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Arlecchino Domani, Laboratorio Internazionale di Commedia dell'Arte Teatro
Dal 7 al 18 luglio 2008 presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi (Scuole Civiche di Milano) parte la I edizione del Laboratorio Internazionale di Commedia dell’Arte, dove maestri e allievi si confronteranno in seminari, incontri e spettacoli esemplificativi del lavoro sulla maschera di Arlecchino.

Arlecchino Domani si propone di ricostruire il viaggio di una delle maschere più popolari della Commedia dell’Arte, una maschera che ha attraversato i secoli e i paesi europei senza mai fermarsi, divenendo il simbolo stesso dell’italianità. E proprio la maschera, componente tradizionale e primaria del teatro, può tornare oggi ad essere un elemento di innovazione del linguaggio laddove il teatro cerca nuove forme di espressione in grado di raccontare storie che accomunano le varie culture e di comunicare con lo straniero. Quello stesso straniero con cui si raffrontarono les italiens durante i secoli rinascimentali: buffoni che riuscivano con le loro smorfie ed insolenze ad entusiasmare piazze e corti. Ripercorrendo le tappe del lungo viaggio di Arlecchino, e saltando i secoli, lo ritroviamo con Strehler, che litiga col suo budino davanti alle platee di mezzo mondo, fino all’altro grande nostro, Dario Fo, vincitore del Nobel. E non possiamo tralasciare l’intelligenza divertita e critica dell’Arlecchino della Mnouchkine che, emigrato algerino nel porto di Marsiglia, dormiva a testa in giù sull’unica mattonella libera nel dormitorio pubblico affollato, l’Arlecchino di Polivka che dandosi ordini da solo diceva tronfio “I am the boss of myself!”. E poi l’Arlecchino nero delle Albe, l’Arlecchino di Leo…ognuno di loro ci ha fatto amare le nostre maschere e ci ha parlato dell’essenza del Teatro.

Il programma, molto articolato, indaga cinque strade percorse dalla maschera di Arlecchino. La Via di Milano, via maestra del Piccolo Teatro, tracciata dall’incontro con Paolo Bosisio e dal seminario con Michele Bottini, a cui si aggiungerà la dimostrazione di Ferruccio Soleri. La Via di Parigi, via di Lecoq e del Theatre du Soleil, per cui interverranno con seminari e dimostrazioni Mario Gonzales, Jean-Claude Penchenat, Erhard Stiefel, Pierre Byland, Mareike Schnitker, a cui si affiancherà la proiezione del film Un sole a Kabul o forse due. La Via di Napoli, con le innumerevoli metamorfosi di Arlecchino/Pulcinella e riferimenti al teatro delle guarattelle, proposta da Marco Manchisi, Bruno Leone e Irene Vecchia. La Via di Venezia, la più cospicua grazie all’attenzione della Fondazione per Venezia, perlustrata da Carmelo Alberti, Carlo Boso, Eleonora Fuser, coadiuvati dalle dimostrazioni della ricchezza storica di saperi sulla maschera propri della scena lagunare dei gruppi ICAI Padova e Pantakin Venezia. La quinta via, più complessa, è la Via del Mediterraneo contenente tutte le altre rotte e gli altri “naufragi”di Arlecchino nel tempo e nello spazio; si avvarrà del contributo sia di studiosi che di esperti di pratica scenica, tra cui Siro Ferrone (studi sul primo Arlecchino Tristano Martinelli e sull’accostamento Arlecchino/Don Giovanni), Oliviero Ponte di Pino (introduce il film L’isola di Arlecchino del Teatro de Ghiz di Faial delle Azzorre-Portogallo), Marco Martinelli e Mandiaye N’Diaye (incontro e scambio Romagna-Africa), Remo Melloni (Arlecchino nei diversi generi di cultura teatrale popolare e colta), Marcello Bartoli e Claudio De Maglio (tecniche dell’uso della maschera e creazione di canovacci), Marco Sgrosso e Elena Bucci (interpreti del teatro di Leo De Berardinis), Cengiz Ozek (maestro del teatro delle ombre turco), Donato Sartori e Stefano Perocco di Meduna (costruttori dei volti di Arlecchino).

Un’ulteriore tappa, quindi, dell’esistenza di Arlecchino, il quale continua a conservare la sua immortalità proiettandosi verso un futuro prossimo. Nato nelle valli bergamasche, professione servo, residente a Venezia: questo il suo passaporto di comico dell’arte. Quali connotati per l’Arlecchino del domani? Tale canovaccio “riassuntivo” sarà proprio sviluppato dai maestri e dai partecipanti durante la grande festa conclusiva.


 
Biancolelli


 
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