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Teatri delle diversità
rivista europea

n. 59/60, giugno 2012, p.99, € 12.00
ISSN 1594-3496

«Teatri delle diversità» riparte con un ricco numero doppio, dopo un periodo di assenza determinato da problemi economici che hanno seriamente messo a rischio la sua sopravvivenza. Il direttore Vito Minoia rivolge ai lettori, agli enti, alle istituzioni e alle biblioteche, un invito a sostenere la rivista, al fine di continuare a valorizzare quelle «ricchezze differenti» che ne costituiscono lo spirito fondatore. Nonostante le difficoltà finanziarie cresce il prestigio internazionale del periodico e il suo impegno nel teatro d’interazione sociale, all’insegna del dialogo tra le culture. Il Comitato scientifico annovera due nuovi membri: Maria S. Horne, docente di teatro alla Buffalo University (New York) e il drammaturgo Alejandro Finzi dell’Università di Comahue (Patagonia, Argentina), ospite all’ultimo convegno di Urbania dedicato a Franco Basaglia dove ha messo in scena La Piel, prima opera di Finzi tradotta in italiano in esclusiva nella sezione Documenti 

I contributi di Morando Morandini e Claudio Facchinelli si soffermano sui laboratori teatrali di Fabio Cavalli nel carcere romano di Rebibbia, esperienza resa celebre grazie al pluripremiato Cesare deve morire dei fratelli Taviani, vincitore dell’Orso d’oro all’ultimo Festival del Cinema di Berlino. Cavalli è stato protagonista anche dell’incontro organizzato dall’ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro) con i detenuti della Casa Circondariale di Villa Fastiggi (Pesaro) in occasione della Giornata Mondiale del Teatro (27 marzo), ricorrenza celebrata anche da un messaggio augurale di John Malkovich.

A Giuliano Scabia va il riconoscimento di «Teatri delle diversità» per il suo impegno nel sociale. Il premio consegnato al Teatro della Pergola di Firenze è stato motivato con le parole che Claudio Meldolesi pronunciò a Cartoceto nel 2009 per presentarlo al pubblico del nono Convegno Internazionale della rivista. Il discorso di saluto di Scabia è un omaggio a quegli uomini di teatro, intellettuali, maestri e colleghi che l’hanno accompagnato nel viaggio della vita.

La sezione Maestri e allievi è dedicata a Eugenio Barba che, nell’intervista di Vito Minoia, ripercorre le sue cinquantennali vicende teatrali: la famiglia dell’Odin Teatret, la genesi dell’ultimo spettacolo La vita cronica, l’isola del Terzo Teatro, le ricerche dell’ISTA nell’ambito dell’antropologia teatrale, il rapporto con le culture orientali, il senso etico del mestiere, il teatro come baratto in quanto «tecnica per stabilire relazioni: con se stessi, con il passato e il presente».

L’Approfondimento di questo numero è dedicato all’organizzazione nel teatro sociale, argomento affrontato dalle ultime due edizioni del Master di Teatro Sociale di Comunità dell’Università di Torino e dal Corso ‘open’ della Scuola Paolo Grassi di Milano. I contributi di Mimma Gallina e Alessandra Rossi Ghiglione tracciano le linee metodologiche e i processi organizzativi di questo giovane settore di studi. Caravan. Artists on the Road, progetto vincitore per l’anno 2011 del Bando Europeo Cultura 2000, è un’esperienza vitale di teatro sociale e di comunità che coinvolge undici partner tra teatri, università e fondazioni. Il teatro viaggiante di Caravan attraverserà quaranta città nelle quali saranno allestiti eventi teatrali ispirati alle storie degli abitanti con lo scopo di «rafforzare il senso di legame sociale tra quelle comunità e il loro territorio di appartenenza».

Il Panorama internazionale apre delle prospettive interessanti su diversi paesaggi culturali: dai «bassarì», antichissima civiltà del Senegal Oriental che «impregna di teatro il quotidiano, in ogni gesto ed azione», all’estremo Oriente. Ginevra Sanguigno racconta l’incontro con i Sun Son di Taiwan, compagnia interdisciplinare di attori danzatori e musicisti che lavorano principalmente sul corpo e sulle sonorità, ma anche dell’esperienza vissuta con gli animatori teatrali Mariko e Suso «ambasciatori del sorriso» a Otsuchi, una delle zone più colpite dallo tsunami del 2011. La giovane attrice Monica Santoro ci fa conoscere il moscovita Teatro Laboratorio di Piotr Fomenko, violinista e pluripremiato regista, autore di oltre sessanta spettacoli rappresentati in tutto il mondo. Cultura e psichiatria, questi i temi degli incontri europei di Futur Composé a Parigi (21-24 settembre 2011) che, sulle tracce del pensiero di Franco Basaglia e Lucien Bonnafé, propongono lo sviluppo di un circuito di produzione artistica che coniughi l’arte con la salute mentale. A rappresentare l’Italia c’erano Claudio Misculin e l’Accademia della Follia con La luce di dentro. Viva Franco Basaglia! per la regia di Giuliano Scabia. Karin Freymaeyer descrive invece i progetti dello Studiobühne – il dipartimento di cultura teatrale dell’Università tedesca della Ruhr a Bochum – ispirati ai mezzi di comunicazione visiva. Claudio Facchinelli testimonia il fervido clima dell’ottava edizione di Teatralny Koufar, il festival internazionale di teatro universitario svoltosi a Minsk (Bielorussia). Il contributo di Monica Dragone tratta degli spettacoli promossi dall’Associazione Dora e Pajtimit sulle problematiche del Kanun (il codice consuetudinario vigente nelle zone montanare dell’Albania), rappresentati parallelamente tra Milano e Scutari. Chiude il Panorama internazionale l’intervista all’attrice africana Odile Sankara, interprete di un teatro contraddistinto da una forte carica etica e politica. 

Le pagine centrali della rivista illustrano le giornate di Impazzire si può 3, il dodicesimo convegno di «Teatri delle diversità» svoltosi a Urbania gli scorsi 26-27 novembre, incentrato sul tema della psichiatria dalla rivoluzione di Basaglia ad oggi. «Due giorni di un’intensità quasi da stordire» per usare le parole di Claudio Facchinelli che descrive i momenti salienti del convegno, ricco di spettacoli, filmati, letture e dibattiti; ma anche gli interessanti interventi del variegato pubblico composto da artisti, studenti, psichiatri, docenti universitari, giornalisti e malati mentali. Centro propulsore della manifestazione diventa Marco Cavallo, il gigantesco cavallo di cartapesta azzurra che sorpassò le mura del manicomio di Trieste nelle celebri vicende del 1973 condotte da Giuliano Scabia. Nitrisce silenzioso con la testa all’insù per le strade di Urbania giungendo, in compagnia dei giovanissimi studenti della Scuola Galilei di Pesaro, alla Casa Circondariale di Villa Fastiggi. Paolo Garofalo, formatosi al pensiero di Basaglia, spiega le teorie illuminanti dello psichiatra, il suo approccio con il paziente volto alla comprensione delle diversità comportamentali. Uno spazio è dedicato infine all’acuto intervento di Gianni Tibaldi che focalizza l’attenzione sul rapporto tra la violenza e i giovani protagonisti della Primavera Araba.

Stefano Simoncelli e Walter Valeri, fondatori del Festival Internazionale di poesia Il Porto dei Poeti a Cesenatico, svelano lo spirito intimo e il senso ultimo dell’iniziativa, giunta alla quinta edizione. Valeria Ottolenghi ci offre una bella recensione della mostra Adam and Eve di Samuel Bak allestita alla Pucker Gallery di Boston. Opere come Adam and Eve and the Last Words, Return to Vilna, The Family e The Search for Each Other rivelano il dolore della persecuzione nazista vissuta personalmente dall’artista polacco. Segue l’intervista a David Anzalone, attuale direttore artistico del Centro Teatro di Senigallia, che parla del suo teatro militante legato alle discriminazioni sociali, all’handicap e al concetto di «normalità e anormalità». Annet Henneman racconta i progetti di Teatro Reportage, momento significativo delle attività militanti del Teatro del Nascosto. Alla formazione e all’educazione dello spettatore è stato dedicato un seminario dal titolo Didattica della visione/École du spectateur organizzato dagli operatori della Rete Teatrale Aretina in collaborazione con l’associazione ANRAT di Parigi; argomento integrato anche dalle riflessioni di Giorgio Testa che indica le tappe degli eventi promossi dal CTE (Centro Teatro Educazione). Eleonora Firenze introduce invece i progetti artistici del Teatro I di Milano, diretto da Renzo Martinelli e Francesca Garolla, tra cui la ristrutturazione e l’ampliamento della struttura.

Per la sezione Festival ricordiamo la manifestazione in onore di Otello Sarzi, il famoso burattinaio commemorato sulle rive del Po da amici e allievi; le intense giornate dei Teatri del Sacro a Lucca ampiamente illustrate da Ivana Conte; il Festival Teatrale di Resistenza (Gattatico, Reggio Emilia) recensito da Valeria Ottolenghi, autrice, inoltre, di un acuto intervento sulle giornate ferraresi della rivista «Internazionale», dove si discute la quasi totale mancanza dell’argomento teatrale tra le sue pagine; e ancora il newyorkese Under the radar ’12 che quest’anno ha ospitato due creazioni italiane: Alexis. A Greek Tragedy e The Plot is the Revolution, firmate entrambe dai Motus.

Ricordiamo infine le recensioni (a spettacoli e libri) di Ivana Conte, Giuseppe Liotta, Rosy Battaglia, David Aguzzi, Lorenzo Macharis, Vittorio Orsenigo, Valeria Ottolenghi, Maria D’Ambrosi e Yosuke Taki e l’intelligente intervento del sociologo Peter Kammerer che riflette, tramite la lente concettuale di Marx, sul capitalismo e l’impoverimento dei nostri tempi.  



di Adela Gjata


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