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theaterheute


2003, n. 5, euro 10,80
ISSN 0040-5507
In ''Foyer'', articolo di apertura della rivista, si legge un corsivo, amaro e pungente, che analizza la rappresentazione del recente conflitto militare in Iraq secondo le immagini trasmesse dalla CNN e dalla BBC. La codificazione in senso teatrale dei ruoli dei personaggi contrapposti produce le dinamiche della guerra come spettacolo.

Il consueto panorama sulle novità della scena teatrale (''Aufführungen'') si apre con un confronto tra due allestimenti dello stesso testo, Le soulier de satin di Paul Claudel. Allo Stadttheater di Basilea il regista Stefan Bachmann ha trasformato Der seidene Schuh in uno spettacolo evento, se si considerano due anni di preparazione, sei mesi di prove e otto ore complessive di durata della rappresentazione, affidata ad attori prestigiosi, tra cui Jens Albinus e Maria Schrader: I personaggi vivono le inquietudini della nostra contemporaneità e le forti tensioni sentimentali scatenate dai tradimenti. Soulier de Satin nella versione data dal regista Oliver Py, in scena al Thèatre National di Strasbourg, focalizza l'attenzione sulla spiritualità religiosa del testo e sviluppa unâatmosfera intrisa di ritualità. Protagonisti sono Michel Fau e Christophe Maltot. In comune questi due spettacoli hanno la giovane etˆ dei registi e il consenso ottenuto da parte di pubblico e critica.

La riapertura del Kammerspiele di Monaco, chiuso da due anni per restauri, è stata festeggiata con la rappresentazione di Otello firmata da Luk Perceval, che legge la tragedia shakesperiana in chiave moderna, con eleganti smoking indossati dai personaggi veneziani, sviluppando riflessioni intorno a tematiche inerenti il razzismo. Fanno parte del cast attori di prestigio nei ruoli principali dell'opera: Thomas Thiemes (Otello), Julia Jentsch (Desdemona), Wolfgang Pregler (Jago), Bernd Grawert (Rodrigo).

Lo Schauspiel di Bochum ha ospitato 1979, pièce ricavata dall'omonimo romanzo pop di Christian Kracht. Nell'anno del titolo i seguaci dellâAyatollah Khomeni rovesciavano il regno dello Scia di Persia e i fatti rivoluzionari sono raccontati da un giovane architetto tedesco presente a Teheran. La riduzione drammaturgica è di Andreas Erdmann, la regia porta la firma di Matthias Hartmann.

Interessanti operazioni emergono anche dalla scena viennese All'Akademietheater un duo di consumata esperienza e bravura artistica come Gert Voss e Ignaz Kirchner si confronta con Sonny Boys di Neil Simon, riadattato in Die Sunshine Boys, interpretandolo con un recupero dei ritmi e della comicità del genere boulevard.

Di spessore sperimentale risulta Der verlorene Atem, spettacolo ricavato dall'opera di Kafka e presentato alla Wiener Schauspielhaus nell'ambito di una serata dedicata allo scrittore. Protagonista è Yehuda Almagor, guidato dalla regia dell'australiano Barrie Kosky.

Platonov di Cechov, in scena allo Schauspiel di Francoforte, è un altro esempio della tendenza propria del teatro tedesco di filtrare un testo classico nelle lezioni espressive codificate dalla contemporaneità. Il regista Dimiter Gotscheff sviluppa la poesia cechoviana, soprattutto il sentimento della malinconia sottolineato da delicate musiche russe, modellando i dialoghi degli attori (Samuel Finzi e Marie-Luo Sellem sono i protagonisti) sui ritmi beckettiani e sulla declamazione della parola secondo Heiner Müller.

Un lungo e articolato servizio affronta una questione molto dibattuta a Londra: la gestione artistica del Globe Theatre da parte di Mark Rylance. L'attore americano, recentemente impegnato nel film Intimacy di Patrice Chéreau, è bersagliato soprattutto dai colleghi inglesi. Interessanti sono le sue dichiarazioni che spiegano il progetto e le prospettive future.

La sezione ''Theatergeschichte'' della rivista è dedicata allo Schauspielhaus di Zurigo, teatro in cui si sono consumate importanti esperienze a partire dal 1933, quando offrì ospitalità artistica ad una nutrita colonia di scrittori tedeschi in fuga dalla Germania nazista. Si aprì una proficua e poco nota stagione di spettacoli di opposizione. Die Rassen di Gustav Hartung con la regia di Ferdinand Bruckner fu una sorta di manifesto, al quale seguirono, tra gli altri, gli allestimenti di Reichstag brennt e Professor Mamlock di Friedrich Wolf e Mahlzeit! di Wolfgang Langhoff.

In ''Neue Stücke'' brevi recensioni presentano i contenuti, le caratteristiche drammaturgiche e gli esiti degli allestimenti dei seguenti nuovi testi: Reiher di Simon Stephen in scena a Stoccarda, Schau, da geht die Sonne unter di Sibylle Berg a Bochum, Solitude di Kerstin Specht allo Schloss Solitude di Stoccarda, Cherubim di Werner Fritsch presso il Residenztheater di Monaco, Nomadem di Ulrike Syha al Landertheater di Tubinga.

La sezione ''Das Stück'' contiene Reiber di Simon Stephen, giovane drammaturgo inglese. La traduzione è di Barbara Christ.

Massimo Bertoldi


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