L’illusione virtuale del tempo che si sfalda
Si tratta, piuttosto, per lui di stabilire alcune categorie utili allo sviluppo del suo viaggio esplorativo dentro il King Lear, il capolavoro di Shakespeare, vestendo i panni del fool. Lo fissa in alcuni passaggi del terzo atto, quando nel capanno-rifugio decide mentre fuori infuria la tempesta che è giunta l'ora d'abbandonare il sovrano, forse per evitare di essere testimone del suo declino. Per operare tale difficile distacco il buffone ha bisogno di giustificarsi con il pubblico, venuto per assistere al drammatico tracollo dell'idea di potere. Perciò gli torna utile isolare tra gli astanti ora un uomo che ha consumato un succoso pasto prima dello spettacolo, ora una signora distinta seduta lì accanto, oppure un giovane scroccone che occupa una poltrona invenduta, insieme a un'audience di studenti favoriti da una tariffa speciale, a un critico diffidente, a un regista svogliato, agli sponsor della produzione, e così via.
L'isolamento pandemico ha sospinto molti a relegare la conoscenza dei mutamenti sociali completamente nella dimensione irreale dei computer, lasciando che il racconto di un mondo sempre più complesso, segnato da lutti e traumi estremi, accadesse su uno schermo inerte. Per superare la frattura tra passato e futuro occorre compiere una rivoluzione totale nella partecipazione teatrale, chiamando in causa direttamente i singoli spettatori.
La storia di Lear si evolve, dunque, sospingendo l'immaginario collettivo oltre la visione passiva che trasferisce agli attori il compito di riflettere sulle incongruenze dell'esperienza. «Il teatro è solo dal vivo», grida Tim Crouch, fissando i presenti, dopo essersi tolta la maschera dalla faccia. E il King Lear illustra con particolare efficacia lo sconvolgimento del «tempo che si sfalda». Si sgretolano certezza e valori, ragione e virtù, potere e sentimenti: l'illusione supera la verità, come succede al cieco duca di Gloucester che il figlio naturale Edgar convince a stare sul ciglio del precipizio, sopra l'abisso di una scogliera.
L'uscita di scena del fool acuisce la volontà di condividere l'immaginazione della realtà al di là del confine del palcoscenico, dove muoiono gli eroi del dramma, dove Lear abbraccia il corpo straziato di Cordelia, prima di crollare a sua volta. Ma, intanto, nel foyer il signore che ha mangiato troppo prima della rappresentazione muore accanto allo scroccone e alla donna garbata.
La lucida interpretazione di Tim Crouch attrae e spiazza, rallegra e inquieta le persone, anche perché non c'è la penombra a distanziarlo, a evitare che il suo sguardo indagatore s'insinui nella coscienza di ciascuno; e gli applausi premiano, infine, l'acuta esibizione dell'artista.
Truth’s a Dog Must to Kennel
Cast & credits
Titolo
Truth’s a Dog Must to Kennel |
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Data rappresentazione
26 giugno 2024 |
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Città rappresentazione
Venezia |
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Luogo rappresentazione
Arsenale - Sala d'Armi A |
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Titolo testo d'origine
Re Lear |
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Adattamento
Tim Crouch |
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Autori testo d'origine
William Shakespeare |
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Regia
Karl James, Andy Smith |
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Interpreti
Tim Crouch |
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Produzione
Royal Lyceum Theatre Edinburgh |
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Luci
Laura Hawkins |
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Musiche
Pippa Murphy |
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Note
Collaborazione artistica: Brian Ferguson, Adura Onashile. |