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Abituarsi gli uni agli altri

di Rosalinda Semeraro
  L'ultima luna di settembre
Data di pubblicazione su web 27/11/2023  

Premiato come miglior attore protagonista ai Mongolian Academy Awards 2012, con il film Thief of the Mind (2011) la stella del cinema mongolo Amarsaikhan Baljinnyam, noto per aver preso parte alla fortunata serie originale Netflix Marco Polo (2014), debutta alla regia con un affascinante lungometraggio nella duplice veste di regista e attore principale. Un esordio straordinario in cui Baljinnyam mostra le sue radici culturali, esaltando il fascino misterioso della Mongolia, terra sconfinata ricca di panorami suggestivi, umanità e antiche tradizioni.

Tratto dal romanzo Tüntüülej di Bum-Ėrdėnė, il film affronta il tema della genitorialità con estrema delicatezza e con quella semplicità e innocenza che il cinema americano e europeo hanno ormai perso da tempo. La pellicola, presentata ai Festival di Vancouver e del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano, è stata distribuita in l’Italia da Officine UBU e scelta per rappresentare la Mongolia agli Oscar 2023.

Una scena del film
Una scena del film

L’ultima luna di settembre (2022) è un’emozionante poesia di un altrove dimenticato, memorabile sin dalla prima inquadratura, in cui un uomo, in piedi su un cavallo, nella provincia desertica dell’Hentij, lega il telefono a un bastone, nell’intento di informare Tulgaa (Amarsaikhan Baljinnyam), che ormai vive in città, sulle precarie condizioni di salute del padre adottivo. Tornato nella yurta, in cui è nato e cresciuto, Tulgaa assiste il padre malato fino agli ultimi istanti di vita e, in suo onore, promette agli abitanti del villaggio di provvedere alla raccolta del fieno entro la fine di settembre. Durante il duro lavoro nei campi, incontra il giovane Tüntüülej (Tenuum-Erdene Garamkhand, coprotagonista, che ci regalerà un’immensa prova attoriale), di circa dieci anni, il quale vive con i nonni dopo essere stato abbandonato dalla madre. Orgoglioso e impertinente, Tüntüülej non sa né leggere né scrivere ma è dotato di una forte personalità. L’incontro tra i due cambierà nel profondo le loro vite. Entrambi non conosceranno mai il proprio padre biologico ma sceglieranno reciprocamente di amarsi, come un genitore e un figlio, andando oltre i legami di sangue e costruendo lentamente un rapporto di sincera stima, affetto e fiducia. Settembre è però dietro l’angolo e rappresenterà per Tulgaa il termine ultimo di un percorso necessario alla rielaborazione del lutto, culminante in uno struggente abbraccio che avrà il sapore di un addio.

Una scena del film
Una scena del film

La quasi totale assenza di una colonna sonora lascia spazio a suoni diegetici, provenienti soprattutto dalla natura e dall’armonica di Tulgaa, regalatagli dal padre. La simmetricità delle inquadrature, in prevalenza statiche, l’eccezionale fotografia di Joshua Fischer e i tempi filmici, volutamente dilatati, trasformano gli incantevoli paesaggi della steppa mongola in veri e propri dipinti, in cui i colori vividi della campagna – giallo verde e blu – prendono vita lasciando lo spettatore senza fiato.

La scrittura magistrale immerge il pubblico in un universo surreale, dove ogni sequenza appare credibile e realistica. Una straordinaria espressività di gesti, profondità di sguardi e silenzi prende invece il posto dei dialoghi, quasi inesistenti, rievocando il potente linguaggio mimico-gestuale di Chaplin.

Una scena del film
Una scena del film

L’ultima luna di settembre è un film forte, autentico, che fa riflettere sull’importante tema dell’abbandono, sempre più frequente, dei bambini nelle campagne, per inseguire il sogno di una carriera in città. Il finale un po’ amaro e inaspettato differisce dal classico epilogo. Quale sarà la scelta di Tulgaa? Rimarrà nel villaggio, accettando il suo nuovo destino, o tornerà ai ritmi frenetici della città? Forse la distanza tra il luogo della nostalgia e la civiltà sarà incolmabile; forse Tulgaa compirà una scelta dolorosa, ormai incastrato in quegli schemi della vita che, non sempre, si ha il coraggio di rompere.


* Studentessa di Digital Humanities per la Storia dello Spettacolo nel corso di Scienze dello Spettacolo del Dipartimento, SAGAS.



L'ultima luna di settembre
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La locandina
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