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La cineteca italiana
Una storia milanese
A cura di Francesco Casetti

Editrice Il Castoro, p. 187, euro 16,00
ISBN 88-8033-325-9

Dopo otto anni e nove volumi dedicati all’approfondimento e alla riflessione su diversi argomenti - dallo studio dei fondi d’archivio all’analisi del cinema di determinati autori - ci è sembrato opportuno dedicare quest’ultimo libro, il decimo della collana, alla storia della nostra Fondazione, la Cineteca Italiana, a distanza di settant’anni dalla sua prima costituzione. Fermarsi a riflettere sul passato di un’istituzione ormai profondamente radicata nel tessuto culturale cittadino, ma anche aperta a contatti e scambi internazionali, ci è parso come un atto dovuto soprattutto nei riguardi dei suoi fondatori, che hanno saputo "traghettare" la cineteca oltre le secche di innumerevoli difficoltà, fino a un porto, quello presente, di relativa tranquillità.

Con queste parole introduttive il curatore Francesco Casetti spiega i motivi che hanno portato la Fondazione Cineteca Italiana alla pubblicazione di questo preziosissimo volume, che ripercorre la storia (e non solo) di una delle più antiche e importanti cineteche del nostro Paese. Il libro si dimostra un importante strumento di studio per tutti coloro che si vogliono avvicinare alla gloriosa storia di questa istituzione, che da Milano, ha rappresentato per la città e per l’Italia un fondamentale punto di riferimento per l’archiviazione, la conservazione e la diffusione del patrimonio cinematografico.

Sin dalla data della sua nascita, nel 1937, i fondatori Mario Ferrari, Luigi Comencini e Alberto Lattuada pensano la cineteca come un luogo di raccolta e salvataggio dei film, altrimenti destinati alla distruzione nei maceri. La Cineteca Milanese - così si chiama l’associazione prima di cambiare il nome in Cineteca Mario Ferrari, in ricordo del suo fondatore scomparso prematuramente - vuole da subito inserirsi nel solco della tradizione europea: costanti (e rischiosi, in epoca fascista) sono i contatti che il gruppo ha con le coeve realtà inglesi, tedesche, svizzere, francesi (come la "mitica" Cinémathèque Française di Henri Langlois, ad esempio), sintomo di un’apertura culturale in quegli anni sconosciuta agli altri archivi italiani, soprattutto a quelli di Roma, completamente soggetti all’autarchica politica culturale del regime. Questa vocazione all’Europa e più in generale alla modernità da parte di questi illustri rappresentanti della borghesia milanese è ben descritta nel preziosissimo saggio di Casetti, Prima della cineteca - analisi e commento di documenti storici, in cui si procede nell’analisi di rarissimi documenti d’epoca che portano la firma dei fondatori della Cineteca: uno scritto, quello di Casetti, che porta il lettore nel cuore delle problematiche e dei travagli culturali vissuti dai protagonisti di questa straordinaria avventura di passione cinematografica.

La cronistoria, lunga settant’anni, dal 1935 al 2005, è affidata alla penna di Luisa Comencini, che ripercorre, anno per anno, gli eventi, i film, le rassegne, i personaggi e i volti che hanno fatto la storia della Cineteca e di un pezzo consistente della cultura milanese e italiana. E’ un percorso all’indietro interessante proprio per il suo valore di riassunto di un’esperienza unica e forse irripetibile nella storia degli archivi cinematografici del nostro Paese. Tra le righe di questo saggio emerge prepotentemente la centralità del ruolo svolto dalla Cineteca nell’educazione al cinema e alla cultura dei cittadini milanesi di almeno tre generazioni, che hanno potuto vedere in pellicole originali e restaurate i grandi capolavori della storia del cinema, da Griffith a Chaplin, da Clair a Renoir, da Pastrone a Hitchcock, da Murnau a Truffaut ecc.

Oltre ai due saggi storici sopra citati, completano il libro i tre scritti introduttivi che analizzano l’importanza della cineteca come luogo di promozione culturale, oltre che affrontare i problemi legati alla contemporaneità: la musealizzazione del cinema, la sua conservazioni nei nuovi formati, la politica economica, il legame sempre più stretto con le università ecc.

In coda al libro, nella sezione "Galleria", alcune affettuose testimonianze di celebri spettatori della Cineteca (tra gli altri, Marco Tullio Giordana e Maurizio Nichetti) e i simpatici autografi regalati alla Cineteca dai suoi più illustri ospiti: Hitchcock, Capra, Emmer, Malick, Bellocchio, Salvatores, Monicelli, Bertolucci, Eastwood, Bigazzi, Quino, Servillo, De Oliveira ecc.

Il libro esce, tra l’altro, in un anno, il 2005, segnato dalla scomparsa di figure storiche per la Cineteca come Gianni Comencini e Alberto Lattuada : un momento doloroso che obbliga a una maggiore presa di coscienza sull’attuale identità e sugli assetti futuri. La recentissima nomina a presidente di Cristina Comencini, figlia di uno dei fondatori, il regista Luigi, ci garantisce da una parte la continuità con la tradizione, e dall’altra quel dinamismo e quell’apertura che ci permetteranno di guardare con fiducia al prossimo futuro.





Marco Luceri


copertina

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