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Stagione 2009/2010 Cartelloni

Negli anni passati il Teatro Metastasio ha orientato le scelte delle proprie stagioni verso il “racconto della realtà”, ossia verso un teatro pronto a cogliere il cuore delle cose, i mutamenti e le trasformazioni di una società in movimento. Incentrata sulla “realtà dell’esistere”, la nuova stagione presenta spettacoli il cui carattere principale sarà l’introspezione e l’anatomia, filosofica e concreta, della vita. La maggior parte di essi affronta, infatti, tematiche quali la rassegnazione e la crisi di valori, presenti in testi sia classici che contemporanei che riescono a dipingere una realtà in declino quale quella attuale.

La stagione del Metastasio si apre con Giorni felici, con la regia di Robert Wilson, che per la prima volta si confronta con Beckett, autore con cui ha sempre sentito una certa affinità. Segue La Buona Novella, diretta e interpretata da David Riondino, una delle più significative raccolte di racconti in versi di Fabrizio De Andrè rielaborata e interpretata per banda, due voci e coro. La commedia morale, umoristica e grottesca di Pirandello Pensaci Giacomino! è portata in scena da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, focalizzando l’attenzione sull’attualità drammatica e agghiacciante della famiglia e dei suoi squilibri interni. Sulla stessa linea, Alessandro Haber intepreta il Don Giovanni russo del Platonov di Cechov, il cui quadro sociale rispecchia il decadente mondo attuale, con i gravi problemi economici e la disgregazione dei rapporti. Ancora dell’autore russo Zio Vanja, con la regia di Gabriele Vacis, che affronta i temi della delusione e rassegnazione, tracciando personaggi (di ieri e di oggi) disillusi di fronte alla mutazione di un’epoca. Satira della realtà contemporanea è Le Nuvole di Aristofane, messo in scena da Antonio Latella. Temi del ricordo e della memoria in una riflessione sul tempo che scorre è l’adattamento scenico del romanzo breve Le signorine di Wilko di Jaroslaw Iawaszkiewicz, a cura del regista lettone Alvis Hermanis. Pietro Carriglio mette in scena Amleto di Shakespeare, emblema della crisi dell’uomo moderno di fronte al destino ed al crollo di valori e certezze.

In parallelo e sugli stessi argomenti, gli spettacoli del Fabbricone (secondo spazio pratese più moderno, sotto la stessa direzione del Metastasio): Federico Tiezzi mette in scena Romeo & Giulietta di Shakespeare, divenuto l’archetipo dell’amore innocente ed impossibile, ma anche storia sociale di faide, duelli e violenza. Commedia di chiacchiere L’intervista, con la regia di Valeria Binasco e da lei interpretata accanto a Maria Paiato, in cui l’umorismo dolce della Ginzburg  ritrae i personaggi con maestria psicologica e scenica. Spara, trova il tesoro e ripeti di Mark Ravenhill con la regia di Fabrizio Arcuri, è un “ciclo epico di pezzi brevi” che andranno in scena due ogni sera, ispirati ad opere teatrali, poemi, libri e film che rappresentano un lucido e articolato affresco sullo scontro tra Occidente e Oriente. Di rassegnazione parla il Candido di Emanuela Conte, tratto dal più importante romanzo di un Voltaire arreso all’avanzare dell’età e ormai deciso ad accontentarsi del mondo che vive, senza più cercare “il migliore di quelli possibili”. Dopo il successo del debutto teatrale nel 2007 del primo capitolo del bestseller di Tony Kushner Angels in America, Ferdinando Bruni ed Elio Capitani mettono in scena anche la seconda parte Perestroika. Teatro Sotterraneo propone una rilettura scenica fatta di gesti, parole e visioni, de L’origine della specie di Darwin, a cento anni dalla nascita del naturalista britannico, soffermandosi sull’evoluzione dell’essere umano e sul suo mutare “raccontandosi”. Scenario post-atomico, che sembra presagire una catastrofe avvenuta, è quello di Finale di partita di Beckett, con la regia di Massimo Castri.

 

                                           di Mariagiovanna Grifi


 
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