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Theaterheute


2003, n. 6, euro 10,80
ISSN 0040-5507
In "Aufführungen", la sezione della rivista dedicata alle novità, ampio spazio è riservato a Das Werk di Elfriede Jelinek in scena all'Akademietheater di Vienna. Si tratta di un testo ispirato ad un drammatico fatto di cronaca successo su una montagna austriaca nel 2000, quando oltre centocinquanta sciatori morirono in un rogo accidentale. Ancora avvolto nel mistero, l'episodio diventa nella scrittura della Jelinek metafora del buio che nasconde momenti della storia austriaca. La regia è di Nicolas Stemann, il ruolo del protagonista è affidato a Libgart Schwarz. Lo spettacolo molto applaudito ha provocato polemiche.

Visitors Only è l'ultimo spettacolo di danza ideato da Meg Stuart e allestito da Anna Viebrock. Sul palco della Schiffbauhalle di Zurigo i movimenti dei ballerini dispongono di una struttura scenica con otto camere caratterizzate dalle porte montate in senso orizzontale, dalle pareti aperte che alludono, in una visione trasfigurata della realtà, alla mancanza di privacy nella vita quotidiana.

Il comico e l'horror si intrecciano in Das Fest des Lamms di Leonora Carrington, in scena ai Kammerspielen di Monaco, con la regia di Jossi Wieler e l'interpretazione affidata a Michael Wittenborn e Annette Paulmann. Rivisitato dalla drammaturgia di Tilman Raabke, il testo scritto nel 1940 è una surreale visione di una notte buia e inquietante con i lupi ululanti e la luna piena che fa impazzire gli uomini.

Allo Schauspielhaus di Amburgo sono stati presentati due spettacoli caratterizzati dalla comune trattazione di tematiche belliche. Ricavato da Offret, film realizzato nel 1985 da Andrej Tarkowski, Das Opfer è ambientato al tempo della guerra fredda in un clima da incubo che la regia di Sebastian Hartmann attualizza con frequenti allusioni al recente conflitto irakeno. Gli attori sono Thomas Lawinsky, Cordelia Wege, Alexander Kapp e Peter René Lüdicke. Auf Sand di Albert Ostermaier recupera il mito di Achille e Andromaca per trasformare i personaggi classici rispettivamente in un militare graduato e in una reporter di guerra, che animano una relazione di amore e morte in uno scenario di declino dei valori. La regia è firmata da Martin Kusej.

Una lettura in chiave moderna informa di sé l'allestimento di The Merchant of Venice di Shakespeare curato da Thomas Bischoff e in scena allo Spielhaus di Hannover. Antonio, il commerciante cristiano interpretato da Wolfgang Michalek, e Shylock, l'usuraio ebreo affidato a Roland Renner, si scambiano spesso i ruoli fino a confondersi per dimostrare che il progetto della globalizzazione rende tutti uguali, soprattutto nello squallore delle relazioni economiche.

Grande successo di pubblico e di critica ha riscosso il musical Lieber nicht tratto dal racconto Bartleby di Herman Melville. Lo spettacolo, in scena alla VolksbŸhne di Berlino con la regia di Christoph Marthaler, è una rappresentazione in chiave comica, con punte di malinconia, del conformismo, espresso dalla ripetitività e dalla frenesia dei gesti.

Il "Portrait" si occupa di Birgit Minichmayr, nuova star del Burgtheater di Vienna. La giovane attrice si è fatta recentemente applaudire in Anatol di Arthur Schnitzler per la regia di Luc Bondy e nel ruolo di Ofelia nell'Hamlet allestito da Klaus Maria Brandauer. Nell'intervista la Minichmayr ripercorre le tappe della sua breve ma folgorante carriera teatrale e racconta le sue esperienze in campo cinematografico, segnatamente nel film Taking Sides di Istvan Szabo.

Un esauriente servizio ripercorre la didattica seguita dall'università di Hildensheim nell'ambito delle discipline dello spettacolo. Alle lezioni teoriche tenute da docenti, attori, drammaturghi e registi, seguono articolati progetti scenici con il teatro della città, ultimo dei quali Vision 1800: Theater 2002, performance ideata e allestita dagli stessi allievi.

Ritroviamo Elfriede Jelinek nella sezione "Das Stück" con il testo Bambiland, sorta di favola teatrale che, richiamandosi ai Persiani di Eschilo, ripercorre il sentimento e le devastazioni della guerra per culminare nelle cupe e catastrofiche riflessioni sul conflitto irakeno, argomento questo molto sentito e affrontato dalla drammaturgia tedesca.

Massimo Bertoldi


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