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Il programma Cartelloni

Ogni giorno, dal 14 giugno al 18 luglio, è possibile assistere, ormai da vent’anni, a spettacoli, opere, concerti, performances di livello altissimo e internazionale, raccolti all’interno di una delle città più suggestive e misteriose della nostra penisola: Ravenna.  

Il suo festival ha raggiunto ormai una connotazione unica e sceltissima, le proposte – giocose e insieme colte – spaziano in territori sconfinati per genere e stile. Chiunque, purché  innamorato dell’arte, trova la formula preferita.

Darsena di città, domenica 14 giugno alle 21.30, inaugurazione con un omaggio a Händel nel 250° anniversario della scomparsa: in quella cornice dunque Water Music e Music for the Royal Fireworks.  Questo per cominciare.

 

Nei sei giorni successivi al PalaFiera di Forlì il musical, ormai amatissimo, Mamma mia! con le canzoni degli ABBA e la regia di Phyllida Lloyd. Martedì 16 giugno alle 18.30, presso la Sala Dantesca della Biblioteca Classense inaugurazione della mostra-installazione Bianco Nero Piano Forte su progetto di Mara Cantoni, dei  fotografi Silvia Lelli e Roberto  Masotti, con le musiche di Luigi Ceccarelli.  La sera nel Chiostro il primo dei quattro pianisti invitati al Festival, Daniele Lombardi, con un programma dedicato a soggetti legati al Futurismo; seguiranno Stefano Battaglia con un omaggio a Pasolini; Fabrizio Ottaviucci e Misha Mengelberg, impegnati su orizzonti diversificati dal jazz al contemporaneo. Elemento portante del Festival: la spiritualità, non solo legata al fatto sacro – anche se la città è percorsa da Luturgie musicali mattutine ogni domenica – ma come espressione di pensiero: Voci nella preghiera, ideazione e regia di Cristina Mazzavillani Muti, nei Giardini di San Vitale il 17 giugno alle 21.00,  vede la presenza di Massimo Cacciari,  la voce di Sœur Marie Keyrouz e la partecipazione del liutista iracheno Naseer Shamma. Sarà un incontro di riflessioni, meditazioni, in una fusione di culture, tradizioni antichissime e fondamentali nella storia umana.

 


 


    Una scena del musical Mamma Mia
 

 

Nel narrare il cartellone ci si accorge di aver segnalato una infinità di eventi, ma di essere giunti solo al quarto giorno di programmazione. Giusto dunque interrogarsi sulla possibilità, oggi, di organizzare un Festival così articolato e ricco di idee e di presenze in un momento di difficoltà economiche in cui l’arte e la cultura sono le prime penalizzate; giusto soprattutto chiederlo alla fondatrice del Festival Cristina Mazzavillani Muti che ci risponde:

 

La crisi è globale, questo è noto, e non rimane altro da fare che rimboccarsi le maniche per affrontare i problemi: l’importante è non scoraggiarsi, non farsi abbattere dalle difficoltà. E' necessario invece, proprio in questo momento, una grande carica di ottimismo e soprattutto crederci, crederci sempre. Certo i problemi sono infiniti, a partire dalla programmazione: il Festival si apre e arrivano i tagli e gli artisti hanno già firmato il contratto, si sono già impegnati. E’ una questione delicata. Diminuiscono gli sponsor, vengono meno i sostegni istituzionali e inoltre i segnali di vendita di biglietti al botteghino sono in netto ribasso: non parlo solo di noi ma anche di altri grandi festival come ad esempio Salisburgo. L’onda negativa di questa crisi non risparmia nessuno. Allora è necessario fare di più: prima di tutto c’è bisogno di una salda informazione, chiara e capillare e poi, certo, non bisogna perdere il pubblico. Quindi: qualità di proposte e prezzi più accessibili.

 

Come sta andando la cultura nel nostro Paese?

 

Non è mai stata adeguatamente curata. Direi che a noi manca la cultura della Cultura. Proprio non ce l’abbiamo. Eppure, come si fa a non capire che un Paese migliora, è più sano, più forte…anche autorevole, se ha svolto un cammino serio,  davvero impegnato sotto il profilo culturale. Ho paura che oggi i nodi vengano al pettine per tanta, troppa indifferenza e distrazione che si è protratta nel tempo, per quello che è il fatto culturale.

 

Una donna ce la fa ad affrontare tanti mondi diversi come fa lei? Ruoli cioè: madre, moglie, organizzatrice, e ora anche nonna?

 

Il nipotino hanno voluto chiamarlo Riccardo, e così si chiama Riccardo Muti! Ora s’arrangerà il bambino a portare questo nome…! Io ovviamente sono al settimo cielo. Ma lei mi chiede come fa una donna…ma perché per fortuna è una donna! Certo, sono tante le rinunce. Ma tutti portiamo “pesi”, anche l’uomo, l’artista rinuncia: al suo privato, ai divertimenti semplici, alla leggerezza priva di responsabilità. Io alla fine credo che l’uomo rinunci di più. Forse inconsapevolmente, ma rinuncia di più: perché per noi donne il sacrificio è legato alla Provvidenza. Grazie a Dio troviamo il modo di gratificarci e consapevolmente. L’uomo no. E poi, per dirla tutta, io sono romagnola, la nostra tradizione è così: siamo donne forti e non ci tiriamo indietro di fronte a nulla.

 

E dunque: una buona dose di fiducia e di coraggio – ma certo anche “mestiere”, capacità di scelte – sono miscele potenti del Comitato Artistico che vede all’opera le belle menti di Franco Masotti e Angelo Nicastro uniti alla ideatrice e anima del Festival.

Tornando agli appuntamenti, che sono innumerevoli, ne segnaliamo altri: Gino Paoli il 26 giugno con Danilo ReaChristoph von Dohnanyi con l’Orchestre de l’Opéra National de Paris il 27 giugno e Pierre Boulez il 29 giugno con l’Orchestre de Paris; la Creazione di Haydn con l’Orchestra di Padova e del  Veneto diretta da Mattia Rondelli e La Stagione Armonica con Sergio Balestracci, nella traduzione italiana di Carpani il 30 giugno alla Basilica di S.Apollinare in Classe e con le voci di Valentina ColadonatoMark Milhofer e Sergio Foresti; un gioiello piuttosto sconosciuto, le Sonate sui Misteri del Rosario di Biber alla Basilica di San Vitale il 2 luglio; il gala  in onore della danza dedicato a Maja Plisetskaja il 4 luglio e ancora danza con Oro e la Compagnia Virgilio Sieni il 7 e 8 luglio, Sutra con i monaci buddisti del Tempio Shaolin il 17 luglio, le Baccanti di Euripide con l’Ensemble di Micha van Hoeke.

 


 


     Robert Wilson e Kudsi Erguner, Rumi. In the blink of the eye
 

 

Inoltre, come ogni anno, la presenza di Riccardo Muti: con l’Orchestra Giovanile Cherubini il 28 giugno e l’esecuzione della  Missa defunctorum di Paisiello, in collaborazione col Festival di Pentecoste di Salisburgo e, sempre inserito nel percorso dedicato alla Scuola Napoletana, il Demofoonte di Jommelli, una coproduzione con i Salzburger Festspiele e l’Opéra National de Paris, al Teatro Alighieri il 3, il 5 e il 7 luglio.

Quest’anno le “Vie dell’ Amicizia” tornano a Sarajevo: Riccardo Muti con l’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, musicisti bosniaci e il contralto Daniela Barcellona dirige due pagine sublimi di BrahmsRapsodia per contralto, coro maschile e orchestra op.53 e Schicksalslied  op.54; e di Beethoven la Terza Sinfonia. Come è noto i proventi del concerto verranno devoluti a organismi e fondazioni attive sul territorio per l’educazione, anche musicale, dei giovani. Tale concerto si terrà a Ravenna a Palazzo Mauro de André il 12 luglio e a Sarajevo, Centro Zetra il 13 luglio.

 


 


     Concerto a Sarajevo, 1997
 

 

Ancora qualche data.

L’opera musicale-teatrale di Robert Wilson e Kudsi Erguner  Rumi. In the blink of the eye, per la prima volta in Italia, il 15, 16 e 17 luglio; Giorgio Gaslini e le sue musiche per il film La notte (1960) di Michelangelo Antonioni il 7 luglio; Metropolis (1927) di Fritz Lang con le musiche dal vivo di Danilo Rea e Rita Marcotulli l’8 luglio; ultimo concerto il 18 luglio a palazzo Mauro de André,  Herbie Hancock e Lang Lang con improvvisazioni e pagine di Ralph Vaughan Williams e George Gershwin per due pianoforti, affiancati dall’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da John Axelrod.





 
Ravenna Festival 2009



 
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