Lunedì 15 gennaio 2024 a Roma nellambito dellAssemblea
della Consulta Universitaria del Cinema sono stati assegnati i Premi Kinomata
2023, dedicati a contributi scientifici sulla presenza, il lavoro o la
rappresentazione delle donne nel cinema e negli audiovisivi. Promosso dalla CUC
in collaborazione con FAScinA – Forum Annuale delle Studiose di Cinema e
Audiovisivi e giunto alla sua quarta edizione, il premio prosegue il proprio
progetto di valorizzare gli Womens Studies di ambito cinematografico
allinterno della produzione storico-teorica italiana.
La Giuria, per questa edizione composta da Alessia Cervini
(Università di Palermo), Damiano Garofalo (Sapienza Università di Roma), Mauro
Giori (Università di Milano), Sara Pesce (Università di Bologna), Angela Bianca
Saponari (Università di Bari), Alberto Scandola (Università di Verona), Chiara
Simonigh (Università di Torino), ha decretato come migliore monografia il
volume di Cristina Jandelli Tre studi su Claudia Cardinale (Tre studi su Claudia Cardinale (Venezia, Marsilio, 2022).
Questa la motivazione: «In questo lavoro, dedicato a Claudia Cardinale, lautrice svolge
unindagine articolata della figura divistica attraverso tre studi, frutto dei
risultati di una ricerca ampia e articolata, impostati attraverso diverse
angolazioni metodologiche: il primo studio adotta una prospettiva analitica
indagando le funzioni dellio-narrante che si costituisce entro la pratica
della scrittura delle “divagrafie” di Cardinale; il secondo ricostruisce il
rapporto pigmalionico con il produttore Franco Cristaldi, utilizzando fonti
documentali e discorsi sociali; il terzo si presenta come un focus su tre film
rappresentativi del momento di massima affermazione di Cardinale come diva
italiana e star internazionale e sulla relazione tra immagine divistica e
performance attoriale. Ognuno dei tre studi appare irrimediabilmente
influenzato dallimportante contributo scientifico allo studio del divismo che
Jandelli ha elaborato negli anni, attraverso il quale ha saputo imbastire trame
teoriche che tengono sempre conto delle pratiche discorsive, dei modelli
industriali oltre che degli studi di genere e di quelli sulla ricezione».
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