Granteatro
Omaggio a Franca Angelini
A cura di Beatrice Alfonzetti, Daniela Quarta e Mirella Saulini
Roma, Bulzoni, 2002, pp. 591, euro 36,00
ISBN 88-8319-647-0
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Con questo volume si è voluto rendere omaggio a una studiosa di letteratura e teatro che ha lavorato per molti anni, dal dopoguerra a oggi, ad una concezione rigorosa della critica. D'impianto storicistico, il suo punto di vista ha sempre interrogato la drammaturgia e la vita dello spettacolo ponendo questioni morali e esistenziali, oltre che artistiche. Il teatro (dal Seicento ai giorni nostri) è stato, ed è tuttora, per Franca Angelini, la disciplina che consente di interrogare meglio di altre "forme" la società e la collocazione degli individui artisti all'interno del destino delle comunità. Servendosi di volta in volta di strumenti d'indagine diversi a seconda degli oggetti di studio, la docente romana ha saputo conservare nel tempo la freschezza dell'intelligenza e l'entusiasmo di una passione trasmessa a colleghi e allievi.
La raccolta dei saggi a lei dedicati si articola in due parti, Studi e Scritture, dedicate rispettivamente a saggi critici e a opere letterarie; Studi si suddivide a sua volta in due grandi sezioni, Dal Barocco all'Ottocento e Il Novecento. Una scansione che fa di questo testo quasi un manuale di storia del teatro italiano moderno.
La sezione Dal Barocco… è infatti pressoché completamente riservata agli italiani, con tre saggi iniziali su autori del Cinque-Seicento (Maffeo Galladei, Giovan Battista Basile e Francesco Sbarra), un interessante contributo relativo a un pamphlet in difesa degli attori, di mano francese ma dedicato ad Isabella Andreini, un gruppo di articoli sul Settecento (due su Goldoni e uno su Pietro Chiari), una ricognizione sullo sviluppo delle sale teatrali in Roma dopo la caduta dello stato pontificio, e a chiudere un intervento sul teatro di Giacinto Gallina e le compagnie che lo misero in scena (rimando all'indice per l'identità degli autori).
In Il Novecento il saggio sui due attori comici tedeschi Liesl Karl-stadt e Karl Valentin si inserisce nel gruppo centrale di contributi sul teatro comico (i due su Petrolini e i singoli su Totò, Achille Campanille e Brancati); a completare la panoramica sul secolo appena trascorso due saggi iniziali su Marinetti e Svevo e un blocco di quattro interventi su Pirandello che precedono gli articoli di cui abbiamo parlato, mentre li seguono due contributi su protagonisti della scena del secondo dopoguerra (Eduardo e Visconti) e un gruppo finale dedicato a scrittori e teatranti contemporanei (Fabrizia Ramondino, Melania Gaia Mazzucco, il Teatro del Lemming e Marco Paolini).
Sebbene la maggioranza dei saggi si occupi di questioni di drammaturgia nel senso più tradizionale, cioè di letteratura drammatica, l'occhio degli autori è quasi sempre attento anche a quanto pertiene alla pratica materiale dello spettacolo, al contesto culturale e produttivo in cui le opere sono state allestite e alle tecniche performative degli interpreti.
Nella seconda parte del volume, Scritture, trovano posto due interventi che a rigore meriterebbero una loro collocazione a parte, cioè le testimonianze di Luigi Squarzina sulla sua collaborazione con Moravia e di Ermanna Montanari del Teatro delle Albe sulla storia del suo gruppo; gli altri contributi rispondono più precisamente al titolo essendo, con l'eccezione della poesia di Biancamaria Frabotta, "scritture per la scena" potenzialmente rappresentabili.
Precede tutti i saggi elencati un saluto di Claudio Meldolesi che propone alcune riflessioni sulla scena italiana del Novecento (particolarmente interessante quanto afferma sul rapporto fra Petrolini e Totò).
di Paolo Albonetti
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