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Theaterheute


2004, n. 3, euro 12,80
ISSN 0040 - 5507
La rivista si apre con un omaggio a Dario Fo, a dimostrazione del prestigio goduto dal comico italiano nell'ambito della cultura teatrale tedesca. In ''Foyer'' viene pubblicato un estratto dalla sua biografia giovanile I miei primi sette anni tradotta da Peter O. Chotjewitz e recentemente pubblicata a Colonia dall'editore Kiepenheuer und Witsch (pp. 256, € 18,90).

Una lunga e articolata inchiesta affronta le caratteristiche del sistema teatrale in Germania, ponendo in primo piano questioni piuttosto complesse, quali i contributi economici elargiti dallo stato, la posizione contrattuale degli artisti, la funzione culturale della ricerca e i suoi spazi espressivi, il rapporto tra strutture pubbliche e private. Al centro dell'indagine sono posti la Schauspiel di Hannover, la Deutsche Schauspielhaus e il Thalia Theater di Amburgo, quest'ultimo approfondito da un'intervista al suo intendente, Ulrich Khuon. Dalle sue dichiarazioni, non dissimili dal coro delle testimonianze di tanti attori, registi, drammaturghi ed operatori vari, emerge la necessità di un maggiore coordinamento culturale e, soprattutto, una riforma anche strutturale per meglio adeguare il teatro ai meccanismi produttivi dell'economia e alle tendenze culturali della società.

La sezione ''Aufführungen'' si presenta ricca di recensioni dedicate alle novità emerse dal panorama tedesco. Jürgen Gosch firma la regia di Dàcniki (I villeggianti) di Maksim Gorkij. Proposto nella Schauspielhaus di Düsseldorf, lo spettacolo trasferisce le atmosfere prerivoluzionarie che aleggiano nel dramma russo, scritto cento anni fa, in una prospettiva contemporanea animata da fermenti innovativi, utopie e inquietudini che accompagnano le trasformazioni politiche in corso in Europa. Gli attori si esprimono in un linguaggio attuale ed indossano i costumi della moda giovanile, la T-shirt e la linea Adidas. Tra gli interpreti figurano Michael Abendroth, Julja Filippowna, Eva Spott e Thomas Dannemann.

Kokain è il titolo di un romanzo di Hilfe Pitigrilli, il cui protagonista, Tito Arnaudi, si trasferisce da Torino a Parigi, e qui il mestiere del reporter lo introduce nel mondo della droga e lo coinvolge al punto tale da crearsi un vero e proprio emporio-laboratorio di sostanze psichedeliche. Lo spettacolo ricavato dall'opera letteraria è stato realizzato da Frank Castorf in collaborazione con Jonathan Meese per la Schaubühne di Berlino. La regia, che fa leva sulla carica provocatoria e dissacrante del testo, si sviluppa lungo i binari dell'ironia e della comicità. Emerge l'immagine di un mondo privo di confini tra naturalità ed artificio, tra normalità e pazzia. Come tanti allestimenti di Castorf, anche questo fa molto discutere per l'uso di un linguaggio scenico e verbale aggressivo e dissacrante, che non salva nessuno. Nel ruolo del titolo si è distinto Marc Hosemann e con lui Alexander Scheer.

Un'altra riduzione teatrale di un testo letterario, Odissea di Omero, è alla base della messinscena curata da Lars–Ole Walburg e proposta a Basilea. Odyssee diventa la storia della ricerca di emancipazione dagli stereotipi borghesi e il protagonista, interpretato da Klaus Brömmelmeier, è un giovane in lotta, solitaria e drammatica, contro i valori dominanti, e contro la paralisi interiore che lo blocca su una poltrona, davanti ad un jukebox, scalzo e con lo sguardo smarrito.

Nel Burgtheater di Vienna sono stati allestiti due drammi legati al tema del conflitto coniugale, The Goat or Who Is Sylvia di Edward Albee ad opera di Andrea Breth, e Das goldene Vließ di Franz Grillparzer da parte di Stephan Kimming, regista debuttante. L'opera dello scrittore americano, novità per la scena tedesca, diventa la rappresentazione di un profondo dramma vissuto da individui che distruggono l'unità familiare per l'incapacità di mediarsi con le diversità dell'altro. Tra gli interpreti si sono distinti Corinna Kinchhoff e Peter Simonischek. Importante è la componente musicale nell'allestimento del capolavoro di Grillparzer. In primo luogo Medea è una ballerina jazz, inoltre lo stesso ritmo musicale dettato da brani anche rock, scandisce e regola i tempi ed i toni delle battute dei personaggi. Medea è interpretata da Birgit Minichmayr, giovane attrice di talento ed dotata di creatività espressiva, Giasone è proposto da Michael Maertens, con Creusa si confronta Sabine Haupt, mentre re Creonte è Johannes Terne.

La consueta rassegna internazionale si concentra sulla scena parigina. Le Square, prima opera teatrale di Margherite Duras ricavata dall'omonimo romanzo, è stata allestita con successo di pubblico e di critica dal regista Didier Bezace, anche per merito dell'eccellente interpretazione di Clotilde Mollet e Heryé Pierre. Contraddittoria e superficiale è invece apparsa la messinscena di Une pièce espagnole, novità di Yasmina Reza, firmata da un confuso Luc Bondy.

L'attenzione costante manifestata dalla rivista nei riguardi della nuova drammaturgia tedesca, con obiettivi di sincera promozione culturale, si riscontra nella sezione "Neue Stücke". Späte Wut è l'ultima fatica di Wofgang Maria Bauer, classe 1953, recentemente allestita ad Heidelberg da Sebastian Schlösser, con Fredrik Jan Hofmann e Annette Büschelberger protagonisti di questo cupo dramma politico. Der Gutmensch è invece un testo sulla morale e la corruzione in ambito ecclesiastico firmato da un giovane autore, Dominik Finkelde, e affidato alla regia di Christian Schöfer che ne ha ricavato un spettacolo divertente ed apprezzato dal pubblico di Augsburg. Trentenne è Rebekka Kricheldorf, autrice di Kriegerfleisch, dramma allestito da Thomas Bockelmann a Münster. Gli altri testi segnalati e accompagnati da brevi descrizioni dei loro contenuti e della loro messinscena, sono Wir im Finale di Marc Becker, Hilda di Marie Ndiaye, Kur – Guerilla di John von Düffel, Heilig Heilig Heilig di Werner Fritsch, HeldenHaft di Katharina Schlender.

Infine la sezione ''Autori da scoprire'' (''Autoren zu entdecken'') si occupa di Katrin Röggla, della quale si legge un esauriente profilo artistico e un'analisi della sua recente opera, wir schlafen nicht, pubblicata in Theaterheute e prossima al debutto a Düsseldorf.

Massimo Bertoldi


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