Lettere a Sallustio

di Lara Lensi

Data di pubblicazione su web 06/09/2024

Iddu


Sono per la prima volta in concorso a Venezia Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con il nuovo film Iddu (Sicilian Letters), da loro scritto e diretto. È il terzo capitolo della trilogia siciliana iniziata nel 2013 con Salvo – che alla 66° edizione del Festival di Cannes ha ottenuto il Gran Premio della Giuria e il Premio Rivelazione – e continuata con Sicilian Ghost Story, presentato in apertura della Settimana Internazionale della Critica nel 2017. In linea con le precedenti opere, anche Iddu si ispira a fatti di cronaca mafiosa. Grassadonia e Piazza riprendono le poche ma intense lettere che il già latitante Matteo Messina Denaro si scambia nel 2004 con l'ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, ingaggiato dalla polizia in un'operazione che aveva come obiettivo la cattura del boss.

Dopo sei anni di carcere Catello Palumbo (Toni Servillo) torna in libertà. Ad accoglierlo fuori dalla prigione c'è Pino Tumino (Giuseppe Tantillo), ingenuo e affettuoso novello genero. A casa non lo aspettano grandi celebrazioni; anzi, la moglie Elvira (Betti Pedrazzi) non perde tempo per rinfrescargli la memoria di tutti i debiti in corso a causa dei suoi passati affari. Catello durante la sua carriera di sindaco, assessore e poi preside aveva avuto amicizie influenti che gli avevano permesso di erigere un enorme hotel, rimasto al momento nello stato di rudere.


Una scena di Iddu
© Biennale Cinema

Nonostante l'invito della moglie a godersi la pensione e il nipotino in arrivo, Catello non si arrende e torna a prendere parte alla vita sociale del paese. Nella speranza di ritrovare le stesse amicizie, partecipa al funerale di Francesco Messina Denaro, suo intimo amico e del cui figlio, Matteo, Catello è il padrino. All'uscita viene sequestrato da tre agenti di polizia capeggiati dal tenente Schiavon (Fausto Russo Alesi) che gli offrono di collaborare in un'operazione di cattura del figlio del boss di cui ormai si sono già perse le tracce. Palumbo è omertoso ma opportunista e quando intuisce la possibilità di terminare la struttura alberghiera grazie al facoltoso aiuto di Matteo, accetta di fare l'infiltrato. Inizia così uno scambio epistolare tramite “pizzini” scritti a macchina della lunghezza di un solo foglio, nascosti nei generi alimentari più disparati e trasmessi al capo mafioso dalla sua segretaria (Barbora Bobulova), dopo aver fatto la spesa nel solito supermercato. Matteo (Elio Germano) si commuove profondamente nel leggere le lettere di Catello, che adotta il soprannome del consigliere romano Sallustio, ricordandogli il calore di un padre ormai perso e la compagnia di un essere umano, dallo stato di isolamento in cui vive. Spinto dalla fame di giustizia della giovane poliziotta Rita (Daniela Mancuso), Catello si presta a compiere una mossa troppo azzardata che manderà all'aria l'operazione, rischiando conseguenze fatali.


Una scena di Iddu
© Biennale Cinema

Il capitolo conclusivo della trilogia siciliana adotta un genere ancora diverso dai primi due: Salvo ha infatti un'impostazione noir e western, mentre Sicilian Ghost Story adotta una dimensione favolistica. Punto di contatto tra i due generi è la presenza di elementi magici ad arricchire la trama. Per Iddu si vira sul genere comico “epistolare” dove il soprannaturale sparisce, riassorbito nell'unico dettaglio del “pupo”: reliquia antichissima raffigurante la statuetta di un putto, probabilmente di origine greca. Un particolare che sembra uscito da La Chimera di Alice Rohrwacher, aprendo (appena) la porta su un mondo di bellezza perduta, a cui non è possibile fare ritorno. Allo stesso modo Matteo, rimasto orfano, si sente perso e sogna di ritrovare una guida. Con la segretaria condivide una fede disillusa nella religione cristiana delle Ecclesiaste di cui cita i versi a memoria e riempie le solitarie giornate leggendo classici greci e romani. Il resto della storia è ben ancorato alla realtà dei fatti realmente avvenuti, smorzati intelligentemente dalla costruzione macchiettistica e comica del personaggio di Catello fatta da Servillo. Sarebbe stato altrimenti difficile digerire la figura del reale Vaccarino, oltreché sviluppare nei suoi confronti un buon grado di empatia, invece piacevolmente ottenuto.


Una scena di Iddu
© Biennale Cinema

Dall'isolamento il personaggio di Matteo pecca forse di una scrittura superficiale che limita di conseguenza la bravura di Germano facendolo risultare sprecato per un ruolo così monocorde e di poca azione. Parimenti carente di sfumature è il personaggio del bravo Russo Alesi che quasi lo si dimentica per il poco tempo passato su schermo e per il trucco troppo marcato. Da segnalare i perfetti tempi comici di Betti Pedrazzi nel ruolo della moglie che, forte di alcuni dei dialoghi più brillanti di tutto il film, ha animato la platea di inaspettate risate, realizzando in incipit una captatio benevolentiae necessaria.

Iddu è esempio di una grande creatività in materia di sceneggiatura che Grassadonia e Piazza hanno già dimostrato di avere. L'ultimo capitolo è assolutamente godibile sebbene non riesca a declinare con la stessa delicatezza e tenerezza il tema dell'amore, qui filiale, di cui gli sceneggiatori hanno intriso la trama. Decisamente più riuscite risultano le tensioni emotive dei precedenti capitoli, che in Iddu perdono particolare forza nella parte centrale, eclissandosi dietro l'imponente Servillo. 


Iddu

Cast & Credits



Fabio Grassadonia e Antonio Piazza


Cast & credits

Titolo 
Iddu
Origine 
Italia, Francia
Anno 
2024
Durata 
122 min.
Data rappresentazione 
5, 6 settembre 2024
Città rappresentazione 
Venezia
Luogo rappresentazione 
Sala Grande
Prima rappresentazione 
5 settembre 2024
Colore 
Regia 
Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
Interpreti 
Toni Servillo
Elio Germano
Daniela Marra
Barbora Bobulova
Giuseppe Tantillo
Fausto Russo Alesi
Antonia Truppo
Tommaso Ragno
Betti Pedrazzi
Filippo Luna
Rosario Palazzolo
Roberto De Francesco
Vincenzo Ferrera
Maurizio Marchetti
Gianluca Zaccaria
Lucio Patanč
Produzione 
Indigo Film (Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri) con Rai Cinema, Les Films du Losange (Alexis Dantec)
Distribuzione 
Distribuzione internazionale: Les Films Du Losange – Raphaëlle Quinet ; distribuzione Italia: Luigi Lonigro - 01 Distribution
Scenografia 
Gaspare De Pascali
Costumi 
Andrea Cavalletto
Sceneggiatura 
Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
Montaggio 
Paola Freddi
Fotografia 
Luca Bigazzi
Effetti speciali 
Pasquale Di Viccaro
Suono 
Stefano Campus, Mirko Perri, Giulio Previ
Musiche 
Colapesce
Lingue disponibili 
Italiano, dialetto siciliano