I disegni di Piermarini

di Lorena Vallieri

Data di pubblicazione su web 26/08/2024

Piermarini a Milano. I disegni di Foligno


Tra le mostre organizzate a Milano nella prima metà del 2024 quella dedicata a Giuseppe Piermarini (Foligno, 1734-1808) – gratuita e forse poco pubblicizzata – merita una particolare menzione, a conferma che le esposizioni più piccole e apparentemente secondarie sono spesso quelle che riservano le maggiori sorprese. Realizzata in collaborazione con il Comune di Foligno e la Fondazione Cassa di Risparmio della medesima città, l'iniziativa ha il merito di aver portato nelle sale recentemente restaurate di Palazzo Reale una ricca rassegna di documenti, tra cui i disegni provenienti dal fondo piermariniano di Foligno e alcuni preziosi modellini che illustrano l'attività in ambito teatrale del più celebre allievo di Luigi Vanvitelli, suo aiuto nella costruzione della Reggia di Caserta (1765-1769).




                           Giuseppe Piermarini, Palazzo Regio Ducale,

                          prospetto del settore centrale, Milano, 1772.


Il corpus grafico conservato nella collezione della città natale permette di ripercorrere la carriera di Vanvitelli dagli anni della prima formazione romana fino all'impegnativo ruolo di architetto regio e funzionario pubblico al servizio degli Asburgo. I disegni risalenti all'apprendistato consentono di ricostruire fedelmente l'excursus formativo dell'artista, prima nella bottega di Paolo Posi, poi nello studio di Carlo Murena, fedele interprete dei progetti vanvitelliani in una Roma nel pieno del rinnovamento artistico e della transizione dal barocco al neoclassico. Un periodo che lascia tracce evidenti nella formazione del giovane, che riemergeranno nella successiva attività di scenografo avviata già negli anni napoletani a fianco di Vanvitelli. Nel 1768 collaborò attivamente con lui alla progettazione e realizzazione dei festeggiamenti per le nozze di Ferdinando IV con Maria Carolina d'Asburgo, comprendenti il consolidamento e l'abbellimento del Palazzo Reale di Napoli e gli apparati per il gran ballo offerto dal Cancelliere imperiale, il Principe di Kaunitz-Rietberg, in Palazzo Teora a Chiaia, di cui resta traccia in un bel disegno autografo raffigurante la Facciata posticcia pensata per abbellire l'esterno dell'edificio.


Giunto nella città meneghina nel 1769 a seguito di Vanvitelli, Piermarini sostituì il maestro nel prestigioso incarico di trasformare la vecchia Corte Ducale in un moderno palazzo, adatto a rappresentare il potere della Casa d'Austria in vista delle imminenti nozze di Ferdinando d'Asburgo, che sarà governatore di Milano dal 1771 al 1796, con Maria Ricciarda Beatrice d'Este, ultima erede della casata degli Estensi. Se l'incarico gli era stato affidato più per “risparmiare” sui costi dell'impresa (la sua retribuzione era decisamente inferiore rispetto a quella dell'acclamato maestro) che per una reale fiducia nelle sue capacità progettuali, i risultati superarono le aspettative dei committenti e valsero al Piermarini la nomina ad Architetto Regio. 


Ottenuta così la piena fiducia dell'imperatrice, il folignate poté svolgere per un trentennio un'intensa attività edilizia in tutta la Lombardia, fino a quando, con l'arrivo dei francesi (1796), fu costretto a lasciare il prestigioso incarico. I disegni esposti in mostra presentano le sue opere principali, comprese quelle meno note: Villa Reale a Monza (1777); palazzo Belgioioso, (1777); la sapiente sistemazione della piazza dell'Arcivescovado (1780), con il progetto di via San Radegonda (1783) e dei giardini pubblici (1782-1787); i numerosi palazzi privati (Greppi, Casnedi, Morigia, del Monte di Pietà, ecc.) con cui contribuì al rinnovamento urbanistico della città e alla definizione della sua immagine neoclassica.




                                              Giuseppe Piermarini, 
           Piano della Cavalchina con progetto di un nuovo Palazzo Reale,
                                                    Milano, 1770 

L'opera più nota è certamente il Teatro alla Scala, inaugurato il 3 agosto 1778 con la messa in scena dell'Europa riconosciuta di Antonio Salieri. La costruzione, resasi necessaria a seguito dell'incendio che due anni prima aveva distrutto il Regio Ducale, fu fortemente voluta, su istanza della nobiltà locale, da Maria Teresa d'Austria. Il successo dell'impresa fu tale che Vanvitelli venne chiamato a intervenire anche in altri teatri: da quello milanese alla Canobiana (1778-1779), progetto di cui restano numerose attestazioni grafiche, al teatro Anatomico di Pavia (1779), fino al progetto per la facciata del teatro Scientifico di Mantova (1782), a cui in quegli anni stava lavorando con non pochi problemi Antonio Bibiena. 




            Giuseppe Piermarini, Teatro alla Scala, prospetto, Milano 1778


L'attività di architetto teatrale fu affiancata da quella di scenografo, come attestano gli apparati effimeri per la festa campestre per le nozze di Ferdinando d'Asburgo e Beatrice d'Este, celebrate nel 1771, e il catafalco e gli apparati funebri eretti nella chiesa di San Fedele per le esequie di Maria Teresa (1780), successivamente reimpiegati per quelle di Giuseppe II (1790) e dell'imperatore Leopoldo II (1792). Di tutti si possono ammirare le riproduzioni grafiche.



Piermarini a Milano. I disegni di Foligno




Giuseppe Piermarini, Milano, Teatro alla Scala, planimetria della sala con proiezione dell'ornato della volta e del soffitto dell'arcoscenico,1778. 
   

si veda qui la pagina web della mostra