drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Maske und Kothurn, n.1, 2008
Internationale Beiträge zur Theater-, Film-und Medienwissenschaft

A cura di Thomas Kuchenbuch

Wien-Köln-Weimar, Böhlau Verlag, 54. Jahrgang / 2008, Heft 1 – 2 , 2008, pp. 262, € 29,90
ISSN 0025-4606
“Maske und Kothurn” propone un’interessante monografia dedicata al francese Max Linder, vera e propria star internazionale al tempo della Belle époque, attore dotato di originale e sofisticato bagaglio tecnico ed espressivo. Charlie Chaplin si dichiarò suo allievo.

Il volume raccoglie una serie di saggi che concorrono ad esplorare e recuperare l’identità artistica e culturale di questo indiscusso ma dimenticato protagonista del cinema dei primi anni trent’anni del XX secolo, come sottolinea il curatore Thomas Kuchenbuch nel suo intervento introduttivo, Max Linder – der bekannte Unbekannte (Max Linder – lo sconosciuto conosciuto), che ripercorre la bibliografia, offre preziose notizie in merito ai recenti restauri dei film e presenta la formazione teatrale dell’artista e i suoi legami con le teorie del comico di Henry Bergson. Argomenti questi affrontati anche da Frank Kessler e Sabine Lenk (Max Linder auf der Bühne), che prima si soffermano sulle esperienze giovanili maturate a Parigi e Bordeaux, poi esaminano la partecipazione come attore a La grande famille di Alexandre Arquillière (1905) e a Miquette et sa mère, commedia di Robert de Flers e Gaston–Armand de Caillavet (1905-1906).

Si prosegue con lo scritto di Eric Le Roy (Max Linder, der Mann mit dem seidenen Hut). Lo studioso, per dimostrare il ruolo primario esercitato dall’attore nel cinema comico francese di inizio Novecento, analizza la produzione avviata a partire dal 1905, di cui sono protagoniste le avventure di Max, giovane dandy, uomo di mondo elegante e irreprensibile, inconfondibile per i baffetti, il lucente cilindro e i candidi guanti. Il riferimento è ai film di maggior successo, Max pratique tous les sports e Max lance la mode. Quest’ultimo è analizzato nel dettaglio da Manfred Engelbert (MAX, Kind der “Belle Epoque”), che riconosce nel personaggio contaminazioni circensi.

Il tema della conversazione telefonica nel teatro boulevard e nel cinema francese attraversa il saggio di Kirsten von Hagen (Vier Hochzeiten und ein Telefon – oder Max Linder zwischen Vaudeville und Filmburleske) ed è sviluppato sul confronto tra il film Mariage au téléphone diretto nel 1912 e le sue fonti principali, quali le commedie Un mariage au téléphone di Maurice Hennequin (1888), Mariage par téléphone di Louis de La Garde (1893). Emerge il gioco delle contaminazioni nello sviluppo dell’impianto narrativo e nella sostanza linguistica, secondo una ricerca proseguita anche nei film di poco posteriori, Max joue le drame e Max au couvert del 1914, e in Seven Years Bad Luck / Sept aus de malheur girato nel 1921.

Un momento importante nel percorso creativo dell’attore francese fu il contatto con Vienna, come illustra Paolo Caneppele in Im “Bunten Allerlei”: Max Linder in Wien. Durante il soggiorno, tra il dicembre 1923 e la primavera 1924, fu girata la pellicola lunga meno di un minuto, Max Linder filmt 1922 in Wien am Rosenhügel e raccolta nell’antologia Buntes Allerlei. Nella capitale austriaca fu prodotto uno dei film più riusciti, Der Zirkuskönig, che Franz Grafl (Der Zirkuskönig – Eine Annäherung) sottopone ad un’analisi minuziosa nell’esposizione delle caratteristiche della struttura drammaturgica e nel confronto con il film Le cirque di Chaplin, anche ricorrendo alle riproduzioni di singoli fotogrammi dai quali emergono evidenti analogie.

“Max”, der furiose Burgerschreck è il titolo del saggio di Ursula von Keitz. Al centro si pone l’uso del corpo scenico dell’attore, il suo linguaggio e la sua funzione comunicativa, quando chiamato ad interpretare opere comiche come Mariage forcé (1914), Victime du quinquina (1912), Max and his Taxi (1917). L’articolo di Yuri Tsivian (Russland, 1913) studia la diffusione della produzione cinematografica di Linder in Russia e l’incontro del regista e attore con gli esponenti del futurismo, soprattutto Vladimir Majakovskij che lo introdusse nel mondo del cabaret moscovita. Nei film posteriori si riconoscono tracce di questa esperienza. Pregevole è il contributo di Thomas Kuchenbuch (Max Linder – Momente und Phasen seiner Arbeit), che ricostruisce in modo minuzioso e processi creativi e le tecniche adottate per il montaggio dei film, come emerge da Les Débuts d’un patineur, Max toréados, Mariages imprévus, Max au convent.

Il volume di Böhlau offre al lettore utili strumenti per arricchire la conoscenza di questo personaggio ora restituito alla storia dello spettacolo in modo eccellente, quali la biografia, l’indice degli spettacoli teatrali, la filmografia, la bibliografia e una rassegna di recensioni e articoli. Spiccano i nomi di Chaplin, Georg Bernard Shaw, Sergej Jutkevic.










di Massimo Bertoldi


copertina libro

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013