Latteso
esordio nella regia teatrale di Nanni Moretti con Diari damore, rappresentazione in due parti ricavata dalle
commedie Dialogo e Fragola e panna di Natalia Ginzburg
(pubblicate da Einaudi), è stato accolto con un consenso positivo fin dal suo
avvio lottobre scorso presso il Teatro Carignano di Torino; attualmente è in
tournée nei teatri italiani, in attesa di raggiungere la Francia.
Si
tratta di uno spettacolo lineare nella sua definizione scenica. Moretti mostra di apprezzare la
leggerezza dialogica dei testi della Ginzburg; tende anzi a assecondare il
divertito chiacchiericcio dei personaggi, la loro vacuità esistenziale,
latmosfera di noia permanente che si respira in ogni ambito familiare e, soprattutto,
lo smarrimento sentimentale che si traduce nel dire sempre «non lo so» quando
sorgono gli inevitabili equivoci.
Un momento di Fragola e panna (da sinistra Arianna Pozzoli, Alessia Giuliani) © Luigi De Palma
Nelle
due differenti situazioni lintreccio scorre agilmente, descrivendo quasi in
forma distratta un andamento quotidiano da buona famiglia, seppure si
percepisca un sottile sconforto, trasmesso dalle frasi ripetute e dai litigi
abituali, dalle pause e dai silenzi. Affiora, in tal modo, il paradosso di
continuare a esistere in unapparente normalità, mentre i protagonisti
scivolano inesorabilmente nellindifferenza e nel disamore. Il primo testo è
ambientato in una camera da letto, dove il marito (Francesco), aspirante
scrittore, denigra senza tregua la moglie (Marta); costei sembra non reagire,
tanto risulta cauta e dubbiosa nelle risposte. Ben presto rivela di avere una
relazione sessuale con il migliore amico del consorte e che sta meditando di
andare in viaggio con lui. In un attimo la rivelazione frantuma le certezze
delluomo, ma quando una lettera dellamante rimette tutto in discussione, alla
coppia non resta altro che rientrare tristemente nella consueta normalità.
Laltra
commedia si apre nel salotto di una casa di campagna, abitata da Cesare e
Flaminia, una coppia di fatto separata; alla porta bussa la giovane Barbara che
la ciarliera «serva» Tosca fa entrare perché fuori nevica; si scopre che
lospite è lultima donna sedotta dal marito, un avvocato che colleziona con
disinvoltura conquiste amorose. Stavolta il confronto si svolge tra la moglie,
la sorella di costei (Letizia) e la ragazza-madre sul filo di una solidarietà
femminile travagliata e, insieme, convenzionale, anche quando al suo rientro
luomo, in modo cinico e sprezzante, insiste nellabbandonare al proprio
destino lamante, la quale si potrà consolare, a suo dire, saziandosi di gelati
alla fragola e panna. 
Un momento d i Dialogo (da sinistra Alessia Giuliani, Valerio Binasco) © Luigi De Palma
Laccurata
messinscena, che savvale della chiarezza decorativa di Serio Tramonti,
dei costumi appropriati di Silvia Segoloni e delle luci precise di Pasquale
Mari, definisce uno sviluppo controllato dei tempi e una scansione attenta
delle conversazioni e delle pose, mentre lascia emergere la graffiante visione
di una profonda instabilità morale. Savverte, infatti, la sconfortante
inettitudine che caratterizza lambiente borghese, lipocrisia sentimentale e
il disarmante attaccamento ai privilegi che derivano dal possesso e dal denaro.
Si nota, inoltre, una singolare rivalsa da parte di quelle donne, più propense
al silenzio e alla solidarietà, contro quegli uomini, esseri prepotenti e
insensibili, desiderosi solo di mantenere la loro preminenza.
Alessia Giuliani interpreta con sicurezza i ruoli delle due mogli, Valerio Binasco
ha il compito di plasmare con abilità i tratti dei due mariti, Giorgia
Senesi si dimostra una disinvolta Letizia, Arianna Pozzoli
sperimenta con impegno la complessa figura di Barbara, Daria Deflorian è
davvero brava nella parte di una cameriera poco apprezzata e tanto
chiacchierona. Lo spettacolo è stato applaudito a lungo dal pubblico del Teatro
Storchi di Modena, prolungando il proprio consenso discutendone anche allesterno
della sala.
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