Nella suggestiva cornice dellIstituto degli Innocenti di Firenze è andato in scena Una donna innocente con ladattamento e la regia di Giovanni Micoli. A rappresentarlo è la Compagnia delle Seggiole, che dopo aver svelato, in passate edizioni, i segreti del Teatro della Pergola e del Monastero della Certosa, si cimenta in una nuova visita-spettacolo per raccontare lantico Ospedale fiorentino. La pièce prende le mosse da una ricerca condotta dal regista sui documenti dellArchivio Storico dellIstituto, con la consulenza scientifica della storica Lucia Sandri. Gli spettatori, accolti sul loggiato dellIstituto da una ‹soprabalia› (Sabrina Tinalli), sono condotti per mano in un viaggio itinerante. La storia è quella di una giovane donna Lisabetta (Silvia Vettori) che in una sera destate sul finire del 1400 è costretta ad abbandonare la figlia Lucrezia (Teresa Fallai) sulluscio dellospedale.
Si tratta di una storia comune allepoca, una storia di donne sopraffatte dalla povertà, dalla solitudine, dalla vedovanza e da un tessuto sociale poco solidale. Una trama semplice, tessuta e svelata gradualmente, intreccia la storia personale alla storia sociale dellinfanzia abbandonata, in una sequenza di nove quadri che conducono lo spettatore-visitatore dal loggiato al cortile degli uomini, passando per la galleria degli affreschi fino al cortile delle donne. Un teatro, quello della compagnia delle Seggiole, affidato alla parola, alla gestualità, alla mimica, misurato e convincente. Un viaggio ben riuscito che coinvolge il pubblico - anche i più piccoli- e che apre uno squarcio interpretativo e conoscitivo interessante e al tempo stesso piacevole su uno degli edifici storici fiorentini.
di Assunta Petrosillo
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