Un Avaro all'insegna della condivisione e del gioco

di Italo Papandrea

Data di pubblicazione su web 21/10/2024

L'avare

È andato in scena al Théâtre de la Tempête di Parigi un nuovo Avare provocatorio e frizzante. Se, come pensava Antoine Vitez, un grande classico a teatro è come un galeone ormai perduto, che possiamo far riemergere in superficie soltanto a pezzi con i quali ricostituire, di volta in volta, oggetti diversi dall’originale, niente di più vero per questa regia di Clément Poirée, che strattona divertita il pubblico e gli sbatte in faccia temi attualissimi come quelli dello spreco, del riciclo e del riuso.


Un momento dello spettacolo
© Fanchon Bilbille

Prima dello spettacolo, congiuntamente all’acquisto del biglietto, viene richiesto allo spettatore di individuare uno o più oggetti personali da portare a teatro e da “donare” agli attori e all’équipe di tecnici che li useranno per dar forma (ogni volta diversa) allo spettacolo. Sulla pagina del sito dedicata a L'avare sono disponibili in allegati pdf due wishlist per orientare in questo senso il pubblico: stoffe varie, capi di abbigliamento, oggetti di carta, recipienti, ninnoli e soprammobili, tracce musicali su CD o dischi in vinile, polveri di ogni tipo. Il sito ammicca ironico: «C’est grâce à votre générosité (ou malgré votre pingrerie, c’est aussi drôle) que la représentation s’inventera sous nos yeux, comme sur une place de village». Lo spettacolo non è nemmeno iniziato e già “disturba” lo spettatore, lo mette in una situazione di eventuale imbarazzo, costringendolo a riflettere su quale oggetto deciderà di donare e a fare quindi i conti con la propria generosità (o taccagneria). 

Gli oggetti raccolti, passate le rappresentazioni, verranno donati a centri di raccolta sociale (nel caso delle repliche parigine, la Ressourcerie de La Petite Rockette) per essere venduti o riciclati. Occorre notare come questa pratica di economia circolare non si presenti come l’ennesima trovata alla moda ma sia una parte seria e fondamentale di tutto il progetto di questo Avare: lo dimostra la particolare attenzione al tema che viene richiesta ai teatri ospitanti per le tournées, ai quali si propongono per l’occasione progetti di partenariato con associazioni solidali nelle rispettive città.

Un momento dello spettacolo
© Fanchon Bilbille

Il giorno dello spettacolo, entrato nella Salle Serreau del Théâtre de la Tempête, lo spettatore precipita nel bel mezzo di quello che sembra uno show televisivo. Mentre la fila per consegnare il dono direttamente nelle mani degli attori si accorcia piuttosto placidamente, la scena (se così la si può chiamare) è nel caos totale. In slip, i componenti della troupe non impegnati a ricevere i doni brulicano affaccendati fra sei alti carrelli provvisti di rotelle, ripiani e grate che occupano lo spazio scenico. Prendono confidenza con gli oggetti, rubano a turno il microfono che maneggia disinvoltamente Anne-Élodie Sorlin (Frosine) per lanciare battute, commentare i doni, informarsi sulle condizioni del pubblico che già ha preso posto in sala. Una baraonda uditiva che sembra materializzarsi nella grandissima eterogeneità e nella quantità degli oggetti raccolti che affollano i carrelli e alcuni grandi raccoglitori in plastica. 

Quando tutti gli spettatori hanno preso posto, Nelson-Rafaell Madel (Valère) invita il pubblico a intonare a bocca chiusa un motivo semplice, di poche note. Durante la performance, l’addetta al suono registra. Il motivo viene poi riproposto nel corso dello spettacolo.


Un momento dello spettacolo
© Fanchon Bilbille 

Il passaggio a Molière avviene senza soluzione di continuità: le attrici e gli attori scivolano impercettibilmente nei ruoli della pièce mentre l’atmosfera si fa più seria; tecniche e tecnici addetti alla scena, ai costumi, al trucco, alle luci e al suono restano sul palcoscenico, in grembiule, e operano esattamente come farebbero dietro le quinte, sfruttando i ripiani centrali dei grandi carrelli come tavoli da lavoro ordinari per le loro occupazioni. I suoni e le musiche vengono eseguiti in diretta, la truccatrice interviene disinvoltamente, voltando le spalle alla platea, sul volto di uno degli attori nel bel mezzo di una scena, costumi e accessori vengono confezionati al momento: Poirée elimina qualsiasi diaframma fra attori, tecnici e spettatori. Le uniche separazioni, necessarie al gioco degli attori nello spazio scenico altrimenti totalmente vuoto, sono quelle disegnate dai carrelli, che disposti accortamente, accostati o divisi, alludono di volta in volta a immaginari ambienti chiusi: stanze, anfratti o grandi saloni. Scenografie spezzate, lasciate indovinare allo spettatore, estremamente effimere e fluide e proprio per questo, forse, più incisive. 

John Arnold è un Harpagon farsesco, bestiale, sempre sopra le righe. Il viso dell’attore è una maschera corrucciata, grottesca, incorniciata dai lunghi capelli unti e radi. Harpagon gracchia, sputa, strilla, cammina goffamente, con le spalle ricurve, sensibile soltanto al tintinnio del denaro. Un attore-animale che piomba in scena come un alieno – è l’unico a indossare un costume storico – e che domina incontrastato le due ore e mezza di rappresentazione senza mai cedimenti. Fa da pendant alla sua tetraggine la verve luminosa della bravissima Anne-Élodie Sorlin nel ruolo della mezzana Frosine. Ma è in generale tutta la compagnia a sprigionare un’energia contagiosa e a riuscire a tenere il ritmo in uno spettacolo piuttosto lungo. Il pubblico, trascinato per mano a bordo dalla ciurma di questo Avaro-galeone ricostituito, non può non lasciarsene travolgere e divertirsi.


Un momento dello spettacolo
© Fanchon Bilbille
 
Un progetto solidale e insieme un omaggio più che riuscito all’attore e ai mestieri del teatro: «car la vraie richesse d’un spectacle, c’est sa troupe, son savoir-faire, son œil, son art. La vraie richesse c’est le partage», dichiara il regista.


L'avare

Cast & Credits



Un momento dello spettacolo visto al Théâtre de la Tempête di Parigi
il 6 ottobre 2024
© Fanchon Bilbille


Cast & credits

Titolo 
L'avare
Anno 
2024
Durata 
150 min. circa
Data rappresentazione 
6 ottobre 2024
Città rappresentazione 
Parigi
Luogo rappresentazione 
Salle Serreau, Théâtre de la Tempête
Prima rappresentazione 
13 settembre 2024
Autori testo d'origine 
Molière
Regia 
Clément Poirée
Interpreti 
John Arnold (Harpagon)
Mathilde Auneveux (Elise)
Pascal Césari (Cléante)
Virgil Leclaire (La Flèche)
Nelson-Rafaell Madel (Valère)
Laurent Menoret (Maître Jacques)
Marie Razafindrakoto (Marianne)
Anne-Élodie Sorlin (Frosine)
Produzione 
Théâtre de la Tempête
Scenografia 
Erwan Creff, Caroline Aouin
Costumi 
Hanna Sjödin, Camille Lamy, Malaury Flamand, Emilie Lechevalier, Solène Truong
Suono 
Stéphanie Gibert, Farid Laroussi
Luci 
Guillaume Tesson, Marine David
Musiche 
Stéphanie Gibert, Farid Laroussi
Note 
Trucco: Pauline Bry-Martin, Sylvain Dufour