Sogni, Sacrifici, Arte
La chimera, film di Alice Rohrwacher, presentato alla 76° edizione del Festival di Cannes e vincitore del Prix des Cinémas Art et Essai (AFCAE), è un titolo complesso, a metà strada tra l'esoterismo e la fiaba, tra il visibile e l'invisibile.
La pellicola segue le vicende di un gruppo di tombaroli che si guadagnano da vivere trafugando tombe etrusche. Tra di essi vi è Arthur, interpretato da Josh O'Connor, un inglese in cerca del suo amore e con un particolare dono. L'uomo appare “stonato” rispetto a tutto quello che gli ruota intorno. Chi è questo strano personaggio? Cosa ci fa lì? Che ha fatto? Nella mente dello spettatore si agitano svariati interrogativi sulla sua natura, sulla sua identità e sulle motivazioni che lo hanno portato a svolgere quel singolare mestiere.
Probabilmente ambientata nella Tuscia degli anni Ottanta, la storia sembra sospesa nel tempo senza appartenere a nessuna epoca e a nessuno spazio. Solo un'immagine àncora lo spettatore a una situazione concreta: la stazione abbandonata di Riparbella, purché anch'essa immaginaria, squarcia per un attimo il velo di mistificazione introducendo un elemento di realtà: da quel momento in poi la matassa inizia a sbrogliarsi e alcune cose diventano più comprensibili, ma solo quanto basta per poi ripiombare nell'oceano vorticoso che è La Chimera.
La terra è l'ideale protagonista di questo film, un luogo sospeso tra la storia etrusca e la modernità industriale. Rohrwacher cattura la vivace realtà di quegli anni raccontando un mondo di contadini e paesani, sporco ma reale, intriso di un certo romanticismo. L'ambiente è anche lo sfondo che innesca riflessioni sull'arte, interrogativi su cosa è giusto o sbagliato, mostrandoci come oggetti una volta considerati sacri, soprattutto quelli trattati nella storia, ora non sono altro che merce da vendere in un mondo capitalistico. Mentre per il tombarolo trafugare tombe è solo un modo per arricchirsi, Arthur, rassegnato e impotente di fronte a questi atti criminali, cerca qualcos'altro: la sua “chimera”, l'amore perduto. Ma cos'è la chimera? Non è solo una creatura mitologia, è anche il simbolo dell'illusione, di un sogno che non si potrà mai realizzare ma dal quale nessuno riesce a liberarsi.
Si capisce così il significato della carta dei tarocchi raffigurata sulla locandina, il dodicesimo arcano maggiore. Una carta che raffigura un uomo appeso a testa all'in giù (da qui, probabilmente, la trovata geniale di capovolgere certe inquadrature) e che si è sottoposto volontariamente a questa sofferenza: attraverso tale sacrificio dovrà riuscire a libarsene per arrivare a un nuovo sé, a una nuova ritrovata felicità e spensieratezza. L'appeso non è altro che Arthur che compie scorribande vandaliche pur di trovare la pace e la serenità in sé stesso.
La chimera è un film sui generis, del tutto peculiare dal punto dal punto di vista della realizzazione tecnica, costellato da elementi simbolici. Si fanno apprezzare la fotografia, realizzata principalmente con luce naturale, e alcune scelte stilistiche, come l'uso inaspettato di inquadrature e prospettive che sconvolgono la visione.
* Studente di Digital Humanities per la Storia dello Spettacolo nel corso di Scienze dello Spettacolo del Dipartimento SAGAS.
La Chimera
La locandina
Cast & credits
Titolo
La Chimera |
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Origine
Italia |
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Anno
2023 |
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Durata
134 minuti |
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Colore | |
Autori
Alice Rohrwacher |
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Regia
Alice Rohrwacher |
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Interpreti
Josh O'Connor (Arthur) Alba Rohrwacher (Spartaco) Isabella Rosselini (Flora) Carol Duarte (Italia) Vincenzo Nemolato (Pirro) Luca Chikovani (Cico) Lou Roy-Lecollinet (Melodie) Yile Yara Viannello (Beniamina) Giuliano Mantovani (Gerry) |
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Produttori
Tempesta, Rai Cinema, Ad Vitam, Amka Films Produtction |
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Produzione
Carlo Cresto-Dina |
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Distribuzione
01 Distribution |
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Scenografia
Emita Frigato |
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Costumi
Loredana Bruschi |
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Sceneggiatura
Alice Rohrwacher, Marco Pettenello, Carmela Covino |
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Montaggio
Nelly Quettier |
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Fotografia
Hèléne Louvart |