Limportanza della creazione dei Fratelli Karamazov nel percorso del regista e teorico francese Jacques Copeau (1879-1949) è ben conosciuto. La messinscena del suo adattamento da Dostoevskij segna il punto di partenza di una nuova consapevolezza artistica. Meno noto è il fatto che questo allestimento del 1911 sia firmato Arsène Durec (1873-1930), regista titolato del Théâtre des Arts diretto da Jacques Rouché (1862-1957). La corrispondenza inedita fra i due, oggi riunita ed annotata da Marco Consolini, tratteggia le linee del progetto elaborato con Durec fra il 1911 e il 1912 in direzione di una pratica teatrale riformata su più fronti (autori, attori e spettatori). Di fatto, si tratta della prova generale di ciò che troverà realizzazione solo nellottobre 1913 nella sala dellAthénée-Saint-Germain sulla rive gauche. Al pubblico parigino del neonato Théâtre Vieux Colombier, il direttore Copeau propone Una donna uccisa con la dolcezza dellelisabettiano Thomas Heywood che non manca di dividere il pubblico; in primavera dalle colonne de La Nouvelle Revue française lancia un appello « à la jeunesse, aux gens lettrés et à tous pour une rénovation dramatique», come confermano alcune lettere a Pauline Teillon, sorella maggiore dellattore Charles Dullin (1885 - 1949 ), riportate in questo numero.
Lofferta teatrale nella Parigi 1913 marca in un certo senso la nascita del XX secolo teatrale. E ciò che sostiene lo studioso Jean-Claude Yon verificando i gusti degli spettatori dellimmediato primo anteguerra allinterno di una ricca e varia programmazione che conta circa duecentoventi pièces fra sale ufficiali, storiche, recenti e davanguardia.
La stagione 1913 è segnata anche dalla chiusura per tre mesi della sala Richelieu durante i quali la compagnia della Comédie Française recita allOpéra-Comique e in tournée in Francia e allestero. Il saggio di Agathe Sanjuan racconta la fine del lungo mandato di Jules Claretie (1840-1913) come direttore amministrativo della storica istituzione. Figura di spicco in campo teatrale, ma anche scrittore, storico, giornalista ed accademico di Francia, Claretie guida una struttura dalla salute finanziaria non cattiva. Nonostante la compagnia sia sempre brillante, il teatro patisce un certo ritardo sul piano della messinscena, è poco interessato agli sviluppi promossi dai riformatori e propone al pubblico un repertorio poco audace.
Al contrario, sul palcoscenico dellOdéon il regista André Antoine (1858-1943) dispiega unattività debordante: cinquantotto pièces nellanno 1913 per un totale di 346 rappresentazioni come campo di sperimentazione per le sue ricerche, fra messinscene ‘razionali per sua stessa definizione e in polemica con la tradizione, ovvero ‘archeologiche, a ritrovare le condizioni di recitazione nelle quali furono create. Antoine modernizza il repertorio e crea una compagnia di complesso con attori debuttanti contro il predominio del grande attore. Ma la situazione finanziaria si fa sempre più difficile e le dimissioni arrivano già nellaprile 1914, non senza aver salutato la nascita del Vieux Colombier.
La sezione finale ospita il saggio di Norman Doiron dedicato a Médée di Jean Bastier de La Peruse (1529-1554). Questopera rinascimentale sulla linea di Seneca e di Euripide rappresenta il principio della tragedia moderna, cui seguiranno altre riproposte in lingua francese (Corneille, Charpentier). Lautore vi esibisce una nuova concezione del male, trionfante nei crimini impuniti della protagonista abbandonata dalla grazia. Se la magia è illusoria e rappresenta lillusione del teatro, sul piano politico il potere magico consacra lelezione del sovrano e la sfrontatezza di Medea mantiene qui un alto valore simbolico.
di Michela Zaccaria
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