Hystrio, a. XXVI, n. 1, gennaio-marzo 2013

trimestrale di teatro e spettacolo


pp. 120, euro 10,00
ISSN 1121-2691

Data di pubblicazione su web 11/02/2013

La copertina

 

Un punto di forza di “Hystrio” è offrire al lettore, vicino alla cronaca di quanto succede sui palcoscenici nazionali e internazionali, frequenti aggiornamenti sulle acquisizioni storiografiche. Ne sono dimostrazione le riflessioni sul teatro postdrammatico avanzate dallo studioso Hans-Thies Lehmann, che Gerardo Guccini colloca come primo oggetto in mostra nella “Vetrina” della rivista. Si prosegue con il contributo di Renato Palazzi che, occasionato dalla ricorrenza dei quarant'anni della fondazione del Teatro dell'Elfo e del Salone Pier Lombardo, ricostruisce il contesto culturale milanese dell'epoca in cui ebbero origine queste due fondamentali esperienze.

Giuseppe Liotta si occupa di Albert Camus, intellettuale d'azione che, malgrado il premio Nobel ottenuto nel 1957, attende ancora un inquadramento storico e letterario adeguato all'indiscusso valore delle sue opere anche teatrali, tanto che nemmeno in Italia le sue commedie trovano stabile collocazione sui palcoscenici. Massimo Furlan, come racconta Roberto Canziani, è un performer, scenografo e regista al quale non manca l'originalità: l'artista italo-svizzero recupera eventi importanti per la memoria collettiva o personale e li rievoca negli spazi propri, come successo per Enzo & Nico.

E viva Mexico interpretato nello stadio di Liegi simulando la storica partita Belgio-Russia dei mondiali di calcio edizione 1986. Diego Vincenti avanza interessanti riflessioni sull'esperienza dell'occupazione del Teatro Valle e dà notizia di analoghe iniziative riscontrate, tra l'altro, al Teatro Garibaldi di Palermo, Rossi di Pisa, Macao di Milano. La pungente riflessione di Pier Giorgio Nosari contenuta in “Teatro & TV” orienta l'attenzione sull'assimilazione, volgarizzata e abbruttita, di tecniche di scrittura e codici teatrali da parte dei reality show, quali Il grande fratello, L'isola dei famosi, Jersey Shore.

 

Il viaggio di “Teatromondo” parte da Parigi, dove si è svolto l'annuale Festival d'Automne curato da Emmanuel Demarcy-Mota. Dal resoconto di Giuseppe Montemagno emerge un cartellone attento alla nuova drammaturgia internazionale, esposta da allestimenti innovativi come La donna che uccide i pesci di Bruno Bayen, Discorso di Michelle Bachelet, Faces del musicista Denis Mariotte.

A Berlino, racconta Elena Basteri, nell'ambito di Foreign affaire, festival internazionale organizzato dallo Haus der Berliner Festspiele affidato a Frie Leysen, è stato affrontato il tema dell'Africa e del postcolonialismo, che ha trovato in medEia del regista nordafricano Brett Bailey e in We love a Africa and Africa loves us di un collettivo teatrale svedese, i momenti più artisticamente significativi. Puntuale e ricco di informazioni è il quadro tracciato da Laura Caretti relativo alla scena lituana, dove, vicino al consacrato lavoro di Eimuntas Nekrošius, prolificano esperienze creative animate da registi emergenti, da Oskaras Koršunovas ad Artūras  Areima, Vidas Bareikis, Gintaras Varnas. L'ultima tappa di “Teatromondo” è fissata da Franco Ungaro a Beirut per dire come il teatro libanese in tempi recenti si sia emancipato dalle componenti religiose, per trovare un'espressione più libera e vicina alla lezione occidentale.

 

Liberare il campo da diffuse incomprensioni e spiegare il funzionamento e il ruolo culturale delle cosiddette “residenze teatrali” costituiscono gli obiettivi dell'omonimo dossier affidato alle cure di Laura Bevione e Albarosa Camaldo. Il contributo introduttivo di Mimma Gallina puntualizza il corretto uso terminologico di “residenza artistico/organizzativa”, ossia le competenze di un gruppo attivo presso un'istituzione teatrale, e di “residenza creativa e artistica”, corrispondente   alle funzioni dello stesso gruppo nel corso di un'ospitalità di breve durata.

Si precisano inoltre le origini storiche del modello “residenza” e si prospettano gli scenari futuri di questa importante esperienza per il teatro italiano, che gli interventi successivi circoscrivono nelle specifiche dimensioni territoriali. Pioniere dell'esperimento, il Piemonte, racconta Giorgia Marino, segna il declino del progetto con la riduzione a sole tre Residenze Multimediali che faticano a sopravvivere tra mille difficoltà, secondo quanto emerge dalle dichiarazioni di Gabriele Boccalini, direttore artistico di Stalker Teatro.

Anomala, in questo modo Claudia Cannella definisce la situazione della Lombardia, perché la regione storicamente trainante per il teatro italiano di fatto ha assimilato la pratica della residenza teatrale in ritardo e per motivi politici tanto che, caso altrettanto strano, i finanziamenti provengono da privati. Un sistema consolidato a partire dagli anni Ottanta e una nuova legge regionale finalizzata a rafforzare il contatto con il pubblico, garantiscono, come bene illustra il contributo di Gherardo Vitali Rosati, il consolidamento di un sistema organizzativo che progredisce verso la perfezione.

Nicola Viesti mette in luce pregi e difetti della crescita della scena teatrale pugliese, mentre Roberta Ferraresi a proposito del Veneto rivela la mancanza di norme regionali generali e di un ente capace di coordinare le residenze teatrali sparse nel territorio. Il quadro del Lazio dipinto da Roberta Focolai risulta piuttosto desolante: l'esperienza di Officine Culturali maturata alla fine degli anni Novanta si è spenta in silenzio, complice l'atteggiamento della gestione regionale.

In evoluzione, sostenuta da una tradizione teatrale storicamente radicata, è la situazione della Calabria, della quale Emilio Nigro non dimentica di sottolineare i problemi economici e gli ostacoli dovuti ad una posizione geografica decentrata.

Laura Bevione propone un'accurata radiografia delle tante altre residenze teatrali che, caratterizzate da formule artistiche e impostazioni gestionali di diversa natura, agiscono nel territorio nazionale. Il dossier si conclude con un confronto con due realtà europee: la Francia raccontata da Carlotta Clerici, che ne sottolinea la funzione sociale, e la Gran Bretagna, della quale si occupa Maggie Rose.

 

Lo spazio de “I protagonisti della giovane scena” è dedicato a Marta Cuscunà, giovane attrice salita alla ribalta nel 2009 con l'apprezzato monologo E' bello vivere liberi!, per poi proseguire la sua ricerca fino al recente La semplicità ingannata. Dopo lo spazio riservato a “Teatro Ragazzi”, in cui Mario Bianchi prende in esame le rassegne di Lamezia Terme, Mantova e Pavia, si legge il servizio che Laura Bevione dedica al “Teatro di figura”, dal quale emergono nuovi artisti, come I Watan Wija e Wild Theatre diretto da Rebekah Wild.

 La corposa sezione delle “Critiche”, come di consueto ordinata secondo criteri regionali, prende tra l'altro in considerazione le tante produzioni che hanno inaugurato la stagione teatrale 2012 – 2013. Due interventi, rispettivamente firmati da Domenico Rigotti e Paolo Ruffini, aggiornano il lettore di “Hystrio” in merito alla danza; analoga operazione viene condotta da Giuseppe Montemagno per il settore della lirica.

Il diario di Mariapia di Fausto Paravidino occupa lo spazio riservato ai “Testi”. Lo introduce un'intervista di Claudia Cannella al drammaturgo, attore e regista che affronta questioni legate al suo percorso formativo, alle tematiche delle sue fortunate commedie, alla situazione della drammaturgia italiana contemporanea.

Nella “Biblioteca” Albarosa Camaldo raccoglie le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo.

Competono a Roberto Rizzente le tante e preziose informazioni raccolte ne “la società teatrale”.


Hystrio, a. XXVI, n. 1, gennaio-marzo 2013

Indice




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SOMMARIO

 

VETRINA

Ripartire dal postdrammatico

a cura di Gerardo Guccini

Elfo e Pier Lombardo, da quarant’anni un’inesauribile vocazione per il nuovo teatro

di Renato Palazzi

Il teatro nero di bile di Angélica Liddell

di Roberto Canziani

Uno “straniero” fra noi: eredità e fortuna di Camus in Italia

di Giuseppe Liotta

Massimo Furlan, scendere in campo per condividere i ricordi

di Roberto Canziani

Cronache da un teatro (dis)occupato

di Diego Vincenti

 

TEATRO & TV

Quel gran teatro di "Jersey Shore"

di Pier Giorgio Nosari

 

PREMIO HYSTRIO 15a EDIZIONE

 

TEATROMONDO

Parigi, sussurri e grida contro il silenzio del mondo

di Giuseppe Montemagno

Berlino loves Africa, a Foreign affaire i dubbi irrisolti del postcolonialismo

di Elena Basteri

Non solo Nekrošius: il teatro lituano spicca il volo al Festival Sirenons

di Laura Caretti

La “disperata vitalità” di Beirut crocevia del dialogo est-ovest

di Franco Ungaro

 

HUMOUR

G(l)ossip

Il secolo breve, le primarie del teatro, le dimissioni rinviate

di Fabrizio Sebastian Caleffi

 

DOSSIER / RESIDENZE TEATRALI

a cura di Laura Bevione e Albarosa Camaldo

Residenze: multiformi, flessibili, resistenti

di Mimma Gallina

Piemonte a rischio “congelamento”, nuove strategie per resistere alla crisi

di Giorgia Marino

Quando il privato sostituisce il pubblico, l’anomalia lombarda di Progetto Ętre

di Claudia Cannella

Preservare e coltivare: il modello Toscana

di Gherardo Vitali Rosati

Puglia felix: luci e ombre di un miracolo teatrale

di Nicola Viesti

Veneto: prove informali di residenzialità

di Roberta Ferraresi

Lazio, cronaca di un’occasione perduta

di Roberta Nicolai

Calabria, un sistema in cerca d’identità

di Emilio Nigro

L’altra Italia, non proprio residenze ma…

di Laura Bevione

Mettere radici in Francia, se il teatro crea una comunità

di Carlotta Clerici

Scrittori residenti: quando l'autore vive e lavora sul palcoscenico

di Maggie Rose

 

NATI IERI. I PROTAGONISTI DELLA GIOVANE SCENA / 42

Marta Cuscunà, un grintoso teatro di resistenza

di Roberto Canziani

 

TEATRO RAGAZZI

Lamezia Terme, Mantova e Parma, l'autunno multicolore delle nuove generazioni

di Mario Bianchi


TEATRO DI FIGURA

Incanti, le fiabe del mondo rendono omaggio ai fratelli Grimm

di Laura Bevione

 

CRITICHE

 

DANZA

Tra coreostar, emergenti e “global hip hop” TorinoDanza vola verso il primato

di Domenico Rigotti

I "millepiani" di Romaeuropa dove ogni interferenza è impossibile

di Paolo Ruffini

 

LIRICA

Odor di zolfo sotto le ceneri del repertorio sommerso

di Giuseppe Montemagno

 

DRAMMATURGIA

Paravidino, la lingua del teatro è quella dell'attore

di Claudia Cannella

 

TESTI                                                                     

Il diario di Mariapia di Fausto Paravidino

 

BIBLIOTECA

a cura di Albarosa Camaldo

 

LA SOCIETA’ TEATRALE

di Roberto Rizzente