A distanza di un trentennio dal debutto al Festival dei Due Mondi di Spoleto, il volume di Annamaria Sapienza celebra lo spettacolo che sancì la consacrazione internazionale di Roberto De Simone. Ispirato allomonima fiaba del seicentesco Cunto de li cunti di Giambattista Basile, La gatta Cenerentola è lo straordinario risultato di appassionate indagini etnomusicologiche sulle tradizioni del Meridione italiano e costituisce la sua prima vera, compiuta opera teatrale del maestro napoletano.
Nel 1976 il compositore-regista coglie loccasione per far confluire nella sua solida esperienza musicale di stampo ‘accademico le competenze maturate nellambito della ricerca antropologica. L'autore ha uno scopo preciso: rappresentare limmaginario collettivo, mettendo in primo piano il tessuto onirico e fantastico del patrimonio popolare. Lobiettivo è quello di riscattare la ‘napoletanità dal folklore più nocivo, riscoprendo una ricchezza culturale ‘rimossa. De Simone punta infatti al superamento del vestito folklorico imposto dalla cultura borghese allo spettacolo di matrice popolare, svuotato dei suoi significati profondi e arcaici, rivendicando il diritto a compiere unindividuale rivoluzione rappresentativa che non mira ad azzerare le forme ‘classiche del teatro, ma piuttosto a riadattarle e a reinventarle per attivare un processo creativo originale.
L'opera è un geniale impasto di musica popolare e musica colta: le tecniche tipiche del melodramma vengono decontestualizzate e riutilizzate in maniera non tradizionale. I suoi elementi costitutivi (duetti, concertati, recitativi) sono messi in dialettica relazione con altre forme musicali, sia colte sia popolari, e alternate a scene in prosa in modo da rendere irriconoscibile la struttura del dramma in musica, smembrata e ricomposta in una chiave inedita.
Le fonti alle quali De Simone attinge per largomento della sua «favola in musica» sono essenzialmente due: le numerose varianti orali di area campana della fiaba di Cenerentola e la versione scritta di Giambattista Basile. A queste si aggiungono una nutrita e feconda serie di citazioni e riferimenti a diversi ambiti della letteratura, della musica, del teatro e dello spettacolo. Linsieme delle espressioni popolari studiate e sperimentate negli anni precedenti a La gatta Cenerentola intervengono continuamente nella partitura musicale e nella tessitura verbale e gestuale di uno spettacolo nel quale si intrecciano registri e linguaggi diversi.
E lo stesso De Simone, in unintervista raccolta dallautrice, a descrivere la sua tecnica compositiva basata sullaccumulazione e la rielaborazione di elementi di provenienza diversa: «Da sempre io perseguo una linea che è quella della ricerca a monte che cagiona degli accumuli (teorici e tecnici) nella memoria assolutamente straordinari: tutto un groviglio di notizie, di esperienze fatte, lette, trascorse, si ripresenta alla mente in un crogiuolo totalmente diverso e ci si sente portati ad annodare tutte queste cose come il filo di un tappeto del quale di costruisce il disegno. E una tecnica del comporre che in un certo senso io attivo anche come musicista, è un po la mia natura artistico-musicale: non pensare al teatro come il racconto di qualcosa che avviene mediante una sequenza di scene una dietro laltra».
La parte iniziale dello studio di Annamaria Sapienza contiene due capitoli preliminari: nel primo la genesi di La gatta Cenerentola viene collocata storicamente nel contesto del teatro napoletano tra gli anni Sessanta e Settanta; nel secondo viene ripercorsa la carriera artistica di De Simone dagli esordi alla prima rappresentazione dellopera.
Il libro, tuttavia, si segnala soprattutto per laccuratezza con cui, nei capitoli centrali, ricostruisce lo svolgimento dei tre atti dello spettacolo nelledizione originaria. In mancanza di una registrazione video, la studiosa si è servita del testo di scena e dellincisione discografica dei brani musicali, confrontati con le recensioni coeve e soprattutto con preziose testimonianze dirette: significative informazioni sulle modalità con cui Roberto De Simone condusse le prove (durate ben cinque mesi) sono state reperite dallautrice durante alcuni colloqui con il musicista e con due grandi protagonisti del primo allestimento: Peppe Barra (indimenticabile interprete della Matrigna), e Fausta Vetere (Cenerentola). Consistenti estratti delle tre interviste sono pubblicati nella sezione finale del testo.
I tre atti dellopera vengono analizzati con precisione per quanto riguarda gli elementi visivi e testuali (unattenzione minore è dedicata agli aspetti strettamente musicali). Al resoconto dettagliato sulla messa in scena e sul lavoro degli attori seguono puntuali osservazioni critiche sugli aspetti simbolici del testo, della musica e della regia: unutile e stimolante guida per il lettore che desideri esplorare a fondo lintricato labrinto di allusioni e la seducente stratificazione di simboli, non sempre decifrabili razionalmente, cui si deve il fascino duraturo di unopera unica e irripetibile come La gatta Cenerentola.
Tommaso Assennato
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