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ADE teatro


2004, n. 99, marzo, euro 7,50
ISSN 1133 - 8792
Il numero contiene un'interessante sezione dedicata al radio-teatro, con l'intervento di Pedro Barea che ripercorre le tappe della storia di questo genere, fin dalla nascita strettamente legato al teatro che fu appunto la sua prima fonte ispiratrice. Sempre allo stesso proposito, la drammaturga Manuela González-Haba analizza approfonditamente la formula artistica del radiodramma, un genere a metà fra la narrazione, intesa come l'invisibile, la formula pura della parola, e il cinema, che concilia il visibile con il sonoro, quindi l'invisibile. Il radiodramma è visto invece come una formula originale di teatro invisibile, non un'imitazione del cinema e del teatro ma piuttosto un genere in grado di potenziarne alcuni aspetti; esso infatti - e per questo più vicino al genere della novella - si affida totalmente alla parola e ai suoni, usati per ispirare nell'ascoltatore squarci di un ''visibile effimero''. Sempre Pedro Barea dedica un saggio ai ''drammaturghi dell'aria'', quegli artisti, come Bertolt Brecht e Orson Welles, che scrissero espressamente per la radio o usarono questo mezzo per far conoscere le proprie opere; de La Guerra dei Mondi di Welles si occupa poi Javier Ariza nel suo intervento, dedicato interamente a quel radiodramma che nel 1938 terrorizzò l'America. Concludono la sezione il contributo di Juan Augustín Mancebo sulla radio futurista, considerata dagli esponenti del movimento come mezzo privilegiato per il recupero delle componenti prettamente acustiche della parola, e quello di Pedro Barea sulle sperimentazioni del radio-teatro in Spagna, dai primi esiti degli anni '30, fra cui Todos los ruidos de auqel día di Tomás Borrás, fino alle esperienze contemporanee, per le quali viene segnalato Doble o nada di Pilar Mateos.

I testi teatrali proposti questo mese sono La empresa del Vega di Friedrich Dürrenmatt e El perro, di Manuela González-Haba. Da segnalare, inoltre, la prima parte del numero dedicata all'assegnazione dei Premi ADE 2003, consegnati in occasione del centenario della nascita di María Teresa León, la grande artista spagnola - scrittrice, attrice, regista - ricordata nel bel ritratto di Juan Antonio Hormigón all'interno del discorso inaugurale della serata di premiazione. Inoltre, per ''Centenarios'', si ricordano il regista Rivas Cherif, uno dei massimi esponenti del teatro spagnolo degli anni '20-'30; Alejandro Casona e Max Aub, i due scrittori e drammaturghi spagnoli che collaborarono a lungo con Cherif; José López Rubio, commediografo e uomo di teatro, attivo soprattutto negli anni '50-'60, grande conoscitore del teatro europeo e americano, nonché rigoroso traduttore di importanti testi teatrali. 

Caterina Pagnini


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