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Theaterheute


2009, n. 5, pp. 64, € 9,80
ISSN 0040 5507

Nel cartellone di Theatertreffen, l’annuale appuntamento berlinese che premia i migliori dieci spettacoli prodotti in lingua tedesca, figurava Weibsteufel di Karl Schönherr prodotto dal Burgtheater di Vienna. Affidato alle competenze registiche di Martin Kussej, l’allestimento ha rivelato le doti di Birgit Minichmayr. "Theaterheute" dedica all’attrice un lungo e articolato servizio in cui si ripercorre la carriera della bella e giovane interprete, dalla parte di Ofelia nello scespiriano Hamlet (2002) alla partecipazione a Gier nach Gold di Frank Castorf (2004). Importante è stata la collaborazione artistica con Luc Bondy (King Lear).

Segue l’intervista a Wolfgang Höbel e Peter Müller, componenti della giuria di Theatertreffen, che spiegano i criteri adottati per la selezione degli spettacoli, avanzano riflessioni sulla scena contemporanea e ipotizzano sviluppi futuri. L’intervento di un altro giurato, Andrei Müry, offre un’illuminante e sintetica analisi delle nominations che sono state: Sinaj (Il gabbiano) di Anton Cechov (regia di Jürgen Gosch), Marat, was ist aus unserer Revolution geworden? (regia di Volker Lösch), Die Räuber di Friedrich Schiller (regia di Nicolas Stemann), Wunschkonzert di Franz Xavier Kroetz (regia di Katie Mitchell), Der Prozess (regia di Andreas Kriegenburg), Eine Kirche der Angst vor den Fremden in mir. Fluxus-Oratorium (regia di Christoph Schlingensief), Alle Toten fliegen hoch 1-3 (regia di Joachim Meyerhoff), Der Weibsteufel di Karl Schönherr (regia di Martin Kusej), Hier und Jetzt di Rolland Schimmelpfennig (regia di Jurgen Gosch), Das Theater mit dem Waldhaus (regia di Christoph Marthaler)

Oltre al festival berlinese, a Mühlheim si tiene un’importante rassegna dedicata ai testi, Stück ’09, come raccontato da un membro della giuria, il critico teatrale Wolfgang Kralicek. Dalle sue spiegazioni si capiscono i criteri adottati e grazie ai quali sono stati segnalati Hier und Jetzt di Rolland Schimmelpfennig, Die goldenenen letzten Jahre di Sibille Berg, Kritische Masse di Oliver Bukowsky, Geisterfahrer di Lutz Hübner, Fantasma di René Pollesch, Privatleben di Ulrike Syha e Rechtnitz di Elfriede Jelinek.

La sezione "Aufführungen", lo spazio della rivista berlinese riservato alle principali novità prodotte dalla scena di lingua tedesca, si apre con Reigen di Arthur Schnitzler allestito da Michael Thalheimer nel Thalia Theater di Amburgo. Il regista approfondisce gli aspetti erotici del testo, affidato all’interpretazione di Norman Hacker e Anna Steffens. Lo stesso regista ha allestito anche Menschenfeind di Andreas Kriegenburg, mentre Stephan Kimmig si è confrontato con Liebe und Geld di Tennis Kelly, emergente drammaturgo inglese. Tra gli interpreti principali figurano Daniel Hoevels e Susanne Wolff.

Il Burgtheater di Vienna ha ospitato Leichtes Spiel, novità di Botho Strass affidata alla regia di Dieter Dorn. Nel testo Caterina si sdoppia in otto personaggi per raccontare le lacerazioni della sua vita interiore. Dal repertorio del prestigioso drammaturgo, Stefan Bachmann ha allestito un capolavoro, Trilogie des Wiedersehens, e lo ha trasferito sul palco dello stesso teatro della capitale proponendo una lettura cruda e ricca di tensione, sottolineate dall’uso sapiente di citazioni musicali tratte da Roxy Music, David Byrne e Brian Eno. La rassegna di "Aufführungen" termina con la recensione a Mea Culpa di Christoph Schlingensief, anche attore, terza parte di una trilogia dedicata alla malattia.

In "Akteure" si legge il profilo artistico di Einar Schleef, regista scrittore e pittore scomparso nel 2001, del quale sono ricordati gli allestimenti più famosi, il brechtiano Herr Puntila und sein Knecht Matti nel 1996 e Sportstück di Elfriede Jelinek due anni dopo nel Burgtheater di Vienna. Sono di recente pubblicazione due volumi che raccolgono preziosi contributi di lavoro: Eimar Schleef, Tagebuch 1981-1998, a cura di W. Menningshaus, S. Janssen e J. Windrich, Frankfurt, Suhrkamp, 2009 e Tagebuch 1999-2001, a cura degli stessi e sempre per il medesimo editore.

Philipp Löhle, autore di Die Unsicherheit der Sachlage (testo pubblicato in allegato a questo numero di Theaterheute), spiega nell’intervista le caratteristiche della sua commedia recentemente allestita a Bochum e illustra il suo periodo formativo vissuto a Londra culminato nell’amicizia con Martin Crimp. 

di Massimo Bertoldi


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