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Hystrio
Trimestrale di teatro e spettacolo

a. XX, 2007, n. 3, pp. 131, euro 9,00

All’annuale appuntamento con il Premio Hystrio alla Vocazione, giunto alla diciassettesima edizione, spetta l’apertura della rivista milanese con la cronaca della manifestazione, le motivazioni dei premiati (Premio Hystrio all’interpretazione a Paola Cortellesi, Premio Hystrio alla regia ad Arturo Cirillo, Premio Hystrio  alla drammaturgia a Spiro Scimone, Premio Hystrio – Teatro Festival di Mantova a Mimmo Cuticchio, Premio Hystrio – Altre Muse a Le Belle Bandiere e Premio Hystrio – Provincia di Milano a TEATRO I). La fortunata e riuscita iniziativa ha visto la partecipazione di 160 attori, tra 18 e 31 anni.

In “Vetrina” si incontrano personaggi importanti per il teatro italiano ed europeo. Marco Martinelli illustra le caratteristiche del progetto triennale “Arrevuoto”, realizzato con il suo Teatro delle Albe nel quartiere napoletano di Scampia. Il nuovo spettacolo, prodotto dal Teatro Mercadante, è Ubu sotto tiro ricavato da Ubu re di Alfred Jarry ed a interpretarlo sono stati adolescenti del luogo.

La genialità di Leo de Berardinis, la sua ricerca di nuovi linguaggi del corpo e della parola contaminati dalla musica jazz, si sprigionano nel ricordo di tanti attori, amici e studiosi che si sono ritrovati presso il Centro La Soffitta di Bologna, anche per concepire un libro dedicato al fondamentale periodo vissuto nel capoluogo dallo sfortunato interprete, oggi paralizzato in stato vegetativo per errore medico.

L’intervista ad Alejandro Jodorowsky, attore cileno autore cinematografico e regista teatrale tra i più significativi del secondo Novecento, e al quale è stata dedicata a Torino la rassegna “Pianeta Jodorowsky”, è una riflessione sul teatro e su Il sogno senza fine, ultima creazione in cui un uomo paralizzato e una madre-padrona sono alla deriva delle loro esistenze e proiettano nel sogno la ricerca dell’autenticità.

Ne “La questione teatrale” Ugo Ronfani affronta il tema della riforma del teatro italiano considerando la bozza di legge quadro presentata dal sottosegretario Elena Montecchi per conto del Ministro dei Beni Culturali, che prevede una sorta di “regionalizzazione” delle scelte produttive e dei programmi. Non mancano le polemiche e un certo scetticismo anche da parte degli addetti ai lavori.

“Retroscena” si interroga su un fenomeno culturale di recente affermazione: la crisi dei festival storici (Due Mondi di Spoleto, Biennale di Venezia, Santarcangelo, ecc.) e la parallela fioritura su tutto il territorio di piccoli festival e rassegne teatrali generalmente estive e patrocinate sa assessorati vari, spesso di dubbio valore artistico, ma di sicuro consenso popolare.

Il corposo Dossier presentato da “Hystrio” è la seconda parte de “Il teatro della nuova Europa”. Introduce il viaggio nella nuova drammaturgia un dialogo tra Chiara Alessi, giovane studiosa, e Letizia Russo, giovane scrittrice, che propongono una griglia geografica relativa agli autori più significati. Si passa alla rassegna delle nazioni, a partire dalla Spagna, caratterizzata da una scena assai dinamica ed eterogenea con Madrid e Barcellona in primo piano, rispettivamente guidate dall’estro artistico di Juan Mayorga e Sergj Belbel. All’assunzione di problematiche sociali e politiche contemporanee da parte degli scrittori iberici, si affianca il teatro provocatorio, trasgressivo dell’argentino Rodrigo Garcìa, che nell’intervista dichiara di vivere una sorta di routine drammaturgia che necessita di rinnovamento. La Francia è rappresentata da Olivier Py, scrittore attore regista oggi direttore del parigino Odéon e intervistato da Ricci / Forte. L’autore dell’Epistola ai giovani attori parla della potenza poetica e sacrale della parola e della sua possibilità di recuperare valore sovversivo. Illustra le caratteristiche della drammaturgia inglese un esponente di spicco, Martin Crimp, che approfondisce i contenuti di Attempts on her Life, commedia scritta nel 1997 ma attualissima, in cui si parla di pornografia, terrorismo, violenza etnica. Scava invece nella storia passata, segnata da tensioni e violenze, la drammaturgia irlandese, oggi di successo mondiale grazie alle commedie di Sebastian Barry, Conor McPherson, Marina Carr e Martin McDonagh, per raccontare lo squallore metropolitano del presente. La tappa in Germania indirizza l’attenzione verso la drammaturgia del cosiddetto “nuovo realismo” sostenuto da autori di respiro internazionali – Falk Richter, Marius von Mayenburg, Theresia Walser e Dea Loher –, che, attraverso una scrittura frammentata, trattano tematiche legate alla decadenza dei costumi, al declino della famiglia, alll’incomunicabilità tra le persone. Preziosa, in merito, è la testimonianza di Roland Schimmelpfennig, che sottolinea la forma demiurgica della parola e la possibilità di recuperare la tragedia con i linguaggi e le problematiche della contemporaneità. Altro personaggio di riferimento, l’autore  e regista René Pollesch, propone spettacoli incentrati sulla rappresentazione dei conflitti sociali e della perdita di identità nell’età della globalizzazione, come nel recente Tod eines Praktikanten (Morte di uno stagista). Il contributo italiano al teatro europeo è offerto dal festival “Intercity” del Laboratorio Nove di Sesto Fiorentino, giunto alla ventesima edizione, e del quale la rivista milanese ripercorre le tappe salienti; e dalla presenza di giovani autori  registi nei cartelloni delle principali piazze. Letizia Russo si è affermata a Londra e Lisbona, Spiro Scimone a Parigi, Renato Gabrielli nella realtà anglosassone, e analoghi successi internazionali spettano a Fausto Paravidino, Emma Dante e Mario Perrotta. Anche la drammaturgia della ex Jugoslavia nel nuovo millennio si ispira alla vita quotidiana e alla società contemporanea (Mate Matisic, Filip Sovagoric, Ivana Sajko), dopo aver trattato situazioni legate alla guerra, come ha fatto Biljana Srbljanovic, che offre una preziosa intervista. E’ in crescita anche la drammaturgia ungherese, sostenuta da importanti iniziative promozionali da parte di stampa e teatri, che ospitano opere di György Spirò, Zoltàn Egressy e Istvàn Tasnàdi). La figura più rappresentativa e famosa rimane il regista e scrittore Béla Pintér. Il viaggio nella drammaturgia europea termina in Russia, dove sta crescendo una generazione di giovani ed intraprendenti scrittori, che propongono commedie in cui i protagonisti vivono le tensioni, i sogni, le frustrazioni della società nata sulle ceneri del comunismo.

“Teatromondo”, la finestra dedicata la panorama internazionale, si occupa dei “Theatertreffen” (Incontri teatrali), annuale rassegna berlinese di teatro in lingua tedesca che premia i migliori dieci spettacoli. Hanno trionfato i giovani artisti, alcuni dei quali emergenti, con soluzioni registiche trasgressive e votate al divertimento. Altro tratto costante è la formula della sobrietà.

Piuttosto interessante si presentano le proposte lanciate da Parigi, a partire da la Tempète di William Shakespeare allestita al Theatre de l’Odéon da Dominique Pitoiset con evidenti contaminazioni di desolazione bekettiana, per proseguire con Hughie, testo raro di Eugene O’neill del 1942 curato da Laurent Terzieff con morbide e ironiche atmosfere decadenti, per concludere con Le Trois Sceurs (Tre sorelle) di Anton Cechov affidato alle competenze del regista Stéphane Brannschweig. Dalla scena inglese arrivano allestimenti ricavato dal repertorio del Bardo, come Cymbaline, tragicommedia allestita da Declan Dannellan, regista di uno spettacolo attento alle complesse geometrie del testo affidate alle competenze di bravi attori. Respirano la freschezza di soluzioni registiche lineari e di spessore artistico The Taming of the Shrew e Twelfth Night proposte da Edward Hall, caratterizzate dalla vitalità e fisicità degli interpreti. Il Premio Europa per il Teatro, che si è svolto a Salonnico dopo le undici edizioni ospitate a Taormina, è stato consegnato a Peter Zadek, storico maestro della regia tedesca.

La sezione “Teatro ragazzi” relazione la decima edizione del “Maggio all’infanzia”, importante rassegna tenuta in Puglia a Gioia del Colle, all’interno della quale c’è stata la presentazione dei sette spettacoli finalisti al Premio Scenario Infanzia.

Ricca e articolata come sempre si presenta la sezione di “Hystrio” dedicata alle recensioni degli spettacoli più recenti prodotti in Italia e raccolti secondo criteri geografici.

Il testo pubblicato da “Hystrio” è Il filo fi Re’ Anna di Maria Altomare Sardella, opera segnalata al Concorso nazionale “Atto solo” del Teatro d’Occasione di Bologna.




Massimo Bertoldi


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