Il 16 giugno 2010 è stato presentato il volume I disegni del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Inventario - I (1933-1943), a cura di Moreno Bucci. La pubblicazione, in cui si contano circa 1800 immagini di qualità eccellente, si annuncia come la prima di una importante serie composta da almeno altre due (sicure) uscite. In essa si raccoglie materiale iconografico vario: bozzetti dei costumi (per la più parte) a cui si aggiungono progetti di scenografie, piantazioni, particolari delle scene e fotografie dei modelli scenografici plastici. Nella stessa occasione è stata presentata la nuova Informatizzazione del Fondo bozzetti e figurini dellArchivio Storico del Maggio Musicale Fiorentino. Il progetto è stato finanziato dalla fondazione Carlo Marchi.
La discriminante 1933, quale anno di inizio della raccolta inventariale, coincide con lavvio dellattività del nuovo Ente Autonomo del Teatro Comunale di Firenze, sulle fondamenta del precedente Politeama Fiorentino Vittorio Emanuele II (acquistato nel 1928 dal Comune e trasformato per la riapertura). Da quellavvio, la produzione lirico-sinfonica del Comunale ha creato migliaia di opere, e una quantità di materiale iconografico pari a circa 12000 disegni di vario tipo, che, come sottolinea Annamaria Petrioli Tofani (Presidente della Fondazione Marchi), se da un lato «aggiunge prestigio al teatro fiorentino, pone dallaltra non pochi problemi sia sul piano della conservazione che su quello della consultazione». Ecco dunque uno dei pregi maggiori (ma non lunico, evidentemente) del volume di Bucci.
La scientificità del progetto in atto, è garantita dalla lunga esperienza del curatore, quale responsabile della collezione qui presentata. Egli fin dal 1979 si occupa dello studio del materiale iconografico del Comunale – conservato presso lArchivio Storico – e dal 1989 ha intrapreso unopera di divulgazione dello stesso attraverso la cura di mostre, ospitate presso il Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi, sui pittori-scenografi che hanno lavorato con il Maggio. Il volume quindi condensa in sé trenta anni di attività. Inoltre, dato “forse” poco ovvio ma di capitale importanza, luso di questo inventario permette «di limitare al massimo la manipolazione di molti dei fragili bozzetti, figurini e modellini» originali.
Ecco perché I disegni del maggio musicale fiorentino, come esplicita lo stesso curatore, è strutturato come un vero e proprio inventario: la riproposta del materiale iconografico è scevra da qualunque intento esegetico. Si è voluto offrire un importante strumento di lavoro a coloro che orientano la propria attenzione verso questo tipo di analisi, per offrire una «‘carta didentità dei pezzi in collezione, completa di ogni dato oggettivo: numeri dinventario, nome dellopera o del balletto o dello spettacolo teatrale, compositore o coreografo o scrittore, date di esecuzione, atti, personaggi, tecnica, misure, firme, datazioni, annotazioni autografe e annotazioni depoca». Il lavoro di minuziosa e approfondita catalogazione è stato condotto dagli addetti ai lavori con i disegni sempre fisicamente presenti sotto i loro occhi. I “bozzetti” non conservati nellarchivio storico del teatro, ma recuperati, vedono inserita la loro scheda descrittiva insieme con limmagine (spesso la riproduzione di una riproduzione in bianco e nero); delle messinscene il cui materiale iconografico non è stato recuperato, e che quindi mancano del riferimento fotografico anche nel volume, si è inserita solo la scheda dello spettacolo.
Il lettore è introdotto in un universo affascinante, grazie a stampe di grande pregio stilistico, artistico e poetico. E ha la possibilità di scoprire lopera di pittori del calibro di De Chirico, Sironi e Casorati (per citare solo alcuni), applicata a quella che troppo spesso viene catalogata frettolosamente come unarte accessoria allo studio del fenomeno teatrale nel suo complesso. Fin dai primi studi di Aby Warburg sui bozzetti della Pellegrina del 1589, al contrario, essa ha fornito uno strumento prezioso, perché imprescindibile, per la completezza degli studi della storia del teatro. Significativo e non trascurabile che un progetto di tale portata, come quello rappresentato dalla pubblicazione dellInventario, prima di adesso «mai realizzato», sia nato a Firenze. Qui lUniversità, da tempo, ha saputo cogliere lessenza più profonda dellimportanza degli studi iconografici applicati alle discipline dello spettacolo e rappresenta a tuttoggi una delle realtà più attive e prolifiche in questo senso.
I disegni del teatro del Maggio Musicale Fiorentino è strutturato secondo un ordine cronologico. Allinterno di ogni anno si segue lordine determinato dalla data della “Prima”. Ogni opera è introdotta dalla scheda completa della rappresentazione; a questa segue la sezione descrittiva dei disegni inseriti, con il nome dellartista che li ha prodotti; in ultimo troviamo le immagini, diversificate per grandezza: quelle relative alle scenografie hanno una dimensione maggiore rispetto ai bozzetti dei costumi.
Il volume è introdotto dalla Struttura della scheda e norme per la consultazione. Il tutto è ulteriormente arricchito da un Appendice. 1850-1931 in cui sono riportati alcuni disegni (divisi in quattro gruppi) «che hanno origini e storie differenti da quelli della collezione» del Comunale. Di questi si propongono anche delle attribuzioni. Di grande utilità appare la bibliografia ragionata e suddivisa per anni.
di Diego Passera
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