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Monica Dall'Asta

Trame spezzate
Archeologia del film seriale

Genova, Le Mani, 2009, p. 348, euro 20.00
ISBN 978-88-8012-477-1

Il tema della serialità nel cinema sta ritrovando una rinnovata centralità all'interno del dibattito teorico e storiografico. Tra i contributi freschi di pubblicazione vanno annoverati sia il doppio approfondimento proposto dalla rivista «Segnocinema» (nn. 160 e 161), che si interroga soprattutto sul cinema e sui media contemporanei, sia l'ultimo libro di Monica Dall'Asta (una delle studiose più intellettualmente vivaci del nostro Paese), Trame spezzate – Archeologia del film seriale, il cui periodo storico di riferimento, come suggerisce il sottotitolo, è invece quello del cinema delle origini. Come riconosce la stessa autrice, il corposo volume è in realtà frutto di molti anni di ricerche, i cui risultati hanno portato alla pubblicazione, seppur in forme assai diverse, di numerosi saggi, tra cui va sicuramente ricordato Fantômas. La vita plurale di un antieroe (Il principe costante, 2004). Adottando una prospettiva storica che coniuga da una parte l'idea di «industria culturale» proposta dai filosofi della Scuola di Francoforte Max Horkheimer e Theodor Adorno in Dialettica dell'illuminismo (1947) e dall'altra le più recenti acquisizioni degli studi sulla serialità portati avanti in Italia già dagli anni Ottanta per impulso di Francesco Casetti, Dall'Asta inquadra questo studio delle pratiche seriali nel cinema delle origini come un vero e proprio «recupero archeologico» utile, per la sua stessa natura, anche a comprendere i fenomeni della contemporaneità (seguendo in questo l'intuizione di Walter Benjamin, che parlava del divenire storico come movimento seriale «ritmico»).

 

Il fenomeno della serialità conquista sin da subito il cinema (già la produzione dei Lumière potrebbe per l'autrice rientrare in tale categoria), soprattutto in Francia, dove la tradizione letteraria del feuilleton, ovvero del romanzo d'appendice, è fortissima. Il cinema, macchina di rappresentazione del reale, meccanismo moderno capace di tenere insieme tecnica e mitopoiesi, appare sin da subito fertile terreno di scambio intermediale, propizio per sfruttare al massimo quella tendenza, economica e culturale, tipica di una società industrializzata, di rimandare «alla prossima puntata». Ne è prova il fatto che i primi eroi seriali che invadono gli schermi nei primi anni del Novecento sono già noti al pubblico per le loro imprese romanzesche: Nick Carter, Sherlok Holmes, Arsenio Lupin, Fantômas, Zigomar ecc., figure che si mostrano prima come personaggi che come attori e così autosufficienti da poter passare in tutta tranquillità dalla pagina allo schermo. In Francia, come negli USA (i due paesi in cui il fenomeno assume proporzioni più vaste), chi lavora alla fase di scrittura di queste storie, lo fa in maniera industriale e il più delle volte a cottimo.

 

Se all'inizio, soprattutto grazie all'influenza proveniente da oltreoceano, le serie cinematografiche francesi hanno come protagonisti i detective, ben presto sono i banditi a conquistare il primato della scena; la loro mitologia attinge ai fatti di cronaca nazionale, e contribuisce a irrobustire quella tendenza che porta a far diventare la dimensione eroica esclusivo appannaggio dei personaggi negativi, come dimostrano le due lunghissime serie di Zigomar e Fantômas, veri e propri fenomeni editoriali della Francia della Belle Époque. Questi due eroi ubiqui, trasformisti e proteiformi, che grazie alle loro camaleontiche capacità assumono sempre nuove identità, replicandosi in una seria infinita di doppi, sfidano continuamente le forze dell'ordine e danno corpo alle fantasie di sottrazione dell'individuo al controllo della legge (proprio negli anni in cui cresce il metodo dell'indagine scientifica): sono i fantasmi dell'anarchia e della criminalità organizzata che terrorizzano la borghesia francese d'inizio secolo. La variante erotica di queste due maschere del delitto è rappresentata dalle enigmatiche silhouettes di Irma Vep, la donna mutante a capo dei Vampires (interpretata da Musidora, celebre star del music-hall parigino) e dell'atletica Protéa, femme nouvelle e amazzone moderna ben decisa ad appropriarsi di tutte le libertà che il XX secolo fa balenare all'orizzonte del desiderio femminile. È proprio per questi motivi che il serial è oggetto di innumerevoli campagne di delegittimazione da parte delle istituzioni, che si preoccupano sin da subito degli effetti che una mitologia del negativo può avere sulle giovani generazioni che affollano le sale cinematografiche.

 

Già dal 1915 la formula del film seriale si sviluppa seguendo una serie di tappe evolutive che lo portano ad aderire sempre di più sia alle esigenze dell'industria culturale sia a quelle del racconto più strutturato. Con la lunga serialità infatti si tende a fidelizzare il più possibile il pubblico. Oltre al personaggio, fondamentale diventa anche l'elemento della continuità narrativa: ogni episodio è collegato al precedente e al successivo. Nella seconda metà del decennio si verifica l'invasione americana degli schermi francesi: la Grande Guerra è già scoppiata, la Belle Époque un malinconico ricordo e così Les Mistères de New York di Pearl White diventa uno straordinario caso di contaminazione tra serial cinematografico e feuilleton letterario a sfondo patriottico, alimentato capillarmente da un gigantesco meccanismo pubblicitario. Nascono i romans-cinéma, che spopoleranno fino alla fine del muto, infarciti sempre più da di motivi spionistici e da effetti sempre più cruenti (sono gli orrori della guerra che entrano a far parte di un immaginario urbano già denso di pericoli). Intanto, mentre gli uomini muoiono al fronte, le donne diventano sempre più visibili e il divismo di Pearl White e del suo personaggio sono il sintomo più evidente dell'emergere di un femminismo che scalpita: le serial queen sono infatti ragazze animate da un'energia irrefrenabile e da uno sconfinato gusto del brivido che le spinge a misurarsi fisicamente con antagonisti dell'altro sesso.

 

In Europa, la fine del muto coincide con il tramonto del formato episodico. Ma ciò non avviene negli USA, dove invece la tradizione continuerà a vivere e a ritornare prepotente, sotto ben altre vesti, proprio ai giorni nostri.

  

Marco Luceri


copertina del libro

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