Renata M. Molinari
La vocazione teatrale. Un laboratorio a Mittelfest

Un laboratorio a Mittelfest

Milano, il principe costante, 2006, pp. 202, € 12,50
ISBN 88-89645-05-9

Data di pubblicazione su web 24/11/2006

copertina
La vocazione teatrale, oggi, consiste "nell'entrare con piena consapevolezza nella dimensione spazio-temporale del teatro per esiliarsi dal mercato del virtuale e della virtualità del mercato e celebrare l'essere umano che viene prima del denaro e dopo il denaro, anche se con il denaro intrattiene relazioni di concretezza". Sono parole di Moni Ovadia poste in apertura a La vocazione teatrale di Renata Molinari che bene introducono il contenuto del libro e i suoi obiettivi pedagogici.

Si tratta di una minuziosa ricostruzione dello svolgimento di un laboratorio svolto nel luglio del 2005 a Cividale del Friuli nell'ambito di Mittelfest, di cui Ovadia è direttore artistico, al quale hanno partecipato allievi della Civica scuola d'arte drammatica Paolo Grassi di Milano, dell'Accademia d'arte drammatica Nico Pepe di Udine, dell'Accademia d'arte del Dipartimento di teatro Juri Strossmayer di Osijek (Croazia) e dello Studio per la ricerca sull'arte dell'attore di Lubiana (Slovenia). Il punto di partenza è dato dai diari quotidiani scritti da due allieve, arricchiti da interventi a posteriori della Molinari.

La scrittura scorre fluida, chiara e organica, riflette il senso di un'attività creativa costruita sullo scambio di emozioni e di tradizioni culturali diverse, che si incontrano in un delicato gioco di gesti e parole. Il progetto del laboratorio si articola in brevi performance, improvvisazioni, esperimenti intorno al tema della vocazione teatrale. Gli allievi si confrontano con testi scelti oppure liberamente scritti. Il principio dell'esplorazione di sé in rapporto al teatro diventa conquista di una visione che si personalizza in un'idea maturata nell'esperienza. "Farsi custodi, e non protagonisti del lavoro", sottolinea a più riprese la Molinari.

L'azione del camminare, inteso come atto di "prima, elementare qualità di presenza e movimento", porta all'abbandono e al superamento della retorica e della gestualità convenzionale secondo le prescrizioni di Peter Brook e Jerzy Grotowski, le fonti spirituali e metodologiche  del percorso laboratoriale. In questo modo gli attori camminano per le strade del paese, si  muovono in spazi chiusi, a coppie, inventano storie, narrano ricordi di personaggi, raccontano il vissuto di quanto hanno visto, sentito e percepito. Diventano attori per gradi, tramite movimenti quotidiani, e si definiscono come tali attraverso la scoperta o la riscoperta della sostanza culturale ed emozionale a sostegno della personale vocazione teatrale.

L'esplorazione dei segreti del teatro coincide, in definitiva, con il movimento che sprigiona la passione dell'attore e si trasferisce nella parola scritta di questa interessante Vocazione teatrale, un libro in cui i sistemi teorici della pedagogia e della didattica convivono in un laboratorio di esperienze concrete, in un veicolato di giochi con il corpo e con la parola. Il testo, oltre al suo contenuto simile ad un elegante romanzo di formazione, ha il pregio di consegnare alla memoria della scrittura un patrimonio di esperienze umane e didattiche, e di seguire passo passo l'assimilazione e la rielaborazione degli insegnamenti. Grazie alla passione e alle indubbie competenze della curatrice e promotrice del progetto del laboratorio e successivamente del libro, si è concretizzato un itinerario culturale non molto praticato dall'editoria italiana, eppure importante testimone di una dimensione vitale del fare e del conoscere il teatro.

 

Indice

Sommario

Prefazioni

Il teatro, santuario laico dell’essere umano
di Moni Ovadia

Un laboratorio, perché?
di Mario Brandolin

LA VOCAZIONE TEATRALE

Introduzione
di Renata M. Molinari

La vocazione teatrale, un laboratorio e molti incontri
(Il progetto - Le tappe del lavoro - Il gruppo al lavoro: camminare assieme, per comporre - Il diario di Sarah Chiarcos e Anna Siccardi - Un commiato: custodire i semi)

Le giornate di lavoro

 
Domenica 10 luglio 2005. L’arrivo

Lunedì 11 luglio 2005. Camminare in silenzio, poi tante parole per iniziare
(con il progetto Il Grande Imbuto di Elena Cattaneo, Sarah Chiarcos, Carmen Giordano e Viviana Salvati)

Martedì 12 luglio 2005. Orientamento e custodi
(con il progetto Insita di Anna Siccardi e Fabio Cherstich)

Mercoledì 13 luglio 2005. Corpi attenti e visioni di teatro
(con la riflessione Lei si chiama Marta di Sara Fenoglio e il progetto Luocazione di Giorgia Toso)

Giovedì 14 luglio 2005. Comporre: sguardo e ascolto
(con le riflessioni Tutti lì in silenzio di Sarah Chiarcos, Ciò che è rimasto di Giulia Cailotto e Camminare, fermarsi, osservare: estensione del principio-regola del laboratorio di Camilla Tagliabue)

Venerdì 15 luglio 2005. Ripetere, ripetere e ancora ripetere

Sabato 16 luglio 2005. La prima apertura

Domenica 17 luglio 2005. Nuove ospitalità, nuove attese

Lunedì 18 luglio 2005. Il cambio della guardia
(con le riflessioni Io sto al tuo fianco di Elena Cattaneo e La lingua del laboratorio di Giulia Abbate)

Martedì 19 luglio 2005. Ricominciare, andando avanti
(con il progetto Nijinskij sono io di Giulia D’Amico e Paolo Fronticelli Baldelli)

Mercoledì 20 luglio 2005. Progetti e testi da trasformare
(con i progetti Vocazione e morte di Marco Di Stefano, Walking Bernhard di Camilla Tagliabue, Vocazione al male di Giulia Abbate e 25/3/1945 ovvero Vocazione in tempo di guerra di Valeria Banchero)

Giovedì 21 luglio 2005. Ascoltare, vedere, comporre
(con la riflessione Alla ricerca di un percorso condiviso di Anna Siccardi)

Venerdì 22 luglio 2005. Ascolto in movimento
(con la riflessione Tempo, spazio, gruppo: l’esperienza del laboratorio di Giulia D’Amico e Paolo Fronticelli Baldelli)

Sabato 23 luglio 2005. Il bagaglio, prima di partire 
(con il testo Senza il Mortirolo di Oliver Scharpf)

Domenica 24 luglio 2005. L’ultimo sforzo, l’ultimo regalo
(con la riflessione Il toto-scaletta di Marco Di Stefano)

Lettera agli allievi. Miei cari/Dragi moji di Evgenij B. Vachtangov

Appendice

Le trasformazioni dei progetti