Stagione di Danza del Teatro alla Scala
Milano 14-30 giugno 2005

di Gabriella Gori

Data di pubblicazione su web 15/06/2005

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Sono le due luminose 'perle' del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, Massimo Murru e Roberto Bolle, ad aprire e a chiudere a giugno i rendez-vous con la danza scaligera, che al Teatro degli Arcimboldi propone un'articolata monografia sul XX Secolo e acquisisce in repertorio ''pezzi da novanta''.

Novecento e Carmen sono infatti i due titoli che vedono il Balletto della Scala interpretare  capolavori di Balanchine, Kyliàn, Béjart, Amodio, e confermano la straordinaria duttilità tecnico-stilistica di uno dei migliori organici della scena coreutica internazionale.

Theme and Variations, debutto al festival di Genova, Teatro Carlo Felice, foto Bonini
Theme and Variations, debutto al festival di Genova, Teatro Carlo Felice, foto Bonini


Il trittico Novecento, che apre il cartellone il 14 (in replica il 16, con due rappresentazioni, il 18, 21 e 24) porta a Milano Theme and Variations di George Balanchine, su musica di Cajkovskij, Symphony of Psalms di Jirì Kyliàn, su musica di Stravinskij, e Le sacre du printemps di Maurice Béjart, sull'omonima partitura di Stravinskij.

Danzato e acquisito dal corpo di ballo meneghino lo scorso anno al Festival di Balletto di Genova per il centenario della nascita del coreografo russo, Theme and Variations è un insigne exemplum del neoclassicismo balanchiniano, firmato da Balanchine nel 1947 per l'American Ballet Theatre. La creazione se da un lato consolida il legame tra la Scala e la Balanchine Trust, dall'altro conferma la capacità della compagnia di interpretare l'inconfondibile stile di ''Mister B''.

Vera chicca di questo polittico, e non a caso collocata in posizione centrale, è Symphony of Psalms, un lavoro creato da Kyliàn nel 1978 per il suo Nederlands Dance Theater I e considerato ''un esempio sbalorditivo di bellezza e purezza''. Concepito sulla Sinfonia dei Salmi di Stravinskij per ''lodare il Signore con la danza'', il balletto viene eseguito per la prima volta con un allestimento ad hoc per i danzatori milanesi, che lo acquisiscono in repertorio, e vedrà coinvolti anche l'Orchestra e il Coro della Scala diretti dal Maestro Casoni.

Symphony of Psalms, foto Joris-Jan Bos
Symphony of Psalms,
foto Joris-Jan Bos


 Dulcis in fundo il Balletto della Scala e l'étoile Massimo Murru (presente nelle recite del 14, 18 e 18) eseguono Le sacre du printemps, la coreografia di Maurice Béjart diventata patrimonio del corpo di ballo lo scorso anno per i festeggiamenti dei cinquant'anni di carriera di ''Monsieur Maurice'' come direttore artistico di compagnia.

Presentata per la prima volta nel 1959, Le sacre è - come dice Béjart – ''un inno all'unione fra l'Uomo e la Donna, al livello più istintivo ed essenziale, una danza dell'unione di cielo e terra, una danza di vita e di morte, eterna come la primavera'', e agli Arcimboldi si avvale della direzione d'orchestra di Vello Pahn.

E se l'amore, inteso come volupats epicurea, ha la sua apoteosi nello chef-d'oeuvre béjartiano, l'amore come furor ciceroniano, è protagonista di Carmen, nella nuova messinscena ideata da Amedeo Amodio per il corpo di ballo del Teatro Piermarini e  l'étoile Roberto Bolle.

Nata nel 1994 per l'Aterballetto sulla musica di Bizet, riarrangiata da Giuseppe Calì, la coreografia prende le mosse dalla fine dell'opera e si svolge nel backstage quando, a rappresentazione apparentemente conclusa, si scatena la passione reale tra coloro che hanno dato volto e anima ai protagonisti. Lo spettacolo è in scena il 22, 23, 25, 27, 28, 29, 30 giugno, Roberto Bolle danza il 22, 23 e 30. Le scene e i costumi sono di Luisa Spinatelli, l'Orchestra dell'Accademia del Teatro alla Scala è diretta da David Garforth.