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Vittorio Salerno

Enrico Maria Salerno mio fratello


Gremese editore, Roma, 2002, pp. 160, euro 13,00.
ISBN 88-8440-189-5
Lo sceneggiatore e regista Vittorio Salerno ripercorre la vicenda umana e artistica del fratello, l'attore e regista Enrico Maria Salerno, in una affettuosa biografia in cui unisce ricordi personali a testimonianze di critici e personaggi dello spettacolo per caratterizzare sia l'artista che l'uomo facendone emergere il carisma, il fascino, gli slanci di generosità, ma anche l'ostinazione, la caparbietà e quella scontrosità spesso usata per nascondere un'interiorità tormentata e complessa.

Nel rendersi voce narrante dei fatti, l'autore troppo volte si lascia andare a considerazioni personali per sottolineare, come un segno del destino, la formazione artistica della famiglia: la madre violista, un fratello pittore, l'altro musicista, lui sceneggiatore e regista ed Enrico attore che sembra un eroe in lotta, prima contro la famiglia, poi contro la critica per assurgere all'apoteosi dell'arte scenica. Il racconto diviene così, più che una biografia critica, l'epopea della famiglia Salerno in cui ogni obbiettivo conseguito diviene eccezionale.

Efficaci sono le rievocazioni di episodi storici vissuti in prima persona dai Salerno (i bombardamenti, le incursioni dei partigiani nelle case di campagna, la confusione delle ferrovie dopo l'8 settembre, l'avventurosa liberazione di Enrico Maria da un campo di concentramento) che aprono squarci realistici sulla storia italiana.

L'autore privilegia la vena narrativa, rivelando una buona attitudine alla ricostruzione dei diversi episodi, ma non all'analisi critica di uno straordinario personaggio che perde così risalto, confuso nelle piccole vicende quotidiane della sua numerosa famiglia ("i fratelli Salernazov"). Inoltre, avendo a disposizione, oltre ai ricordi personali, materiale riguardante l'attività artistica, l'autore avrebbe potuto lasciarsi meno trasportare dall'orgoglio fraterno e proporre un ritratto criticamente più completo dando maggiore spazio alle interpretazioni eccezionali che sono rimaste nella memoria collettiva. 

Vittorio, poi, spesso si propone come alter ego del più noto fratello nel cercare di far coincidere le tappe dei successi artistici raggiunti da entrambi, invece di limitarsi a valorizzare quelle di Enrico Maria.

Così le sue grandi interpretazioni teatrali (I fratelli Karamazov, Sei personaggi in cerca d'autore, Morte di un commesso viaggiatore, i numerosi allestimenti shakespeariani, le incursioni nella commedia musicale di Garinei e Giovannini con Viola, violino e viola d'amore), cinematografiche (La lunga notte del'43, Le stagioni del nostro amore, Anonimo veneziano, Amori miei), televisive (il celeberrimo La famiglia Benvenuti di Alfredo Giannetti) emergono quasi per inciso per lasciare, invece, maggior spazio a dialoghi, aneddoti, eventi familiari tangenti, ma estranei alla vicenda artistica dell'attore.

Più approfondito appare il resoconto della complessa realizzazione del film Anonimo veneziano a cui i due fratelli parteciparono insieme, Vittorio come sceneggiatore ed Enrico come regista. 

Completano il volume una sezione fotografica, tratta dall'album di famiglia e da alcune interpretazione teatrali e cinematografiche, una appendice che raccoglie interviste fatte all'attore, una scheda con una teatrografia e filmografia essenziale che avrebbe potuto essere scientificamente più esauriente riproducendo il significativo cast degli spettacoli.


 

di Albarosa Camaldo


Copertina del volume

cast indice del volume


 



 
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