drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Theaterheute, n. 10, 2012


pp. 63, € 12, 00
ISSN 0040 5507

 

L'apertura di «Theaterheute» compete alla sezione “Aufführungen”, lo spazio dedicato alle recensioni delle recenti produzioni teatrali di area tedesca. Si inizia con Europeras, 1 di John Cage nella versione data da Heiner Goebbels, nuovo intendente del festival Ruhertriennale, in versione pop e postmoderna, interpretata da Asmik Grigorian, Nikolay Borchev, Susanne Gritschneder e Robin Tritscher. Si rimane in ambito Ruhrtrienale con 12 Rooms, ideazione di Klaus Biesenbach e Hans Ulrich Obrist e allestita nel Folkwang-Museum di Essen. Undici attori - tra questi Julia  Häusermann, Tiziana Pagliaro e Remo Beuggert – presentano negli ambienti della Pact-Zollverein sempre di Essen Disabled Theatre di Jérome Bel e Theater Hora. Si tratta di brevi quadri scenici in cui si intrecciano linguaggi della danza e del teatro. Il tradizionale appuntamento con il festival di Salisburgo offre un repertorio maggiormente attento alle ragioni dell'arte piuttosto che alle certezze degli incassi. E' questo l'orientamento voluto dal nuovo direttore, Sven – Eric Bechtolf, già attore e regista, che ha iscritto nel cartellone spettacoli molto ricercati come la novità Meine Bienen. Eine Schneise di Händl Kraus, interpretato da Brigitte Hobmeier, Stefan Kurt, André Jung. Il classico Prinz Friedrich von Homburg di Heinrich von Kleist (coproduzione con il Burgtheater di Vienna) curato dalla regia di Andrea Breth è calato in una scena moderna, con pannelli grigi che bene si armonizzano a livello simbolico con i costumi rigorosamente in nero indossati dai protagonisti affidati alle competenze di attori di qualità quali August Diehl nel ruolo del titolo, Peter Simonischek, Pauline Krop, Gerhard König, Elisabeth Orth. Tra gli altri iscritti coinvolti nella rassegna salisburghese spiccano i nomi di Gruppe Theatre, Young Directors Project. Hanno provocato reazioni contrastanti nel pubblico e nella critica l'interpretazione molto dura, violenta e visivamente provocatoria nei movimenti degli attori (Scott Köhler, Shantala Shiralingappa, Ingvar E. Sigurdsson) impegnati nella messinscena di Peer Gynt di Henrik Ibsen per la regia di Irene Book e in This is how you will disapplar di Young Directors Award. “Aufführungen” prosegue con la scena berlinese, in cui spicca Ödipus Stadt. Die Theben Trilogie di John von Düffel secondo la versione scenica curata da Stefan Kimmig. Nell'allestimento, che inaugura la stagione del Deutsches Theater, la parte di Creonte spetta a Susanne Wolff, mentre Edipo è Ulrich Matthes, Tiresia è affrontato da Sven Lehmann, Antigona da Katrin Wichmann. Nel Thalia Theater di Amburgo il pubblico ha applaudito il cechoviano Platonow per la regia di Jon Fosse, che intreccia segmenti circensi, situazioni malinconiche e momenti esilaranti. Tra gli attori spiccano Jens Harzer nel ruolo del titolo, Bruno Cathomas, Victoria Trauttmandorff, Patricia Ziokowska, Christof Bantzer. La novità di Elfriede Jelinek, Schatten (Eurydike sagt), che si legge in versione integrale nella sezione “Das Stück” di questo numero di «Theaterheute», rovescia la prospettiva mitologica di Orfeo ed Euridice, trasformando la figura femminile in una semplice donna moderna che vive un rapporto di ossessione con i propri vestiti quotidiani, segno di una riflessione inquietante sulla morte e sull'arte. Protagonista della messinscena applaudita nel Philarmonie di Essen è Johanna Wokalek.

 

In “Das Gespräch” Frie Leysen, curatrice della nuova edizione del festival internazionale Foreign Affairs, Matthias von Hartz, ex direttore della stessa manifestazione, e Thomas Oberender, intendente dei Berlines Festspiele, analizzano la scena berlinese contemporaneamente e si interrogano in merito agli spazi occupati dai teatri indipendenti attivi nella capitale e nelle relazioni con la scena internazionale.

 

I profili di due attrici, Susanne Lothar e Doris Schade, occupano lo spazio di “Akteure”. La prima, famosa soprattutto per le espressioni del viso, calca con successo le scene tedesche a partire dagli anni Ottanta, alternando parallele e fortunate esperienze cinematografiche, come spiega il regista Andres Veile, che ha diretto l’attrice in Wer wenn nicht wir. Figlia d’arte, la Lothar, che è recentemente comparsa, ha collaborato con prestigiosi registi, quali Jossi Wieler, Peter Zadek, Ulrich Mühe. Anche la lunga carriera di Doris Schade, classe 1924, è coronata da spettacoli di pregevole qualità artistica, dalla giovane e spigliata Desdemona nell’Otello diretto da Fritz Kortner nel 1962 alla folle Medea di Hans Henny Jahnn per la regia di Ernst Wendt del 1981, per proseguire con la parte di Tiresia in Antigone nella versione prodotta da Lars – Ole Walburg (2004) e concludere l’avventura teatrale con il monologo Marieluise. Die Rückseite der Rechnungen di Marieluise Fleißer.

 

Lo sguardo sulla scena internazionale (“Ausland”) si occupa della situazione attuale del teatro spagnolo, orientando l’attenzione sulle ripercussioni della grave crisi economica nel sistema di creazione e distribuzione dello spettacolo.



di Massimo Bertoldi


La copertina

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013