Konstantin S. Stanislavskij
Le mie regie (3)
Il gabbiano
A cura di Fausto Malcovati Con testo di Anton Cechov a fronte
Milano, Ubulibri, 2002, pp. 173, euro 15,90
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Dopo il volume dedicato alle regie di Tre sorelle e Il giardino dei ciliegi (1986) e quello incentrato su Zio Vanja (1996), si completa la pubblicazione italiana delle note e degli appunti grafici con cui Stanislavskij accompagnò i suoi allestimenti scenici delle opere di Cechov. Lo stesso scrittore avrebbe voluto pubblicare le note del regista a corredo di una ristampa delle sue commedie, ma una prima edizione ebbe luogo solo nel 1938. Altre mises en scène (così le chiamò il regista) hanno visto le stampe negli anni Ottanta del Novecento, sollevando in Russia una interessante revisione dei giudizi su Stanislavskij e sul suo metodo.
L'impresa, ormai quasi ventennale, di Fausto Malcovati, benemerito e intelligente traduttore e curatore dei tre volumi, non ha avuto lo stesso effetto in Italia anche perché, da noi, la questione è stata oggetto più di accademiche astratte disquisizione che di considerazioni analitiche condotte su basi filologiche. Di una filologia stanislavskiana sarebbe invece il caso di parlare anche per ribadire quanto risulta evidente dalla lettura di queste note di regia: la contradditorietà e l'instabilità nel corso del tempo della tecnica registica del fondatore del teatro d'Arte. Particolarmente la direzione de Il gabbiano appare lontana dalle successive teorizzazioni attente al punto di vista e al protagonismo dell'attore.
Le prove del memorabile evento del 1898 appaiono come un copione di ferro, saldamente nelle mani del regista-dittatore: un rigoroso storyboard che 'riscrive' il testo di Cechov. Quale fosse il contributo degli interpreti non è dato di sapere. Qui l'unica autorità è, appunto, il Maestro e il Libro di regia serve a rafforzarla e a renderla definitiva.
di Siro Ferrone
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