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Maria Ida Biggi

La musica degli occhi. Scritti di Pietro Gonzaga


Firenze, Olschki, 2006, pp. 167, euro 25,00
ISBN 978-88-222-5572-3

Il volume contiene la traduzione in italiano di tutti i testi scritti in lingua francese da Pietro Gonzaga, importante scenografo veneto del Settecento. Questi testi risultano essere difficilmente reperibili nelle biblioteche europee, così come in quelle russe. Maria Ida Biggi offre per questo motivo un contributo molto prezioso agli studi di drammaturgia musicale e teatrale;  il lavoro è lodevole poiché il francese dell'autore è spesso contorto e scorretto, e molti termini utilizzati dallo scenografo veneziano sono di difficile traduzione e interpretazione.

Pietro Gonzaga nacque a Longarone nel 1751 e,  dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti di Venezia, si trasferì a Milano. Lavorò al Teatro alla Scala, dapprima come assistente dei fratelli Galliari, poi come scenografo principale. Nel 1792, dopo aver partecipato allo spettacolo di apertura del Teatro La Fenice di Venezia, si trasferì in Russia, (dove morì nel 1831), a San Pietroburgo, in un primo momento con l'incarico di scenografo capo dei teatri imperiali, poi come architetto di corte.

Il primo scritto, La musica degli occhi (Musique) venne pubblicato a San Pietroburgo nel 1800 e successivamente ristampato nel 1807;  l'opera fino ad adesso risultava sconosciuta. Lo scenografo veneziano riflette a lungo, nella prima parte del testo,  sul concetto di musica come abbellimento, nella seconda parte  affronta i problemi legati  più direttamente alla messa in scena. L'opera in musica è da lui considerata come  lo spettacolo più completo e bisognoso delle visioni artificiali, in quanto basato sulla combinazione delle sensazioni uditive e visuali.

Collegandosi alla descrizione che Rousseau fa dell'opera in musica nel suo Dictionnaire de Musique, anche Gonzaga si dimostra a favore della necessità della verisimiglianza sulla scena contro il concetto seicentesco del maraviglioso, solitamente espresso attraverso macchine e scenografie fantastiche.

Il secondo testo, Informazioni al mio capo (Information a mon chef ou éclaircissement convenable du décorateur théâtral Pierre Gothard Gonzague sur l'èxercise de sa profession), venne pubblicato nel 1807 a San Pietroburgo.  Costituisce una sorta di autobiografia, iniziata per illustrare e giustificare il proprio metodo di lavoro e la propria arte al committente, il principe Jusupov, capo dei teatri imperiali,  che lo aveva chiamato in Russia. Questo secondo contributo fornisce allo studioso una fonte preziosa per le molte notizie relative alla vita di Gonzaga e del suo pensiero: la narrazione parte dagli anni giovanili della sua formazione di scenografo, comprendenti l'incontro con Bibiena e con i fratelli Galliari; nella seconda parte assume un taglio decisamente diverso: diventa, infatti, una sorta di manuale per giovani scenografi.

Del gusto, del sentimento e del bello (Du sentiment, du goût et du beau par un artiste), pubblicato a San Pietroburgo nel 1811, rappresenta un interessante esempio del pensiero estetico del secolo XIX, risultato di tante riflessioni sviluppatesi nel secolo precedente, soprattutto nel pensiero inglese. Le considerazioni sul sentimento vengono largamente discusse dal Gonzaga, poche pagine sono invece destinate alle riflessioni sul gusto e sul bello. Qui il testo è così denso di citazioni che secondo la curatrice del volume non è possibile dare conto di tutte le influenze esercitate sullo scenografo.

Il penultimo contributo, Opinione dello scenografo Gonzaga sull'economia degli spettacoli (Opinion du decorateur Gonzague sur l'èconomie des spectacles), venne pubblicato a San Pietroburgo nel 1815. In  sole sette pagine viene affrontato il problema dell'organizzazione degli spettacoli in relazione al tipo di spazio disponibile nei teatri. Qui Gonzaga anticipa il principio che riprenderà nell'ultimo testo, le Osservazioni sulla costruzione dei teatri da parte dello scenografo, circa lo stretto rapporto che deve esistere tra lo spazio architettonico, in questo caso il luogo teatrale, e il contenuto, cioè le diverse tipologie spettacolari.

Risale al 1817, sempre a San Pietroburgo, la pubblicazione delle Remarques sur la construction des théâtres par un décorateur théâtral,  (Opinione dello scenografo Gonzaga sull'economia degli spettacoli), ultimo contributo del volume. Qui lo scenografo veneziano mette a frutto la sua esperienza di molti anni di lungo lavoro nei maggiori teatri italiani e russi e propone, nella disamina, soluzioni pratiche e funzionali ai problemi via via affrontati nel corso della trattazione. In particolare insiste sulla necessità di mettere in relazione ogni determinato tipo di spettacolo con l'edificio che lo deve contenere; descrive la forma del teatro più adatta ai diversi generi spettacolari e, nel caso specifico dell'opera in musica, sostiene la costruzione di un edificio molto ampio, distribuito su più livelli e ricco di servizi. Termina la trattazione suggerendo un esempio di contestualizzazione urbanistica della parte dell'edificio che contiene il palcoscenico: questa parte sarà circondata da con un parco, così da  mascherare gli edifici  adibiti ai servizi correlati alla messa in scena: il laboratorio destinato ad uso degli scenografi e i depositi per i costumi e le scene. Infine il Gonzaga prende in considerazione i problemi di acustica fornendo consigli pratici sulla dimensione della sala armonica e sui materiali da usare per ottimizzare l'ascolto.







Antonella Bartoloni


copertina

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