La crisi dellintero sistema teatrale è ancora, come nel numero scorso, largomento centrale dei tre editoriali del numero di ottobre della rivista spagnola «Ade», firmati da Juan Antonio Hormigòn, Alberto Fernandez Torres e Manuel F. Viestes. E se nel numero precedente veniva dato ampio spazio agli ambiziosi progetti di riforma di Carlos Marset, direttore generale dellINAEM (Instituto Nacional de las Artes Escenicas y de la Musica), stavolta la rivista ospita due documenti a sostegno di una nuova legge per le arti sceniche, stilati dallAsociaciòn de Directores de Escena de España e dallAsociaciòn Cultural Amigos de la Danza Terpsicore, indirizzati allo stesso Marset e al ministro della Cultura. Con 563 firme di sostegno, i documenti chiedono una partecipazione diretta degli artisti alla stesura della nuova legge e della riforma annunciata da Marset, il rispetto dei brevi tempi promessi, il rispetto delle specificità delle singole arti performative.
«Ade», come spiega Juan Antonio Hormigon, ha da sempre dedicato ampie monografie alle specifiche realtà teatrali delle varie regioni spagnole. Dopo lAndalusia, la Galizia e la Catalogna, in questo numero è la volta del teatro delle Asturie. Una sezione ricchissima di articoli e interventi che vanno a indagare la vita teatrale del principato sotto ogni punto di vista. In unintervista rilasciata a Eladio de Pablo, la responsabile della Cultura delle Asturie Encarna Rodriguez, ribadisce limportanza del teatro inteso come veicolo didentità culturale per la comunità autonoma e di difesa e conservazione della lingua, la cui qualità possa dare a tutto il principato visibilità e rispetto internazionale. Seguono altri interessanti interventi: Boni Ortiz ricostruisce, in un approfondito excursus, le tappe principali del teatro asturiano, dal XVI secolo fino ai giorni nostri; Etelvino Vazquez esamina lorganizzazione e la struttura dei teatri nelle Asturie; Antonio-E. Cuartas Suarez, architetto, racconta la trasformazione dellAula Magna delluniversità di Gijon in “Teatro Laboral”; del teatro in lingua asturiana parla in un ricco intervento Adolfo Camilo Diaz, mentre allopera e alla danza nelle Asturie sono dedicati altri due articoli, firmati rispettivamente da Cosme Marina ed Estrella Garcia. Chiude la lunga monografia un bellarticolo di Roberto Conte dedicato alla «Ratonera», storica rivista asturiana di teatro. Ancora al teatro delle Asturie è dedicato il testo teatrale pubblicato questo mese. Si tratta di Vecinos, di Eladio de Pablo, drammaturgo, regista e professore presso la ESAD delle Asturie.
Segue unampia e ricchissima sezione incentrata sul complesso e intricato rapporto di dipendenze e influenze che intercorrono tra cinema e teatro. Con una trattazione molto precisa e approfondita, Pablo Iglesias Simon indaga il periodo delle origini del cinema come momento simbolico del “passaggio” dal codice teatrale a quello cinematografico. Alle reciproche e continue influenze e citazioni, ai reiterati furti dal teatro al cinema e viceversa, sono dedicati gli interventi di Jorge Urrutia e Ignacio Garcia May. In un simile contesto un posto a parte è ovviamente riservato a William Shakespeare, le cui opere teatrali hanno prodotto uninfinita cinematografia, i cui pilastri (Orson Welles, Laurence Olivier, Roman Polanski) sono analizzati nellarticolo di Juan Antonio Perez Millan. Altro interessante intervento è quello di Patricia-Laure Thivat, dedicato a Bertold Brecht e allinfluenza della narrazione epica nel cinema e nel teatro più contemporanei.
La rubrica Notas de direcciòn ospita gli interventi dei registi Eduardo Alonso, Etelvino Vazquez, Antonia Bueno e Ricardo Iniesta che raccontano genesi e significati dei loro ultimi lavori, rispettivamente: Extrarradios, Historia de Martin de Villalba, El enigma de la dama de Elche (resuelto) e Adriadna. Chiude la rubrica una sezione dedicata ai festival internazionali. In questo numero si offrono dettagliati resoconti del Festival Internazionale del Teatro di Istambul, svoltosi dal 15 maggio al 4 giugno scorso, e dellimminente seconda edizione del Festival Transamerica in Canada.
Riccardo Lestini
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