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Theaterheute


n. 11, 2012, pp. 72, € 12,00
ISSN 0040 5507

 

Il numero di «Theaterheute» si apre con una relazione di Marina Davydova, studiosa di teatro e direttrice artistica del NET Festival di Mosca, dedicata alla situazione dello spettacolo nell’età di Putin. Emerge un quadro tinteggiato di colori cupi dalla censura e da un sistema propagandistico di vecchio stampo. Dalla Russia, con il prossimo servizio di “Ausland” ci si trasferisce a New York, dove Davide Levine ha realizzato un’interessante installazione, Habit. Nello spazio di un’ampia galleria in Lower East Side, trasformata negli spazi di un moderno appartamento, gli attori hanno interpretato Children of Kings di Jason Grote, seguendo un codice espressivo in cui convergono linguaggi teatrali e linguaggi artistici.

 

Piuttosto corposa si presenta la sezione “Aufführungen”, lo spazio dedicato alle recensioni delle recenti produzioni teatrali di area tedesca. La Schaubühne di Berlino ha ospitato Volksfeind di Heinrik Ibsen per la regia di Thomas Ostermeier, che legge il dramma in chiave moderna sottolineando soprattutto gli aspetti politici e approfondendo il realismo psicologico dei personaggi. Convincente è risultata la prova degli attori, Ingo Hülsmann, Stefan Stern, Moritz Gottwald, Eva Meckbach. Lo stesso testo dello scrittore scandinavo è stato oggetto di rappresentazione scenica da parte di Jorinde Dröse. Inserito nel cartellone del Maxim Gorki Theater della capitale, lo spettacolo si caratterizza per una regia surreale, con venature comiche, situazioni paradossali e ritmi di recitazione piuttosto veloci da parte degli attori, tra i quali Sabine Waibel, Matti Krause, Gunnar Teuber, Cornelius Schwalm. Nello Schauspielhaus di Dresda Jahn Klata ha proposto Titus Andronicus di William Shakespeare con una compagnia formata da sei attori tedeschi e sei polacchi, tra i quali Paulina Chapko, Robert Höller e Piotr Rudzki, con Wolfgang Michalek nella parte del titolo. Di rilievo artistico è risultata la messinscena di Krieg und Frieden, adattamento dell’omonimo romanzo di Tolstoj (Guerra e pace) da parte del dramaturg Matthias Hartmann, anche regista dello spettacolo del Centraltheater di Lipsia, che propone un testo basato essenzialmente sulla centralità delle tematiche amorose. Volker Lösch si è confrontato con il romanzo Rote Erde di Peter Stripp, che racconta la storia dell’industrializzazione della Ruhr a partire dalla fine dell’Ottocento. La messinscena del Grillo Theater di Essen, cruda e asciutta, ha evidenziato le doti espressive degli attori, tra i quali Glenn Goltz, Gloriane Kleinpass, Bruno Kruska, Lisa Jopt. Dal tema dello stress presente nella società contemporanea si enuclea X-Freude, novità di Felicia Zeller che «Theaterheute» pubblica tempestivamente nella sezione “Das Stück” di questo numero. La messinscena curata da Nis-Momme Stockmann per lo Schauspiel di Hannover segue percorsi di ricerca sperimentale. L’intramontabile Faust di Johann Wolfgang Goethe è oggetto di due distinti allestimenti. Stefan Pucher, nella produzione concepita per lo Schauspielhaus di Francoforte, affronta la prima parte del capolavoro con un taglio decisamente contemporaneo, inserendo molta musica pop-rock. Tra gli attori, hanno ottenuto consensi di pubblico Alexander Scheer e Marc Oliver Schulze. La rappresentazione di Faust II, avvenuta sempre nello stesso teatro, porta la firma di Günther Kräme. Colpisce l’uso creativo delle luci e la lettura del testo goethiano in chiave moderna, badando con azzeccate intuizioni interpretative ai legami con il capitalismo e l’industrializzazione planetaria, come hanno espresso sul palcoscenico abili attori come Wolfgang Michael (Faust), Constanze Becker (Mefisto) e Valery Tscheplanowa (Elena). “Aufführungen” prosegue con Orpheus steig herab di Tennessee Williams, che l’attenta e rigorosa regia di Sebastian Nübling trasferisce nei Kammerspiele di Monaco seguendo con cura le pieghe narrative della commedia e contaminando le parti drammatiche con effetti assurdi e volutamente ridicoli, ben assimilati dagli attori principali, Annette Paulmann, Risto Kübar, Wiebke Puls, Angelica Krautzberger.

 

Una lunga e articolata intervista rilasciata da Armin Petras permette al lettore di «Theaterheute» di ricevere preziose e dettagliate informazioni relative al percorso creativo che matura intorno alla realizzazione di una messinscena; altri passaggi piuttosto interessanti sono quelli che riguardano la situazione del teatro contemporaneo ed europeo.

 

Infine «Theaterheute» dedica un meritato profilo artistico a Niels Lewerbeck, artista e gallerista, soprattutto produttore e talent scuot di molti gruppi indipendenti attivi in Germania, prematuramente scomparso in tempi recenti.

 

di Massimo Bertoldi


La copertina

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