nella piazza di Tahrir nel 2012. Essa è proposta come simbolo della rivolta e dell'incoraggiamento verso un «re-enactment of Arab Spring» portato avanti anche attraverso performances organizzate in Egitto, Tunisia e Marocco. Queste rappresentazioni hanno rimesso in scena eventi e problematiche più o meno contemporanee riuscendo a mantenerne una memoria viva e artistica.
Tra gli esempi proposti da Khalid Amine, Yahia Yaïch (2010) scritta da Jalila Baccar e Fandhel Jaïbi, con la regia di Familia, indaga con ironia il significato di identità e le relazioni di potere in Tunisia dopo la caduta del Presidente Al Abidine Ben Ali. Di «Egyptian one-woman multimedia perfomance» si parla per la messa in scena di Solitaire (2011) di Balia Basiouny, dove viene rappresentata l'esperienza di una donna araba durante l'occupazione in Piazza a Tahrir e ancora, Dially (2012) di Naima Zitan, una pièce di “genere” che ha come obiettivo una ridefinizione del ruolo della donna in un momento di transizione sociale e politica, dopo le elezioni marocchine del 2012. La primavera araba non ha eliminato i dittatori, ma ha creato le basi per una trasformazione della sfera pubblica. Le perfomances contribuiscono a mantenere viva in tutto il mondo l'attenzione sui Paesi coinvolti.
Il contributo di Margaret Litvin si concentra sulla rappresentazione-documentario The Tahrir Monologues. In scena nel 2011 al Teatro Rawabet del Cairo, l'opera festeggia i primi diciotto giorni dalla caduta di Hosni Mubarak attraverso i racconti di alcuni giovani partecipanti alle proteste che discutono sul proprio vissuto e interloquiscono con il pubblico. L'analisi dell'autrice indaga sul perché di una celebrazione teatrale così prematura, a breve distanza cioè dall'evento e trova le motivazioni nell'ingenuità, nella passione e nel profetico pessimismo della pièce.
Robert Myers e Nada Saab prendono in esame Tuqus al-Ishrat wa-l-Tahawwulat del siriano Sa'dallah Wannus, considerata una delle opere più innovative del ventesimo secolo. Pubblicato nel 1994, il testo affronta problematiche politico-sociali e il tema dell'omosessualità. Se le critiche precedenti avevano trovato in Brecht e ne Le Mille e una notte le premesse per uno studio delle influenze letterarie sull'opera, questo articolo riconosce in Measure for measure di Shakespeare e nella dottrina del sofismo gli antecedenti tematici più importanti.
L'articolo successivo, a cura di Edward Ziter racconta la storia dei fratelli Ahmed e Mohammad Malas, due attori siriani che grazie a Facebook e Youtube hanno diffuso le loro performances riguardanti le possibilità e i fallimenti degli stessi mezzi da loro utilizzati, ossia i social media e la tv satellitare. Le loro esibizioni hanno come punti centrali la potenza di internet, la necessità di resistenza e la voglia di ricerca di un'identità siriana.
Nell'ultimo contributo, Rafika Zahrouni esamina i testi: Khamsūn (Fifty/Bodies Hostages), il già citato Yahia Yaïch, entrambi di Jalila Baccar e Fandhel Jaïbi e la performance di strada Ben Ali Fled! di un cittadino tunisino che è stato ripreso mentre celebra la sconfitta di Ben Ali. Le rappresentazioni vengono definite come esperienze teatrali che esprimono le paure e le speranze dei cittadini nelle strade tunisine e non solo nello spazio delimitato e concluso della messa in scena.
Indice
Contents
Special Issue on Theatre and the Arab Spring
Dedication
Articles
Introduction: Rehearsing Arab Performance Realities
HAZEM AZMY and MARVIN CARLSON
Re-enacting Revolution and the New Public Sphere in
KHALID AMINE
MOHAMED SAMIR EL-KHATIB
From Tahrir to ‘Tahrir: Some Theatrical Impulses toward the Egyptian Uprising
MARGARET LITVIN
Sufism and Shakespeare: The Poetics of Personal and Political Transformation in Sa'dallah Wannus's Tuqus al-Isharat wa-l-Tahawwulat
ROBERT MYERS and NADA SAAB
Clowns of the Revolution: The Malas Twins and Syrian Oppositional Performance
EDWARD ZITER
The Tunisian Revolution and the Dialectics of Theatre and Reality
RAFIKA ZAHROUNI
Book Reviews
Hamlet's Arab Journey: Shakespeare's Prince and
By Margaret Litvin.
Bastard or Playmate? Adapting Theatre, Mutating Media and the Contemporary Performing Arts. Edited by Robrecht Vanderbeeken, Christel Stalpaert, David Depestel and Boris Debackere.
The
Edited by Dennis Kennedy.
The
Edited by Raymond Knapp, Mitchell Morris and Stacy Wolf.
The Golden Age of American Musical Theatre 1943–1965.
By Corinne J. Naden.
New Directions in Renaissance Drama and Performance Studies.
Edited by Sarah Werner.
Shakespeare and the Staging of English History.
By Janette Dillon.
Performing Embodiment in Samuel Beckett's Drama.
By Anna McMullan.
Performance in the Blockades of Neoliberalism: Thinking the Political Anew.
By Maurya Wickstrom.
New Francophone African and Caribbean Theatres.
By John Conteh-Morgan, with Dominic Thomas.
Cooperation and Conflict: GDR Theatre Censorship, 1961–1989.
By Laura Bradley.
Radical Visions 1968–2008: The Impact of the Sixties on Australian Drama.
By Denise Varney.
Worldly Stage: Theatricality in Seventeenth-Century
By Sophie Volpp.
Biographical Theatre.
By Ursula Canton.
Entertaining Crisis in the Atlantic Imperium, 1770–1790.
By Daniel O'Quinn.
Books Received
Corrigendum