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La sacra canoa. Rena Mirecka dal teatro laboratorio di Jerzy Grotowski al parateatro

A cura di Zbigniew Jedrychowski, Zbigniew Osinski e Grzegorz Ziolkowski
Ed. italiana a cura di Pier Pietro Brunelli e Luisa Tinti

Roma, Bulzoni, 2010, pp. 294, euro 25
ISBN 9788878705449

Il volume, edito da Bulzoni a cura di Pier Pietro Brunelli e Luisa Tinti, è l’edizione italiana, ampliata e aggiornata, del libro Podróż. Rena Mirecka aktorka Teatru Laboratorium (Viaggio. Rena Mirecka attrice del Teatro Laboratorio), pubblicato dal Centro Grotowski di Wroclaw nel 2005 a cura di Zbigniew Jędrychowski, Zbigniew Osiński e Grzegorz Ziółkowski, ed è un omaggio alla figura e all’attività di Rena Mirecka, attrice tra le più impegnate della ricerca teatrale del secondo Novecento.

 

Nata nel 1934 ad Aulnay-sous-Bois presso Parigi, Mirecka trascorre l’infanzia nella terra d’origine dei genitori e nel 1959, dopo aver terminato gli studi alla Scuola di recitazione di Cracovia, raggiunge Grotowski ad Opole, cittadina universitaria nel sudovest della Polonia, dove risulta già attiva nei primi esperimenti nel Teatro delle 13 File, chiamato così per via delle tredici file di poltrone che lo costituivano. Il lavoro a fianco del regista polacco segna indelebilmente la sua carriera d’attrice e negli anni successivi interpreta i principali personaggi femminili in tutte le opere del Teatro Laboratorio di Wrocław (Akropolis, Il Principe Costante, Apocalypsis cum figuris), tanto da diventarne uno dei punti di riferimento. Negli anni Settanta, sempre a fianco di Grotowski, aderisce con entusiasmo alla fase “parateatrale” inaugurata dal maestro polacco. Proprio la riflessione sull’utilizzo della recitazione a fini educativi e pedagogici, arricchita da frequenti soggiorni in India, proseguirà anche dopo il 1984, anno dello scioglimento ufficiale del Teatr Laboratorium, quando Mirecka inizia a condurre seminari in molti paesi del mondo, prima da sola e poi in collaborazione con Ewa Benesz e Mariusz Socha, anch’essi attori formatisi con Grotoswi. 

 

Il libro, approvato dall’attrice medesima e dotato di un ricco apparato iconografico, raccoglie fonti e testimonianze sparse sulla carriera di Mirecka. Meritano certamente una menzione l’intenso ritratto scritto dal critico teatrale e co-fondatore del Teatro Laboratorio, Ludwik Flaszen, le lettere inviate tra il 1965 e il 1969 da Rena alla sua “amata professoressa”, nonché modello di attrice e persona, Halina Gallowa, così come gli scritti poetici redatti dalla stessa Mirecka. All’occhio dello storico del teatro il documento più interessante è pero senz’ombra di dubbio la pubblicazione di un estratto dei quaderni di appunti redatti tra il 1959 e il 1964 e custoditi gelosamente dall’attrice fino al 2004. Si tratta di annotazioni, resoconti e riflessioni che Mirecka compose per lo più su foglietti occasionali, tovaglioli o pagine strappate di giornale, durante i momenti di pausa dall’attività teatrale. Con un tono talvolta intimistico, essi raccontano tratti inediti della vita in comune che accomunò i protagonisti della stagione del teatro di ricerca di quegli anni: dalle relazioni sul lavoro ai problemi pratici (la mancanza di alloggi e di denaro, il problema dell’alcool), dalla descrizione degli “esercizi plastici” ai rapporti con gli attori.  

 

Rispetto alla versione polacca del volume, l’edizione Bulzoni, promossa dal Centro Teatro Ateneo dell’Università La Sapienza di Roma, contiene anche alcuni inediti tra cui una lettera di Mirecka a Pier Pietro Brunelli, psicoterapeuta che con l’attrice pedagoga ha iniziato un percorso di collaborazione a Pedrusiligu, sulle colline della Nurra sarda, a partire dal 1988. Resta il rammarico per l’assenza di un saggio critico introduttivo in grado di analizzare e contestualizzare i molti documenti citati anche alla luce dell’esemplare carriera dell’attrice.


di Leonardo Spinelli


La copertina

cast indice del volume


 



 
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