drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Auro Bernardi

Carl Theodor Dreyer. Il Verbo, la legge, la libertà


Recco, Le Mani, 2003, pp. 194, euro 16,00
ISBN 88-8012-259-2
Scopo principale del saggio di Auro Bernardi è quello di rivalutare la figura e l'opera di Carl Theodor Dreyer al di là delle tradizionali visioni proposte negli ultimi cinquant'anni, le quali inquadrano la sua poetica o nell'ambito della dottrina cattolica, secondo una concezione spiritualista, o nell'ottica di una stretta connessione fra vita e opera, in linea con la ricerca psicanalitica.

Il rapporto tra fede e ragione, spirito e sostanza, costituisce ancora una volta la materia prima della riflessione sull'opera del regista danese, da cui Bernardi tuttavia riparte per individuare un modello drammatico alternativo, che egli stesso definisce kierkegaardiano.

L'autore si appella alle considerazioni di Corrado Terzi ed Elio Vittorini che intorno alla fine degli anni Quaranta propongono una rilettura di Dreyer in chiave esistenzialista (Sostanza in Dreyer, "Il politecnico", n. 39, dicembre 1947), e alla Storia della filosofia di Nicola Abbagnano, per il reperimento dei temi sviluppati nei suoi film.

In tutti i lavori del regista si ritrova "il perpetuo conflitto tra la "vita", intesa come libertà, armonia, rigenerazione, mistero, e le "regole" che determinano i comportamenti degli uomini"; quel sistema di relazioni che l'individuo intrattiene con se stesso ("insistenza") e con il mondo esterno ("esistenza") che è alla base di tutta la filosofia esistenzialista.

Non rientrano in questa prospettiva le osservazioni di Paul Schrader (Il trascendente nel cinema. Ozu, Bresson, Dreyer, Donzelli Editore, Roma 2002) e Maurice Drouzy (Carl Th. Dreyer nato Nilsson, Ubulibri, Milano 1990), che pure hanno rilevato caratteri altrettanto significativi del cinema di Dreyer: l'uno, rinvenendo i tratti specifici di uno "stile trascendentale", l'altro, evidenziando la corrispondenza fra esperienze biografiche e scelte espressive. Posizioni teoriche da cui Bernardi prende le distanze sin dall'inizio e di cui tuttavia si serve ampiamente, anche solo per metterle in discussione: di fatto, quasi tutta la prima parte del volume è centrata sulla revisione critica del lavoro di Drouzy.

I traumatici eventi della vita di Dreyer (l'abbandono materno, l'adozione e la ricostruzione del proprio passato) sono posti al centro di un percorso d'indagine nel suo complesso coerente, ma che pure sembra mancare di una certa sistematicità argomentativa: più che offrire una comparazione diretta fra le teorizzazioni esistenzialiste e il cinema dreyeriano, il volume sembra tenersi in bilico fra racconto biografico e riflessione estetica, ponendo particolare attenzione alle similitudini tematiche. Più fruttuosa ed esaustiva, anche dal punto di vista analitico, risulta invece la seconda parte del testo, dove la dettagliata descrizione filmografica, comprensiva della meno nota produzione di documentari, offre al lettore un valido strumento di penetrazione conoscitiva e all'autore stesso l'occasione per approfondire lo studio di quegli aspetti di natura filosofica presentati nell'introduzione. 

Angela Maria Fornaro


copertina del volume

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013