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Daniela Pecchioni

Il sesso al cinema


Firenze, Edizioni Cadmo, 2003, collana ''Il cinema e le idee'', pp. 130, euro 12,00
ISBN 88-7923-297-5
Il cinema, è cosa nota, è messa in gioco di sguardi, quindi arte voyeuristica e pulsionale. Sulla base di un simile presupposto pu˜ delinearsi il discorso di Daniela Pecchioni, che, in forma molto agile e con taglio divulgativo, propone uno dei possibili itinerari intorno al tema della sessualitˆ al cinema. L'argomento è uno di quelli che in certi salotti si amano definire "scottanti", ma l'autrice ha il merito di affrontarlo con un tono leggero che non esclude la serietˆ, senza quelle concessioni ad allusioni e doppi sensi con cui spesso viene trattato.

Come dichiara nell'introduzione, l'autrice intende accostarsi al tema della sessualità affidandosi alle proprie personali passioni, predilezioni e ricordi di spettatrice, proponendo un percorso che a tratti può apparire discutibile ma che pure non è privo di una sua congruità. Sarebbe fuorviante, in sostanza, cercare nel libro intenzioni sistematiche che non gli appartengono o mettersi a contare i film che ci sono e quelli, pure importanti, che mancano, poiché non è nemmeno l'esaustività l'intento principale del volume.

Volendo, un nucleo tematico del discorso si può rintracciare nelle pratiche rappresentative del cinema degli anni settanta. Infatti, se fino al decennio precedente il sesso è presente esclusivamente in forme metaforiche e allusive ("Al cinema più di così non ti lasciano vedere", come sostiene Charles Aznavour in Tirate sul pianista, coprendo con il lenzuolo i seni generosi di Michèle Mercier) ed è fruito dagli spettatori "direttamente" tra le poltrone della sala (si legga il capitolo relativo di Buio in sala di Gian Piero Brunetta, Marsilio, 1989), è con le esperienze visive di rottura proposte da alcuni film degli anni settanta che la rappresentazione della sessualità al cinema subisce una brusca sterzata. In film come Ultimo tango a Parigi, Salò ed Ecco l'impero dei sensi la messa in scena dell'atto sessuale viene a configurarsi come pratica politica di contestazione, disposta a sfidare fino in fondo il moralismo e la retroguardia delle istituzioni e delle censure.

Al di là della suddivisione tipologica e contenutistica (il libro contiene parti dedicate al rapporto fra sesso e potere, al voyeurismo, alla parodia, al "lolitismo" e allo stupro), il filo conduttore resta proprio quello appena individuato: quasi ogni capitolo presenta come pietra angolare un film riconducibile alla temperie culturale di quegli anni: da Ultimo tango a Parigi a Portiere di notte, dalla Trilogia della vita alle sue triviali parodizzazioni (fa eccezione, ma è un'eccezione necessaria, il capitolo sul voyeurismo, che non poteva non prendere le mosse da La finestra sul cortile).

In definitiva, risulta più interessante il tentativo di delineare alcuni tratti peculiari di un particolare momento storico di rottura che la pretesa di categorizzare una materia troppo complessa e stratificata per essere affrontata, sia pure parzialmente, nel breve respiro delle cento pagine. Anche il discorso sugli anni novanta (di cui si parla qua e là lungo tutto il libro) rimane un po' in sordina: alcuni film (anche molto diversi tra loro: American Beauty, Intimacy, Baise-moi, Irréversible, Crash) sembrano proporre nuove problematizzazioni dell'eros, ma, forse per l'impossibilità di adottare uno sguardo sufficientemente distanziato, risulta difficile superare l'impressione di frammentarietà che si prova nel passare da uno all'altro.

Per chiudere, una nota di sana pedanteria: a p. 111 il film Il sorriso - il cui titolo, come giustamente notato, fa riferimento al "solco del sedere che è il sorriso della vita" - viene attribuito a Roman Polanski, forse perchè interpretato da sua moglie Emanuelle Seigner. Correggere subito: il film (per fortuna) è diretto da Claude Miller. Cul de sac era tutta un'altra cosa...

 

Federico Pierotti


copertina del volume

cast indice del volume


 



 
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