Sogni, Sacrifici, Arte

di Lorenzo Ciacchini*

Data di pubblicazione su web 19/01/2024

La Chimera

La chimera, film di Alice Rohrwacher, presentato alla 76° edizione del Festival di Cannes e vincitore del Prix des Cinémas Art et Essai (AFCAE), è un titolo complesso, a metà strada tra l'esoterismo e la fiaba, tra il visibile e l'invisibile.

La pellicola segue le vicende di un gruppo di tombaroli che si guadagnano da vivere trafugando tombe etrusche. Tra di essi vi è Arthur, interpretato da Josh O'Connor, un inglese in cerca del suo amore e con un particolare dono. L'uomo appare “stonato” rispetto a tutto quello che gli ruota intorno. Chi è questo strano personaggio? Cosa ci fa lì? Che ha fatto? Nella mente dello spettatore si agitano svariati interrogativi sulla sua natura, sulla sua identità e sulle motivazioni che lo hanno portato a svolgere quel singolare mestiere.


Una scena del film

Probabilmente ambientata nella Tuscia degli anni Ottanta, la storia sembra sospesa nel tempo senza appartenere a nessuna epoca e a nessuno spazio. Solo un'immagine àncora lo spettatore a una situazione concreta: la stazione abbandonata di Riparbella, purché anch'essa immaginaria, squarcia per un attimo il velo di mistificazione introducendo un elemento di realtà: da quel momento in poi la matassa inizia a sbrogliarsi e alcune cose diventano più comprensibili, ma solo quanto basta per poi ripiombare nell'oceano vorticoso che è La Chimera

La terra è l'ideale protagonista di questo film, un luogo sospeso tra la storia etrusca e la modernità industriale. Rohrwacher cattura la vivace realtà di quegli anni raccontando un mondo di contadini e paesani, sporco ma reale, intriso di un certo romanticismo. L'ambiente è anche lo sfondo che innesca riflessioni sull'arte, interrogativi su cosa è giusto o sbagliato, mostrandoci come oggetti una volta considerati sacri, soprattutto quelli trattati nella storia, ora non sono altro che merce da vendere in un mondo capitalistico. Mentre per il tombarolo trafugare tombe è solo un modo per arricchirsi, Arthur, rassegnato e impotente di fronte a questi atti criminali, cerca qualcos'altro: la sua “chimera”, l'amore perduto. Ma cos'è la chimera? Non è solo una creatura mitologia, è anche il simbolo dell'illusione, di un sogno che non si potrà mai realizzare ma dal quale nessuno riesce a liberarsi.


Una scena del film

Si capisce così il significato della carta dei tarocchi raffigurata sulla locandina, il dodicesimo arcano maggiore. Una carta che raffigura un uomo appeso a testa all'in giù (da qui, probabilmente, la trovata geniale di capovolgere certe inquadrature) e che si è sottoposto volontariamente a questa sofferenza: attraverso tale sacrificio dovrà riuscire a libarsene per arrivare a un nuovo sé, a una nuova ritrovata felicità e spensieratezza. L'appeso non è altro che Arthur che compie scorribande vandaliche pur di trovare la pace e la serenità in sé stesso. 

La chimera è un film sui generis, del tutto peculiare dal punto dal punto di vista della realizzazione tecnica, costellato da elementi simbolici. Si fanno apprezzare la fotografia, realizzata principalmente con luce naturale, e alcune scelte stilistiche, come l'uso inaspettato di inquadrature e prospettive che sconvolgono la visione.

* Studente di Digital Humanities per la Storia dello Spettacolo nel corso di Scienze dello Spettacolo del Dipartimento SAGAS.



La Chimera

Cast & Credits




La locandina

Cast & credits

Titolo 
La Chimera
Origine 
Italia
Anno 
2023
Durata 
134 minuti
Colore 
Autori 
Alice Rohrwacher
Regia 
Alice Rohrwacher
Interpreti 
Josh O'Connor (Arthur)
Alba Rohrwacher (Spartaco)
Isabella Rosselini (Flora)
Carol Duarte (Italia)
Vincenzo Nemolato (Pirro)
Luca Chikovani (Cico)
Lou Roy-Lecollinet (Melodie)
Yile Yara Viannello (Beniamina)
Giuliano Mantovani (Gerry)
Produttori 
Tempesta, Rai Cinema, Ad Vitam, Amka Films Produtction
Produzione 
Carlo Cresto-Dina
Distribuzione 
01 Distribution
Scenografia 
Emita Frigato
Costumi 
Loredana Bruschi
Sceneggiatura 
Alice Rohrwacher, Marco Pettenello, Carmela Covino
Montaggio 
Nelly Quettier
Fotografia 
Hèléne Louvart