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Teatro all'università. I corsi dell'Ateneo fiorentino Scuole corsi master
Intervista a Siro Ferrone

Un insegnamento di grande tradizione, quello fiorentino, che ha mantenuto la vocazione storico critica inaugurata da Ludovico Zorzi. E mentre Firenze mantiene alta la bandiera degli studi tra '500 e '600, è nato a Prato un nuovo corso di laurea per la progettazione e la produzione di eventi spettacolari. Così la scelta si amplia tra teoria e prassi. Ne parla Siro Ferrone, docente di Storia del teatro e dello spettacolo e studioso di primo piano della Commedia dell'Arte. Ferrone ha all'attivo la promozione di ricerche nel settore citato e la pubblicazione di fonti e materiali. Fra i suoi libri Attori, mercanti, corsari: la commedia dell'arte in Europa tra Cinque e Seicento (Einaudi, 1993), Carlo Goldoni. Vita, opere, critica, messinscena (Sansoni, 2001); ha curato l'edizione Marsilio de Gli Innamorati di Carlo Goldoni (2002).

HYSTRIO - Quando e come è nato il vostro corso di laurea in spettacolo?
FERRONE - Alla fine degli anni '60 fu incaricato dell'insegnamento di Storia del teatro Ludovico Zorzi che veniva dall'università di Torino. Alla sua morte sono subentrato io, mentre a Magistero lo stesso insegnamento veniva attivato da Cesare Molinari. Alla fine degli anni '80 Magistero e Lettere diedero origine a un unico Dipartimento di storia delle arti e dello spettacolo, mentre nel '90 è nato anche il nostro dottorato di ricerca. Intanto l'organico era cresciuto e consentiva maggiori articolazioni. Nel 2001 è poi nato proprio il corso D.a.m.s. a Firenze e il corso Pro.ge.a.s. (Progettazione e gestione di eventi e imprese dell'arte e dello spettacolo) a Prato, che dopo un triennio si sono sviluppati anche in due lauree specialistiche. Dal punto di vista degli studenti c'è stato fin dalla sua origine, un forte richiamo verso questo settore di studi.

HY - E poi come si è evoluto?
F. - Lo sviluppo di nuovi percorsi all'intemo di Lettere ha ovviamente un po' smorzato le iscrizioni ai corsi di laurea in spettacolo. Mi riferisco ad esempio alla laurea in Scienze delle comunicazioni, e di recente anche cinema ha superato numericamente teatro che fino a due anni fa aveva mantenuto il primato, ma credo che questo rispecchi dei cambiamenti che vanno al di là dall'università. Il corso di laurea di Prato, invece, se non avesse il numero chiuso a 120 iscrizioni annue, avrebbe molte richieste, questo forse perché è più pragmatico e vicino al mondo del lavoro. C'è inoltre un forte calo dalla laurea triennale alla specialistica: molti si fermano al primo gradino.

HY - Qual è la vostra filosofia formativa?
F. - Il Dams è un'educazione al mondo dello spettacolo di tipo storico-culturale, basata molto sulla storia e soprattutto su quella dei secoli alti, con particolare attenzione al '500 e '600, meno sul contemporaneo. Il Progeas di Prato è invece un percorso di studi che presta immediata attenzione al mondo del lavoro, con tendenza alla contaminazione con discipline più empiriche di tipo giuridico ed economico. Si basa cioè più sull'uso dei contenuti dello spettacolo che sui contenuti stessi.

HY - Qual è il vostro fiore all'occhiello?
F. - Per Firenze direi il gruppo docenti, composto, quello di teatro, di sei persone perfettamente integrate per coprire tutti gli aspetti della formazione, nonché il dottorato, molto qualificato. Si pensi che sei nostri dottori di ricerca lavorano oggi all'università e altri occupano posti di rilievo. Per Prato la sua flessibilità e l'elevata professionalizzazione.

HY - E cosa non funziona?
F. - Prato è nuova, dunque anche molto funzionale logisticamente, per quanto potrebbe avere degli aggiustamenti di rotta formativa, Firenze invece ha carenze negli spazi e nelle risorse umane amministrative, ma forse ho individuato per il prossimo futuro una nuova sede per il Dipartimento in cui ci sarebbe anche un teatro per le nostre attività.

HY - Quali sono poi gli sbocchi lavorativi?
F. - Prato ha la sua vocazione già scritta nel nome del corso, Firenze è più generalista ma più radicata nella tradizione umanistica, per gli studenti di quest'ultima, il futuro dipenderà anche da quanto l'Italia vorrà puntare sulle arti e sullo spettacolo. Durante il percorso di studi noi comunque già diamo accesso a tirocini nei maggiori enti teatrali regionali (cito per esempio La Pergola e Il Metastasio) e nazionali, con la speranza che poi proseguano in vere attività lavorative nei settori della critica, dell'ufficio stampa e dell'organizzazione culturale.

(intervista pubblicata su "Hystrio",a. XVIII, 2005, n. 2
 
Università degli Studi di Firenze
 

 




 

 

Il sito del Dipartimento di storia delle arti e dello spettacolo dell'Università
di Firenze

Per informazioni sui corsi di laurea:
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PROGEAS


 

Il sito della rivista Hystrio



 
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