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Torinodanza, focus 7, Movimenti Cartelloni
Questo settimo focus di Torinodanza comprende cinque spettacoli (anche se sarebbe meglio dire sette dato che il penultimo è in realtà una trilogia). Si comincia la sera del 9 febbraio con Le vertige du papillon, ultima creazione di Fatou Traoré, coreografa e danzatrice originaria del Mali che da vari anni tenta di indagare le possibilità combinatorie di tre arti strettamente connesse fra loro: musica, danza e circo. A presentare lo spettacolo è la compagnia Feria Musica alla sua terza prova scenica. Quattro giovani musicisti e sette acrobati dell’Ecole Supérieure des Arts du Cinque di Bruxelles «raccontano al pubblico - come si legge nell’opuscolo informativo - l’ebbrezza dell’instabilità […] andando dalla terra al cielo e viceversa» e interagendo all’interno di un "luogo deputato" corredato di botole, piani inclinati, pertiche e tappeti elastici.

Debutta, poi, in Italia La camera d’Isabella (2004), «il più emozionante» frutto della collaborazione artistica fra Jan Lauwers e la Needcompany. Immersa in un clima onirico assecondato da una «dimensione musicale molto commovente» e da suggestivi momenti di danza, Isabella sogna l'Africa dove è custodito il segreto del padre e racconta, proclamandosi "principessa del deserto", i viaggi e le passioni che hanno accompagnato, segnandola, la propria storia.

Sempre firmato "Needcompany & Jan Lauwers" è il successivo Needlapb (2005), sorta di meta-danza nel corso della quale vengono mostrati allo spettatore i pensieri sparsi, le idee e gli appunti che sono sempre sottesi ai lavori performativi di carattere sperimentale tipici del coreografo (e della compagnia). Quanto al penultimo spettacolo, si tratta, appunto, di una trilogia (Broken man del 2002 su musiche di Blixa Bargeld, City of twist del 2002 su musiche di Laurie Anderson e The island of misfit toys del 2003 su musiche di Lou Reed) tesa a ricreare, in virtù delle coreografie di Stephen Petronio, l'atmosfera che si respira nella Manhattan post 11 settembre: il senso di inadeguatezza e confusione, il disorientamento, la rabbia e la paura ma anche le speranze e la superficialità.

Conclude il focus, la sera del 26 febbraio, Chandra/luna, la nuova creazione del coreografo di origini malesi Mavin Koo: una elegante sintesi tra la danza contemporanea studiata dall'artista tra New York e Londra e le danze classiche indiane (odissi e bharatanatyam).



 
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Torino
9-26 febbraio 2005


 
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