La rivista si apre con una dettagliata relazione di “Theatertreffen”, lannuale rassegna berlinese che premia le migliori dieci produzioni tedesche dellultima stagione. Si inizia con il profilo dedicato a Markus John, attore da tredici anni nella compagnia dello Schauspiel di Colonia, che annovera una serie di spettacoli di successo a partire da Kasimir und Karoline di Ödön von Horváth fino alla commedia premiata Die Schmutzigen, die Hässlichen und die Gemeinen, riduzione teatrale ricavata dal film Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola e affidata alla regia di Karin Beier. Guidato da registi di prestigio come Armin Petras e Michael Thalheimer, Markus John è stato applaudito protagonista di altri importanti allestimenti, tra i quali spicca Calypso di Roland Schimmelpfennig ideato da Jurgen Gösch.
La messinscena di Life and Times-Episode 1 ha puntato i riflettori berlinesi su Pavol Liska e Kelli Cooper, personaggi di riferimento dellavanguardia di New York per effetto di un lungo e prolifico lavoro di ricerca, che fissa in No Dice e in Nature of Oklahoma (adattamento di America di Franz Kafka) le tappe principali. Adattamenti di testi classici con tocchi sperimentali e nuove opere costituiscono le linee guida della scena contemporanea tedesca, come documentato dagli spettacoli selezionati per “Theatertreffen” di cui si è detto e ai quali si affiancano Liebe und Geld di Dennis Kelly (regia di Stephan Kimmig), Kleiner Man – was nun? di Hans Fallada (regia di Luc Perceval), Ich schau dir in die Augen di René Pollesch, Trust di Falk Richter e Dritte Generation di Yael Ronen. Da una conversazione con due membri della giuria, Ellinor Landmann e Christopher Schmidt, emergono riflessioni artistiche sugli spettacoli scelti e preziose informazioni circa i criteri adottati per la selezione.
In alternativa a “Theathertreffen” si svolge a Mühlheimer un festival che indirettamente considera gli esclusi dalla prestigiosa passerella della capitale. Così si incontrano autori illustri della drammaturgia contemporanea come Elfriede Jelineck con Die Kontrakte des Kaufmanns allestito da Nicolas Stemann, Katrin Röggla che firma Die Beteiligten per la cura scenica di Stephan Rottkamp. Le due scrittrici condividono pungenti denunce dellipocrisia e delle manipolazioni presenti nellinformazione. Personaggi smarriti alla ricerca di identità e riferimenti caratterizzano le commedie di Nis-Momme Stockmann (Kein Schiff wird kommen, regia di Annette Pullen) e di Dirk Lauck (Für alle reicht es nicht, regia di Sandra Strunz). Roland Schimmelpfennig e Dea Loher, rispettivamente con Die goldene Drache e Liebe, affrontano con ironia e soluzioni grottesche momenti di storia del Novecento. É la paura il filo conduttore di due spettacoli recensiti in “Aufführungen”, la sezione della rivista berlinese in cui si segnalano le novità. Si tratta di Nur Nichts, divertente commedia di Sibille Berg della quale è protagonista una coppia di quarantenni con le loro ansie quotidiane interpretate da Sarah Victoria Frick e Daniel Jesch per la regia di Niklaus Helbing e Hauptsache Arbeit! ancora della Berg (il testo è pubblicato nel numero di «Theaterheute» di questo mese), che ambienta la vicenda nel mondo della criminalità. La commedia è stata allestita nello Staatsschauspiel di Stoccarda da Hasko Weber che firma una regia attenta alle sfumature interiori dei personaggi consegnati alle abilità espressive di Minna Wündrich, Ernst Konarek, Jonas Fürstenau, Marietta Meguid e Martin Leutgeb.
Il Deutsche Theater di Berlino ha ospitato il debutto di Talking of Baby di Dennis Kelly, inquietante storia di una madre, vera o falsa, che avrebbe perso due figli. Ricco di richiami a Medea euripidea, il testo è stato interpretato, tra gli altri, da Barbara Schnitzler, Peter Moltzen, Moritz Growe. Dal repertorio dello stesso drammaturgo inglese è stato assunto DNA, movimentata storia di un gruppo di adolescenti, con Valentina Repetto, Max Wagner, Anne Abendrath, Eva Kessler e Philipp Richardt, rei ruoli principali. Di rilievo è risultato lallestimento di Kindern der Sonne, rielaborazione dellomonimo testo di Maxim Gorki, da parte di Luk Perceval presso il Thalia Theater di Amburgo. Il regista tratta il tema della malattia come metafora dei mali della società contemporanea e accorda agli attori (Oda Thormeyer, Hans Kremer, Patricia Ziolkowska, Tim Werner) tratti malinconici di cechoviana memoria. Per Punk-Rock di Simon Stephen, Daniel Wahl sceglie la contestualizzazione nella ex DDR per raccontare frustrazioni e malesseri della gioventù doggi.
Nellarticolo “Stein über Lampe” Peter Stein rilascia unintervista in cui parla di Ute Lampe, soffermandosi con particolare attenzione sui principali allestimenti realizzati con la famosa attrice, da Der Park di Botho Strauss a Fedra.
di Massimo Bertoldi
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