Tra sogno e realtà

di Lara Lensi

Data di pubblicazione su web 04/09/2024

Queer


Queer
è l'atteso ritorno alla regia di Luca Guadagnino, ormai di casa a Venezia dove presenta i suoi film con regolarità dal Suspiria del 2018. Dopo il successo dello sperimentale Challengers (2023), torna in coppia con lo sceneggiatore Justin Kuritzkes per ispirarsi liberamente all'omonimo romanzo breve (in Italia tradotto in Checca fino al 2013, quando riacquista il titolo originario) di William Burroughs. Come tutta la sua opera letteraria, Burroughs tratta di tematiche autobiografiche come l'omosessualità, che in Queer assume carattere dominante. Rimasto a lungo non pubblicato per paura del contenuto esplicito, l'opera di Burroughs ha svolto un ruolo centrale nella formazione dell'immaginario creativo di Luca Guadagnino.

William Lee (Daniel Craig) è un ex militare della marina americana trasferitosi in Messico per dare libero sfogo alla sua dipendenza da oppio, lì considerato un farmaco. Dichiaratamente omosessuale, frequenta il solito locale in cui è di casa e dove spesso incontra nuovi amori passeggeri. Con l'amico Joe Guidry (Jason Schwartzman) si scambiano racconti sulle esperienze sessuali mentre scolano litri di tequila. Tra i mille volti delle notturne strade messicane, incrocia lo sguardo angelico del giovane Eugene Allerton (Drew Starkey). I due si iniziano a frequentare finché non scoppia la passione. Allerton, all'inizio freddo e scostante, accetta di fare un viaggio con Lee in direzione Amazzonia. Un viaggio e una missione alla ricerca della yage, potente droga dai poteri telepatici.


Una scena di Queer
© Yannis Drakoulidis

Queer è un film che vuole portare sulle spalle un grande peso. Strisciando dal basso, si arrampica con tenacia verso la luce, sempre più in alto, spinto dalla necessità di raccontare. Racconta la storia di un amore sofferto, ma comunque vissuto. Una storia che si posa leggera sul confine, contemplando la sua natura divisoria. Perfettamente a metà tra il sogno e la realtà, tra quello che si considera bello e ciò che invece si etichetta con brutto, tra quello che è accettabile e quello che sarebbe meglio non mostrare.

Dell'universo di Burroughs rimane la tenerezza e il tracciato, almeno fino al finale inconcluso (e quindi immaginato da Guadagnino-Kuritzkes). Per la fotografia si adotta la forte luce di taglio delle visioni metafisiche di De Chirico, per poi ritrovarci davanti a paesaggi immobili come quelli delle notti di Edward Hopper. Nelle sequenze di sogno ci si aggira silenziosi in quadri di Magritte, con stanze del suo tipico grigio, arti umani senza corpo e busti femminili mutilati, come la Venús Restaurée di Man Ray.


Una scena di Queer
© Yannis Drakoulidis

Il romanzo di Burroughs non è quindi l'unica fonte di ispirazione del film. La trama di Queer accoglie e si arricchisce dell'attrazione che i maggiori esponenti del surrealismo, a partire da André Breton, avevano nei confronti del mondo dei sogni. Un mondo cui si anela, come nei pochi fotogrammi di Orphée di Jean Cocteau (1950) visti da Allerton e Lee in cui Jean Marais – novello Orfeo – attraverso uno specchio riesce ad accedere a un universo altro. Analogamente Lee spera di trovare il suo passaggio segreto nella yage. Una droga, quest'ultima, che non causa lo stato di rilassamento estremo come l'oppio, ma che «è come guardarsi allo specchio». Uno specchio decisamente lacaniano per cui davanti ad esso – e alla condizione di sdoppiamento che l'immagine subisce – si forma e rafforza il “nucleo dell'io”. È quindi un viaggio in sé stessi e nell'altro quello a cui Lee e Allerton vanno incontro, dopo una memorabile allucinata sequenza con tocchi di body horror tra Cronenberg e Lanthimos.


Una scena di Queer
© Yannis Drakoulidis

Guadagnino, pur rimanendo fedele al tema della scoperta dell'amore e dell'innamoramento, non si cristallizza in nessun universo e in nessun volto, trovando il coraggio di confrontarsi, per la prima volta, con un attore protagonista dall'aura divistica “virilmente” definita. Craig si fonde con il personaggio donandogli un buon livello di veridicità, seppur non riuscendo a dare all'espressione quell'ulteriore motilità di cui ci sarebbe stato bisogno per avvicinarvisi emotivamente. Un innegabile senso di noia ha accompagnato tutta la prima parte del film, causato probabilmente da una mancata connessione con il personaggio principale. Si trova appagamento nelle formidabili scenografie, a metà tra realtà e cartonati western, per arrivare alla parte conclusiva che si impenna in una curva iperbolica decisamente troppo attesa. Restano buone le intenzioni e ottimo come sempre il livello tecnico, sporcato forse da una trama troppo esile e una durata, in questo caso, eccessiva.


Queer

Cast & Credits



Luca Guadagnino
© Giulio Ghirardi

Cast & credits

Titolo 
Queer
Origine 
Italia, Usa
Anno 
2024
Durata 
135 min.
Data rappresentazione 
3, 4 settembre 2024
Città rappresentazione 
Venezia
Luogo rappresentazione 
Sala Darsena
Prima rappresentazione 
3 settembre 2024
Adattamento 
Dal romanzo "Queer" di William S. Burroughs
Regia 
Luca Guadagnino
Interpreti 
Daniel Craig
Drew Starkey
Lesley Manville
Jason Schwartzman
Andra Ursuta
Michael Borremans
David Lowery
Produzione 
Fremantle, Fremantle North America, The Apartment, società del gruppo Fremantle (Lorenzo Mieli), Frenesy Film Company (Luca Guadagnino), in collaborazione con Cinecittà e Frame by Frame
Distribuzione 
Distribuzione Italia: Andrea Occhipinti - Lucky Red; Distribuzione internazionale: Fremantle – Jens Richter
Scenografia 
Stefano Baisi
Costumi 
Jonathan Anderson
Sceneggiatura 
Justin Kuritzkes
Montaggio 
Marco Costa
Fotografia 
Sayombhu Mukdeeprom
Effetti speciali 
Virginia Cefaly, Marco Fiorani Parenzi
Suono 
Craig Berkey, Alessandro Bonfanti
Musiche 
Trent Reznor, Atticus Ross
Lingue disponibili 
Inglese