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La danza dei ricordi ne Il tango delle capinere di Emma Dante

di Carmelo Alberti
  Il tango delle capinere
Data di pubblicazione su web 18/12/2023  

Sulla scena vuota s’intravedono due vecchi bauli abbandonati in una penombra di stampo beckettiano; accanto al primo si anima Lei, come una sopravvissuta del tempo che inizia a rovistare tra gli oggetti più banali, prima di accostarsi al secondo cassone dal quale emerge Lui. Inizia così Il tango delle capinere, un originale catalogo di ricordi sentimentali, la storia comune di due persone attempate, simili a figure ingessate che con gesti ripetitivi s’abbracciano, si staccano, tossiscono, cadono e si rialzano in balia delle sofferenze senili. 

La rappresentazione, curata da Emma Dante e ricavata dall’“approfondimento” di un proprio “studio”, Ballarini, appartenente alla Trilogia degli occhiali, è ospitata al Teatro Carlo Goldoni di Venezia a circa un anno dal debutto presso il Teatro Biondo di Palermo. Lo spettacolo è interpretato in modo eccellente da Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, due attori che sono collaboratori storici della regista.


Un momento dello spettacolo
© Rosellina Garbo

Questo mosaico, dedicato all’amore che sopravvive alle miserie della vecchiaia, nasce dallo spiraglio di luce che produce l’inventario dei ricordi:  il contenuto delle scatole prende forma nello spazio immaginario dei giorni felici, si trasforma in una danza dai ritmi crescenti, sulla scia delle canzoni di successo, da E se domani, eseguita da Mina, alla struggente Lontano lontano di Tenco, e ancora a motivi di Gianni Morandi, Rita Pavone, del Quartetto Cetra fino a Nilla Pizzi che esegue il Tango delle Capinere

Andando a ritroso nel tempo, l’uomo e la donna indossano in rapida sequenza abiti da sera, costumi clowneschi, vestiti di paillettes; partecipano a gare di tango, danzando appassionatamente una milonga di Piazzolla. Inoltre, traggono dalle cianfrusaglie un bambolotto-bambino che subissano di coccole; e poi festeggiano un ultimo Natale e un Capodanno, ubriacandosi e lanciando in aria coriandoli e palloncini. Evocano, ancora, con nostalgia i sogni dell’adolescenza, i momenti del corteggiamento, la dichiarazione in tenuta da bagno, in riva al mare, e il matrimonio che mostra la ragazza avvolta in un vaporoso abito bianco, una cerimonia che al ritmo del carillon genera le movenze meccaniche di una sposa-automa; vi sono anche le serate davanti alla televisione, che la regia trasforma nella lotta tra la mania calcistica e il desiderio di cambiare canale.


Un momento dello spettacolo
© Rosellina Garbo

Una volta cancellata dal volto la maschera della decadenza i protagonisti declinano senza soluzione di continuità l’“utopia” della totale dedizione. Dalla loro unione, contraddistinta dall’esperienza del parto (della nascita) e dalle vicendevoli cure di fronte al declinare della giovinezza, scaturisce un finale di partita che trasmette sia un’intensa tenerezza, sia una sfumatura di grottesco, sia un senso di angoscia, di sconforto e, persino, d’insofferenza. Alla base della messinscena si avvertono rapidi riferimenti alle poetiche teatrali di Emma Dante, mentre si eleva lo slancio verso una visione del mondo in cui sia possibile coniugare al plurale le passioni e le occorrenze. La memoria, allora, può aiutare a conservare la presenza di chi non c’è più.



Il tango delle capinere
cast cast & credits
 


Un momento dello spettacolo visto al Teatro "Carlo Goldoni" a Venezia il 14 dicembre 2023
© Rosellina Garbo


 
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