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Kathrine Kressmann Taylor

Destinatario sconosciuto


Roma, Full Color Sound, 2005, cd audio, 68 min, euro 15,00
ISBN 88-7846-003-6
Nel 1938 la rivista «Story» di New York pubblica Destinatario sconosciuto, breve romanzo epistolare sui generis (venti lettere più o meno lunghe) firmato da un certo Kressmann Taylor. Nome d’arte in realtà. Un po' come George Sand. Ad adottarlo è la trentacinquenne Kathrine Kressmann. Nata e cresciuta nell'estrema provincia americana (in Oregon), Kathrine si trasferisce con la laurea in tasca a San Francisco. E nel 1928 sposa Elliott Taylor, proprietario dell'agenzia pubblicitaria dove lavora. Pubblicato nel 1939 come libro vero e proprio, vende in America cinquantamila copie. Da tutta l'Europa continentale, dove ne viene immediatamente vietata la circolazione, viene ignorato per sessant'anni: solo nel 1999, tre anni dopo la morte dell'autrice, viene tradotto in francese e diventa un best-seller

Destinatario sconosciuto, fenomenologia di una vendetta realizzata per via epistolare, è costituito dalle lettere che due amici e soci in affari – Max, ebreo americano e Martin, tedesco – si spediscono in un arco di tempo che va dal 12 novembre 1932 al 3 marzo 1934. Sposato e con vari figli, Martin -  dopo essersi arricchito a San Francisco e aver avuto una relazione extraconiugale con la sorella minore di Max, Griselle - torna a Monaco. Max, scapolo malinconico, vive a San Francisco in un costante stato di preoccupazione per Griselle che fa l'attrice e si trova in Europa.

Le domande poste dal libro sono due: (1) in che modo il nazismo ha potuto cambiare la mente di molti tedeschi colti, intelligenti e sensibili fino a indurli a rinnegare l'amicizia che li aveva legati in passato a qualsiasi persona ebrea? (2) Come si può uccidere un nazista semplicemente scrivendogli lettere? Ad attrarre l'attenzione di Elliott e Kathrine, nel 1938, è un breve articolo riportato dai giornali.  Tornati in America dalla Germania, alcuni studenti avevano scritto ai loro amici tedeschi lettere fraterne dove prendevano in giro Hitler. In risposta avevano ricevuto un accorato invito a  "smetterla" dato che la posta era sotto stretta sorveglianza: «Siamo in pericolo. Queste persone non scherzano». E' a questo episodio che Kathrine si ispira per scrivere Destinatario sconosciuto.  

Il rapporto epistolare fra Max e Martin – che si scrivono pagine, in sintonia con gli opposti caratteri, piene di sincerità, affetto, fiducia, stima – entra in una crisi irreversibile dopo la dodicesima lettera. Il «vecchio Max», contemplativo e apparentemente indifeso, si vendica del "suo caro Martin" condannandolo - come se eseguisse una sentenza del Dio di Mosè - a una morte certa, senza appello, senza vie di fuga.

Nel cd, uscito nella collana Krono (ed. Full Color Sound), assecondati dal perentorio accompagnamento musicale di Uri Caine, Sandro Lombardi e David Riondino prestano le proprie voci, rispettivamente,  a Max e a Martin.

Lo straniante timbro vocale di Lombardi che all'inizio è dolce e avvolgente come un abbraccio, alla fine suona implacabile come una campana a morto. Una voce piacevole, calda, pacata che, simile a un canto delle Sirene, conquista per poi – imperturbabile, incessante – flagellare e uccidere. La voce di Lombardi, alla tredicesima lettera, pur mantenendo sempre la propria amabilità, perde il lieve retrogusto dolente che fino a quel momento l'aveva caratterizzata, acquista una sicurezza che le mancava e si trasfigura nascondendosi dietro una maschera. Una maschera sarcastica e sottilmente crudele che nasconde insopportabili – e censurate - quantità di disperazione, rancore, rabbia, odio.

Sintetica e squillante, sicura e tagliente come una lama, la voce di Riondino modella alla perfezione il personaggio di Martin, l'uomo d'azione, l'uomo smaliziato, l'uomo di mondo, l'uomo per cui nulla è da prendere sul personale: dotato di una straordinaria abilità negli affari, intreccia una relazione con Griselle ben sapendo che non durerà, torna a Monaco, compra una villa con trenta stanze, aderisce al partito nazional-socialista e fa una fin troppo brillante carriera politica. Il male che si procura precipitando è direttamente proporzionale all'altezza da cui cade.   

Basteranno sei lettere ad annientarlo, a ridare di nuovo valore letterale al detto "ne uccide più la penna che la spada". Paradosso vuole che Martin, involontariamente, si suicidi: saranno infatti le stesse idee di cui si fa entusiastico portavoce a rovinarlo, sarà la stessa serpe che ha covato in seno a strangolarlo. Max costringe Martin ad accorgersi, suo malgrado, che in seno stava covando una serpe. Legge del contrappasso vuole che Martin recuperi – troppo tardi - non dico la lucidità ma sicuramente l'humanitas o anche solo il buon senso che aveva in parte archiviato e si renda conto della gravità di ciò che ha provocato. Legge del taglione vuole che Martin faccia la stessa fine di chi ha perso la vita per causa sua. Non c'è ombra di manicheismo, tuttavia, nel libro della Taylor: il modo d'agire di Martin è giustificabile quanto lo è la reazione di Max. Sono entrambi vittime. E sono entrambi carnefici. Altrimenti, non ci sarebbe tragedia. 

Onnisciente, la musica colloquiale di Uri Caine – fedele ad un naturale, equilibrato eclettismo -   commenta, dispone i vuoti e i pieni, crea nei momenti opportuni climax ascendenti o discendenti.  

Giulia Tellini


copertina

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