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Fantômas. La vita plurale di un antieroe

A cura di Monica Dall'Asta

Pozzuolo del Friuli, Il Principe Costante, 2004, pp. 268, euro 18,00
ISBN 88-900688-6-8
Nel saggio che fa da presentazione al libro, Monica Dall'Asta delinea le caratteristiche del personaggio-Fantômas: l'inafferabile, il malvagio per eccellenza - tanto che, come riporta la stessa autrice, un giornalista francese lo ha scelto come paragone per il genio del male più mediatico dei nostri tempi, Osama Bin Laden. Ma, al di là della fanta-politica - e del resto, se il paragone regge, il commissario Juve equivarebbe a Bush: dato che, nell'ultimo episodio della serie, Fantômas e Juve si scoprono essere fratelli gemelli, la vicenda assume contorni quantomeno inquietanti.

Il volume edito da Il Principe Costante dà un quadro scientificamente accurato, documentato e appassionante sulle vicende della creatura di Souvestre e Allain. Nato dalla penna (prolifica: ben trentadue volumi) dei due romanzieri tra il 1911 e il 1913, Fantômas è protagonista fin da subito, come vuole la sua natura di assassino capace di assumere le sembianze di chiunque, di una serie notevole di trasformazioni: da romanzo a film, nella celeberrima serie di Feuillade (1913-14), poi in altre serie e singoli film, per finire, negli anni Sessanta, nella trilogia fanta-parodistica di Hunebelle con Louis de Funès e Jean Marais; da film a fumetto, per opera dello stesso Allain in Francia per arrivare fino al Messico degli anni '60, in cui Fantômas diviene, in La Amenaza elegante, da assassino spregiudicato e amorale, eroe vendicatore delle ingiustizie; da fumetto a fotoromanzo; dalla cultura popolare all'arte d'avanguardia, nelle poesie che gli dedicarono, tra gli altri, Blaise Cendrars, Max Jacob, Raymond Queneau; fino a diventare protagonista di due racconti scritti da personaggi diversi come lo statunitense Philip Dick (che in Un oscuro scrutare, 1977, descrive Fantômas come un tossicodipendente spia della Narcotici) e l'argentino Julio Cortàzar (in Fantomas contra los vampiros multinacionales, 1975) che lo trasforma in eroe terzomondista nel Cile ferito dal golpe di Pinochet.

Con un protagonista tanto sfuggente e cangiante, il volume non poteva che avere una struttura collettiva e un approccio molteplice; quello che si ottiene è un cultural study al suo meglio, in cui discipline diverse collaborano al tentativo di definire l'identità del personaggio inafferrabile per eccellenza. Degni di nota sono naturalmente, tra gli altri, i due saggi di Richard Abel e Tom Gunning: il primo dedicato allo sfondo in cui nasce la figura di Fantômas, ovvero la grande peur che percorreva la classe borghese della Belle Epoque, terrorizzata dall'aumentare della criminalità soprattutto nelle periferie metropolitane; il secondo centrato sul rapporto tra la serie letteraria e la trasposizione che ne fa Feuillade, in cui le differenze tra i media sono messe in luce attraverso l'analisi degli incipit letterario e filmico. Ma mi piace segnalare due saggi meno accademici e immediatamente classificabili. Il contributo di Manolo Paredro ricostruisce la raffinatissima operazione editoriale costruita da Julio Cortàzar per pubblicare il suo racconto-fumetto citato sopra, Fantomas contra los vampiros multinacionales: la narrazione contiene al suo interno le conclusioni del tribunale Russell II, che condannavano - anche se senza alcuna conseguenza penale, essendo quel tribunale non un organo istituzionale ma un congresso di personalità indipendenti - le violazioni dei diritti civili compiute in America latina. Il "saggio di iconologia immaginaria" di Michele Canosa chiude il volume, coltissima divagazione sui temi dell'immagine e della malinconia, in cui la celebre immagine di Fantômas che scavalca i tetti di Parigi viene paragonata, immaginosamente, alla Melancholia di Albrecht Dürer.

Chiara Tognolotti


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