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Antologia di cinquant'anni Teatro
La rivista Il Cristallo. Rassegna di varia umanità festeggia i cinquant’anni di attività pubblicando una corposa antologia curata da Giorgio Delle Donne. Edita dal Centro di Cultura dell’Alto Adige, essa fu fondata “in un momento difficile che richiedeva al gruppo linguistico italiano un grande sforzo di riflessione sul senso della propria presenza  (in Alto Adige, territorio dominato dal gruppo di lingua tedesca, ndr),  sul significato dall’appartenenza alla cultura nazionale e quella necessità di stabilire un rapporto costruttivo con la cultura tedesca”, come scrive nella Presentazione (p. 11) il direttore Claudio Nolet.

I saggi e le recensioni raccolte in ordine cronologico e in versione anastatica spaziano dalla letteratura all’arte, dallo spettacolo alla filosofia, dalla politica alla sociologia. Dimostrano la varietà dei campi di indagine, la relazione, spesso difficile e non sempre lineare, con la realtà locale e il contesto culturale  nazionale. Il rapporto del “Cristallo” con il teatro è dimostrato dalla presenza di sei contributi, firmati da autori eterogenei per formazione professionale e percorsi intellettuali.

Fantasio Piccoli racconta in Vita di un teatro i primi anni di attività del Teatro Stabile di Bolzano da lui fondato nel 1950 e diretto fino al 1966. Ricorda i rapporti con le istituzioni politiche in un contesto cittadino desolante in fatto di iniziative e attività culturali. Il regista si sofferma sugli allestimenti realizzati nei primi anni, tra i quali Miles gloriosus di Plauto e La dodicesima notte di William Shakespeare, dai quali emerse il talento di giovani attori destinati al successo, come Romolo Valli, Ugo Bologna e Adriana Asti, Aldo Ferri Trionfo, Valentina Fortunato.

L’intervento del giornalista e critico teatrale Piero Agostini, In una stagione contraddittoria si impone l’Amleto dello Stabile di Bolzano, approfondisce l’allestimento del capolavoro shakesperiano firmato da Maurizio Scaparro, nuovo direttore artistico dal 1969 al 1975. Lo spettacolo rivelò Pino Micol, non ancora trent’enne, nel ruolo del titolo, che recitò il monologo Essere o non essere seduto sull’orlo della ribalta, le gambe penzoloni, come rivolendosi agli spettatori per comunicare la contemporaneità e attualità del suo dramma.

Altro personaggio di rilievo, il regista Alessandro Fersen, è ricordato con la pubblicazione di una relazione tenuta ad un convegno di Prato nel settembre 1976, Laboratorio teatrale e ricerca interdisciplinare. Il direttore artistico dell’Ente bolzanino dal 1975 al 1980, parla della situazione della ricerca e sperimentazione italiana degli anni Sessanta e si sofferma sulle metodologie del suo lavoro, memore delle lezioni di Peter Brook e Bob Wilson e fondato sull’indagine etnica e antropologica per recuperare al teatro il contatto con le tradizioni popolari.

Il critico teatrale Umberto Gandini firma Evviva il Verdi!, prendendo spunto dal nome dell’edificio teatrale di Bolzano inaugurato nel 1918 e reso inagibile dai bombardamenti del settembre 1942, per illustrare la mancanza di spazi deputati per l’esercizio dello spettacolo, tanto da costringere gli operatori a sedi di fortuna e poco attrezzate. Siamo nel cuore degli anni Ottanta, quando a Bolzano il problema del teatro diventa un’urgenza culturale, che alimenta dibattiti e tensioni politiche almeno fino all’inaugurazione del nuovo Teatro Comunale (9.9.1999) realizzato sul progetto dell’architetto Marco Zanuso.

Con l’intervento di Eugen Galasso, Artaud, la follia che decostruisce il logos, si esce dall’ambito locale e si entra nel mondo creativo del grande attore, regista e teorico francese, del quale sono analizzati i nodi essenziali della sua rivoluzione teatrale, dedicando particolare attenzione all’importanza della psicoanalisi, al concetto di teatro della crudeltà come work in progress e alle sue influenze esercitate nel ‘teatro povero’ di Jerzy Grotowsky e nel ‘terzo teatro’ di Eugenio Barba.

Ci si trasferisce in area tedesca con il saggio L’apatia e il delitto della parola. Appunti sul teatro di Franz Xavier Kroetz di Massimo Bertoldi. Alla ricostruzione dell’impegno politico svolto nel Partito Comunista e della carriera artistica del drammaturgo bavarese vissuta tra gli anni Sessanta e Novanta in un clima di grande fermento della scena tedesca, alla quale partecipò con importanti commedie (tra le tante, Michis Blut, Wildwechsel, Weinachtstod, Bauer sterben), segue l’analisi di Heimarbeit (lavoro a domicilio) e di Wunschkonzert (Musica a richiesta). Il primo testo è impostato sulla drammaturgia delle lunghe pause tra i dialoghi scritti in dialetto bavarese per dimostrare il disagio comunicativo dei personaggi e la vacuità della loro parola, che nella seconda commedia in questione diventa silenzio assoluto, segno di mortalità e impotenza. Il solo gesto accompagna la inquietante vicenda della protagonista. Le didascalie conferiscono all’opera una dimensione autoreferenziale, autistica, per denunciare l’assenza di valori morali e di principi etici nella nostra società che nega agli uomini la speranza del riscatto, relegandoli a vivere imprigionati in una cella-mondo senza voci.

Completa la serie di interventi dedicati al teatro la scritto di Marco Bernardi, direttore e regista del Teatro Stabile di Bolzano in carica dal 1980, che in 60 anni nel 2010: prospettive e nuove funzioni per una riforma del teatro Stabile di Bolzano individua tre percorsi sui quali sviluppare e organizzare il futuro dell’Ente: la sua trasformazione  in “organismo di interesse regionale” per meglio razionalizzare le risorse pubbliche e coordinare le stagioni in lingua italiana; la formazione del pubblico attraverso operazione di divulgazione dei linguaggi  e della storia del teatro; il rafforzamento dell’attività promozionale nel centri periferici del territorio.

Infine si segnala lo studio di Giuliano Tonini, Il salotto a Bolzano fra Settecento e inizi Ottocento, in cui ricostruisce l’attività musicale promossa dalla facoltosa borghesia cittadina. L’individuazione degli ambienti privati disegna un’interessante mappa degli spazi per lo spettacolo utilizzati all’epoca.


 

Sommario

 

Presentazione

 di Claudio Nolet

 Nota del curatore

 di Giorgio Delle Donne

 Ritorno del Carducci

 di Francesco Flora

 Minima (sud) Tirolensia

 di Tino Tomasi

Vita di un teatro, parte I  

di Fantasio Piccoli

L'università a BolzanoIndividui, lingue, nazioni 

di Guido Calogero

Sudtirolo, razzismo e civiltà 

di Stelio Danese

Aspetti della recente narrativa italiana 

di Lidia Menapace

Un libro sulla questione dell'Alto Adige 

di Claudio Nolet

Cultura e politica nella passione e nel pensiero di Croce

 di  Francesco Capanna

Omaggio a Croce 

di Giovanni Spadolini

                                                                                         

Il problema etnico e la situazione sociale 

di Alfredo Casera

 La crisi della pedagogia liceale 

 di Carlo Lazzerini

In una stagione contraddittoria si impone l' "Amleto" dello Stabile di Bolzano 

di Piero Agostini

 

Tomizza: 1969-1972 di Bruno Maier
 

Goethe e Manzoni di Horst Rüdiger

 Valori ritmici e tonali nella poesia di C. Pavese 

 di Silvano Demarchi

La Valle di Fassa nell'opera di Padre Ghetta 

di Vito Pallabazzer

                

Petrarca nella letteratura tedesca 

di Horst Rüdiger 

Laboratorio teatrale e ricerca interdisciplinare

di Alessandro Fersen       

 

La "Wiedererwachsung" italiana di A. Dürer, uomo del Nord 

di Elda Tapparelli   

 

 A proposito di Willy Valier e del suo tempo 

 di Pier Luigi Siena

 

Evviva il Verdi! 

di Umberto Gandini

 

Ricordo di Nicolò Rasmo 

di Silvia Spada

La poesia di G. A. Borgese 

di Aldo Capasso

 

All'eterno dal tempo: Biagio Marin e il canto di una vita 

di Bruno Maier

Bruno Maier e la "Letteratura triestina" di Sandro Guarnier


Il salotto musicale a Bolzano fra Settecento e inizio Novecento

di Sandro Guameri

 

 I Dableiber dopo il settembre 1943 

 di Alexandra Calzà Klebelsberg 


 C. Sabarbaro tra negazione e amore per la vita 

 di Elio Andriuoli


 Sfogliando lo "Zibaldone " dI Leopardi. Pensieri sulla sua attualità     

 di  Joseph Maurer

 L'ispirazione meranese  di Luigi Bartolini 
 di Silvano Demarchi

 Artaud, la follia che decostruisce il logos 
 di Eugen Galasso

La poesia di J. Prevert, simbolo di un'epoca 

di Elena Fiorioli


Pirandello e l'umorismo ne "Il fu Mattia Pascal"

di Antonio Piromalli

 

In ricordo di Karl Plattner 

di Pier Luigi Siena                          

L'apatia e il delitto della parola. Appunti sul teatro di Franz Xavier Kroetz 

di Massimo Bertoldi                      

La breve ma incisiva parabola di Ippolito Nievo 

di Carmelo Ciccia

Parentesi, incisi, iterazioni, interiezioni 

di Hans Drumbl

 

60 anni nel 2010: prospettive  e nuove funzioni per una riforma del Teatro Stabile di Bolzano 

di Marco Bernardi                         
 

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