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Theaterheute


n. 2, 2013, pp. 80 € 12, 00
ISSN 0040 5507

È giunto il momento anche per il teatro tedesco di fare i conti con la crisi economica, di rivedere contributi e bilanci, capire quanto la recessione incida nella programmazione artistica e, di riflesso, ragionare intorno a nuove strategie culturali e operative. Intorno a queste problematiche discutono Oliver Reese, direttore dello Schauspiel di Francoforte, Ulrich Khuon, intendente del Deutschen Theater di Berlino, e Johan Simons, regista e direttore dei Kammerspiele di Monaco.
La ricca e documentata sezione di “Aufführungen”, lo spazio della rivista occupato dalle recensioni delle principali produzioni realizzate in area tedesca, si apre con Revisor di Nikolaj Gogol allestito da Herbert Fritsch al Residenztheater di Monaco. Ben curato sotto il profilo estetico, grazie a luci e costumi di gusto raffinato, lo spettacolo punta sull’adattamento contemporaneo e sulla oralità non sacrificando le doti dei singoli attori. Lo stesso teatro bavarese ha ospitato Die Anarchistin, novità di David Mamet firmata da Martin Kusej, che tratta il tema del terrorismo nelle sue pieghe ideologiche estreme con aperture ad intrecci sentimentali, affidati alle competenze interpretative di Sybilla Canonica e Cornelia Froboess nei panni delle protagoniste. Nei Kammerspiele della città bavarese si è tenuta la rappresentazione di Franziska di Frank Wedekind secondo il progetto di regia elaborato da Andreas Kriegenburg, di marcata impostazione psicologica e attento alle inquietudini dei personaggi che competono a Brigitte Hobmeier nel ruolo del titolo ed espressione di una indemoniata Lulu moderna, Marc Benjamin, Annette Paulmann.

Di pregevole qualità artistica è risultata Sommergäste di Maxim Gorki nella messinscena di Alvis Hermanis per la Schaubühne di Berlino. L’orchestrazione registica punta l’attenzione sulle pieghe realistiche del testo e i risvolti psicologici dei personaggi, delineati con precisione e rigore dagli attori, tra i quali primeggiano Jenny König, Urs Jucker, Ingo Hülsmann, David Ruland, Thomas Bading e Ursina Lardi. Armi Petras è il regista di demenz depression und revolution, in cui si bersagliano con ironia e sarcasmo i miti d’oggi, come hanno saputo rendere sul palcoscenico del Maxim Gorki Theater della capitale un gruppo molto affiatato formato da Michael Klammer, Thomas Lawinsky, Peter Kurth, Aenne Schwarz, Cristin König.  “Aufführungen” si conclude con uno sguardo alla scena viennese, dove Antù Romero Nunes ha trasferito sul palcoscenico del Burgtheater Eigene Nachrichten an das All di Wolfram Lotz con Jasna Fritzi Bauer, Daniel Strässer e Ignaz Kirchner nelle parti principali, mentre Stefan Kimmig si è occupato di räuber. schuldengenital di Ewald Palmetshofer che «Theaterheute» pubblica in versione integrale nella sezione “Das Stück”. Le vicende di un’inquietante famiglia altoborghese d’oggi, applaudite all’Akademietheater, sono state interpretate da Michael König, Barbara Petritsch, Therese Affolter e Martin Schwab.

In “Akteure” si legge il profilo di Jeroen Willems, attore olandese di respiro internazionale salito alla ribalta nel 1997 con la magistrale interpretazione di Zwei Stimmen da Pier Paolo Pasolini e poi confermatosi, tra l’altro, nel 2007 in Quartett di Heiner Müller in occasione del Festival di Salisburgo, per poi collaborare attivamente con i Kammerspiele di Monaco dove è stato diretto da Johan Simons. Willems è deceduto ad Amsterdam nel dicembre 2012.  Ad un altro famoso interprete del teatro tedesco recentemente scomparso è dedicato il secondo contributo di “Akteure”. Si tratta di Thomas Holtzmann, attivo nelle compagnie dei principali teatri di Germania, dallo Schauspielhaus di Amburgo ai Kammerspiele bavaresi dal 1977 al 2001.
In “Ausland” si legge un servizio dedicato all’ultima edizione dell’Isra-Drama-Festival di Tel Aviv, utile per radiografare la situazione del teatro israeliano che presenta azioni parallele ed incisive mosse da percorsi creativi segnati dalla drammaturgia di denuncia civile e sociale e quella comica di evasione. Depressione, ricerca di piacere, domande basilari sul senso della vita sono le tematiche ricorrenti nelle recenti produzioni londinesi, dalle quali emergono la novità The Effect di Lucy Prebble allestita al Cottesloe Theatre, lo shakesperiano Timon von Athen per la regia di Nick Hytner nella sala dell’Oliver Theatre, la commedia Birthday di Joe Penhall, l’applaudito The River di Jez Butterworth in scena al Royal Court con la regia di Ian Rickson che affida la parte della protagonista a Laura Donnelly. Infine ha ottenuto consensi di pubblico e di critica 10 Billion di Katie Mitchell, grazie all’interpretazione di Stephen Emmott, cui compete anche la regia.

di Massimo Bertoldi


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