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Theaterheute


2007, n. 6, pp. 72, € 9,80
ISSN 0040 5507

“Theatermorgen” (“Teatro di domani”) è il titolo del reportage posto in apertura di «Theaterheute», che si occupa delle principali scuole di ballo presenti  in Germania, a partire dal Rose-Luxemburg-Gymnasium e l’Arndt-Gymnasium, la Goethe-Oberschule di Berlino. Molti sono i legami creativi con il linguaggio teatrale, come emergono dai programmi didattici e dalle performance realizzate dagli allievi. Dalla capitale ci si trasferisce ad Amburgo, sede operativa Friedrich Schirmer, intendente della Deutschen Schauspielhaus e maestro di danza, che illustra metodi, obiettivi e attività della scuola da lui diretta. Con il festival di Amburgo “Körber Studio Junge Regie” il discorso si sposta sul versante della pratica teatrale. Protagonisti della manifestazione sono gli allievi diplomati presso la scuola di recitazione e di regia del Thalia Theater e di altri istituti di formazione (l’università di Hildesheim, il Teatro di Zurigo, la Ernst-Busch-Hochschule di Berlino, ecc.), che hanno esibito le loro creazioni allestendo commedie di Rainer Werner Fassbinder, Max Frisch, oppure testi scritti da loro stessi.

Nella sezione “Neue Stücke” (“Nuovi testi”) sono analizzati Die Höhle vor der Stadt in einem Land mit Nazis und Bäumen di Tine Rahel Völker, dramma dedicato alla crisi d’identità (o alla sua ricerca) vissuta dai cittadini tedeschi sospesi tra nostalgia e tensioni verso un futuro di fantasia, e recentemente allestito nel Nationaltheater di Weimar da Tilmann Köhler e interpretato da Ina Piontek, Jonathan Loosli, Paul Enke, Antje Trautmann; e Separatisten di Thomas Freyer, testo in cui si vagheggia una società di uguali di sapore romantico-comunista allestito ancora da Köhler negli ambienti del Gorki Theater di Berlino con Sebastian Kaufmane, Ursula Werner, Anika Baumann, Max Simonischek e Ulrich Anschürtz. La rassegna dedicata alla segnalazione delle novità prosegue con Das Haus des Richters di Dimitré Dinev, scrittore austro-bulgaro alla sua prima prova di scrittura teatrale che elabora una trama ispirata ad una lettura in chiave moderna del mito del Monotauro. Tra i protagonisti della messinscena curata da Nikolaus Helbling per l’Akademietheater di Vienna figurano Barbarea Petritsch, Daniel Jesch, Martin Reinke, Nicola Kirsch. Infine Maß für Maß di Karin Beier è la rielaborazione dell’omonima opera di William Shakespeare allestita dalla stessa autrice nel Burgtheater della capitale austriaca, strappando applausi e consensi di critica anche grazie alla prova degli attori, Tilo Werner, Christiane von Poelnitz, Simon Eckert, Peter Wolfsberger, Michael Wittenborn.

Il personaggio incorniciato nel ritratto (“Porträt”) del mese è Oliver Masucci, attore della compagnia della Schauspielhaus di Zurigo, che è salito alla ribalta con importanti interpretazioni, dall’Hamlet shakesperiano diretto da Jan Bosse all’Amphitryon di Matthias Hartmann, da Pool (no Water) di Mark Ravenhill a Motortown ideazione di Simon Stephens.

Lo sguardo alla scena internazionale è indirizzato a Lipsynch, spettacolo di Robert Lepage che in nove ore racconta l’epopea di una famiglia dal 1945 al 2015. Il linguaggio si presenta tragico e comico, la narrazione non segue l’andamento cronologico, dialoghi e monologhi si alternano mantenendo un certo equilibrio. Si tratta di un allestimento interessante, intenso e raffinato, atteso in Europa nell’estate 2008, ben interpretato da Rebecca Blankenhip, Hans Piesbergen, Carlos Belda, Nuria Garcia.

Il testo (“Das Stück”) scelto da «Theaterheute» è Pool (no Water) di Mark Ravenhill, recentemente allestito da Matthias Hartmann a Zurigo con Daniel Chait, Alexis Saile, Oliver Masucci, Mark Solbach, Catrin Striebeck. Nell’intervista il drammaturgo inglese spiega le caratteristiche dell’opera, offre interessanti riflessioni sulla politica contemporanea e il ruolo del teatro di denuncia.




Massimo Bertoldi


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