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Theaterheute


novembre 2008, pp. 64, € 9,80
ISSN 0040 5507
Una strada molto frequentata dai registi tedeschi contemporanei è la messinscena di riduzioni teatrali tratte da celebri romanzi. E’ questo l’argomento che occupa le pagine di apertura di "Theaterheute". I servizi compresi in "Dramatische Prosa", ricchi di notizie e autorevoli per le riflessioni, si aprono con un intervento che concede spazio di analisi alla trasposizione di Delitto e castigo di Fedor Dostoevskij, recentemente allestito da Andrea Breth, e di Buddenbrooks di Thomas Mann secondo la versione proposta da John von Düffel, che prevede il taglio di diversi personaggi secondari e dell’infanzia dei protagonisti. Ne consegue l’eliminazione delle parti storiche legate al periodo delle tensioni sociali culminate nella rivoluzione del 1848.

Da un altro romanzo di Mann, Zauberberg (La montagna incantata), Stefan Bachmann ha ricavato uno spettacolo fedele all’impasto narrativo originale, mantenendo vivi gli aspetti comici e tragici e la forza dei dialoghi, affidati all’interpretazione degli attori principali del Maxim Gorki Theater di Berlino, con Miguel Abrantes Ostrowski e Anja Schwider protagonisti. Sulla scena dei Kammerspiele di Monaco, Andreas Kriegenburg, interpretando alla lettera lo stile e il linguaggio di Franz Kafka nel romanzo Prozess (Il processo), sdoppia il protagonista K. in otto personaggi equamente divisi tra uomini e donne, tutti vestiti alla stessa maniera, con movimenti e gesti, timbri di voce pressoché identici.

L’articolo successivo è occupato da un’intervista al regista del Maxim Gorki Theater Jan Bosse e al Dramaturg del Thalia Theater di Amburgo John von Düffel. Entrambi condividono, pur da un diverso assunto professionale, il confronto con i  Buddenbrooks ma divergono nel rapporto con il romanzo, soprattutto in merito alla questione della ‘fedeltà’ o del ‘tradimento’ della versione firmata da Thomas Mann. In "Akteure" (Attori) si legge il profilo artistico di Felicia Zeller, giovane scrittrice che si è distinta con Kaspar Häuser Meer, testo dedicato alla situazione lavorativa della donna moderna e recentemente allestito a Friburgo da Marcus Lobbes (interpreti: Bettina Grahs, Britta Hammelstein, Rebecca Klingenberg), e pubblicato in questo numero di "Theaterheute". E’ autrice di altri testi teatrali (Clubs der Enttäuschten, deutsches hysterisches museum) e di una raccolta di racconti, Einsam lehnen am Bekannten.

Seguono un intervento di Nicolas Stemann, regista di Ulrike Maria Stuart di Elfriede Jelinek, che commenta il film Baader Meinhof Komplex di Uli Edel, e il ritratto di Jörg Pohl, giovane attore dello Schauspielhaus di Zurigo e prossimo a trasferirsi nel Thalia Theater di Amburgo. E’ salito alla ribalta nel corso dell’ultima stagione teatrale con la partecipazione a Clockwork Orange da Anthony Burgess (regia di David Bösch) e a Der Idiot di Fedor Dostoevskij (regia di Alvis Hermanis). Recentemente è stato protagonista del film Nichts geht mehr prodotto dallo ZDF.

Nella sezione "Aufführungen" della rivista trovano posto le recensioni degli spettacoli più importanti realizzati nei paesi di lingua tedesca. Il ricco programma del festival Ruhrtriennale di Bochum è caratterizzato dal linguaggio dell’avanguardia. In un tunnel di vetro si svolge Westwärts 1&2, che Schorsch Kamerun ha ricavato dalle poesie di Rolf Dieter Brinkmann composte nel 1975, con gli attori sdraiati sopra brandine e avvolti in verdi coperte. Ivo van Howe con il suo Toonelgroep di Amsterdam rilegge il film di Luchino Visconti Rocco e i suoi fratelli in modo particolare: posiziona il pubblico intorno ad un palcoscenico-ring e trasforma il dialogo in un incontro pugilistico in senso verbale.

Furcht und Zittern di Klaus Händl, affidato alla regia di Sebastian Nübling, si svolge in un ambiente circense con gli attori imprigionati in pose plastiche e statuarie. Il Grillo Theater di Essen ha ospitato la rappresentazione di Oreste di Eschilo. La regia di Roger Vontobel legge la tragedia greca in chiave moderna, approfondisce le tensioni tra i personaggi, mette in risalto il tema dell’odio sviluppando passaggi narrativi di alta tensione prodotta dalla bravura degli attori (Barbara Hirt, Matthias Eberle, Claudia Rohner, Werner Strenger, Judith van der Werff). Attinge dal repertorio classico anche Stefan Pucher, che nello Schauspielhaus di Zurigo allestisce I persiani di Eschilo, trasformando lo scontro tra greci e persiani nel conflitto tra Irak e Stati Uniti per dimostrare la costante storica dello scontro di civiltà. Tra gli attori si sono distinti Catrin Striebck, Robert Hungerbühler, Oliver Masucci.

La scena berlinese si presenta ricca di novità. Nel Berliner Ensemble Peter Stein ha curato Der zerbrochene Krug di Heinrich von Kleist, affidando il ruolo del protagonista a Klaus Maria Brandauer, affiancato da Martin Seifert, Michael Rotschopf, Marina Senckel, Tinna Engel. Il risultato è uno spettacolo intenso e raffinato nella sua veste naturalistica, grazie ad una regia attenta alle pieghe psicologiche del testo e alla complessa interiorità dei personaggi. Frank Castorf si ispira a Sofocle per realizzare Hunde, spostando gli attori e il pubblico in un piccolo ambiente della Volksbühne e accompagnando la performance degli interpreti con assordanti musiche rock. In "Freies Theater" si legge un’intervista a Rainer Hofmann, curatore del festival Politik im Freien Theater, e a Akillas Karaziss, regista greco. Si dibatte il ruolo del teatro indipendente in rapporto alla politica.
Massimo Bertoldi

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